martedì 20 ottobre 2015
Confessions (2010)
Confessions è indubbiamente un film complesso, che si sviluppa come una tragedia shakespeariana, in cui anche la morale risulta ambigua e imperfetta, e che richiede un certo sforzo, da parte dello spettatore, per essere accettata come plausibile. Nakashima ci cala subito in una situazione destabilizzante, quella di una classe chiassosa e indisciplinata, in cui ognuno si fa i fatti suoi ignorando completamente l'insegnante. C'è chi si scambia messaggini, chi si trucca e altri che si lanciano addosso palle da baseball, ed è in questa situazione assurda che la professoressa comincia a raccontare la sua storia, partendo da se stessa, per poi parlare dell'amato marito malato di AIDS e infine della sua bambina, morta solo qualche settimana prima, annegata in una piscina. Ora sono tutti attenti alle parole dell'insegnante, con una curiosità morbosa e poco rispettosa, così lei svela che quello che è successo a sua figlia non è stato un incidente, ma che è stata uccisa da due di loro, indicando i colpevoli chiamandoli "A" e "B", ma la cui descrizione non lascerà dubbi sulla loro identità. Infine dirà loro, di aver iniettato, il sangue infetto del marito, nei cartoni del latte, che i due ragazzini hanno appena bevuto. Sarà una lunga confessione quella dell'insegnante (la prima delle molte che i vari personaggi daranno per mostrare il proprio punto di vista), lenta e gelida, priva quasi di emozioni, eppure così carica di pathos, forse proprio per la freddezza con la quale viene enunciata.Purtroppo non ho avuto difficoltà a credere che dei ragazzini, appena entrati nell'adolescenza, possano uccidere un bambino di poco più piccolo di loro, purtroppo la cronaca di ogni giorno, ci insegna che tutti sono in grado di gesti violenti.In seguito vediamo che i due colpevoli hanno reazioni completamente diverse, uno deciderà di continuare a frequentare la scuola, diventato vittima dei bulli, che si ergeranno a "giustizieri", per punire le colpe del baby assassino; l'altro si rifugerà invece in camera sua, rifiutando qualsiasi contatto esterno, compreso quello della madre, arrivando addirittura a non volersi più lavare, stretto tra rimorso per quello che ha fatto e paura per il contagio, diventando quindi un hikikomori. Il film prosegue come un puzzle a scatole cinesi, in cui man mano che andiamo avanti scopriamo le diverse versioni dei protagonisti, così scopriamo che uno dei ragazzi era stato abbandonato dalla madre che preferì seguire la carriera piuttosto che occuparsi del figlio; l'altro invece cercava solo un amico che lo accettasse, e la cui madre all'opposto dell'altra si dimostra addirittura iperprotettiva fino a deresponsabilizzare il figlio, per il grave delitto.Ma in questo film non ci sono vinti ne vincitori, o meglio sono tutti sia l'uno che l'altro, e così non risulta difficile nemmeno capire una donna che si voglia vendicare su due ragazzini, al punto da far sprofondare le loro vite in un inferno. Il regista ci mostra non solo la drammaticità della vicenda narrata, ma punta il dito contro una società anestetizzata e divenuta insensibile alla compassione, una società sempre più egoista in cui la libertà personale è portata all'eccesso, indifferente delle conseguenze che potrebbero coinvolgere chi ci sta attorno, male da cui non sono immuni nemmeno i più giovani, anzi che probabilmente coinvolge loro in modo maggiore.Tutto ciò, ci viene mostrato con algida freddezza, con uno stile distaccato, cosa che si nota anche nella fotografia in cui prevalgono i toni freddi dei blu e del bianco, a parte nei momenti di maggiore tensione, in cui esplode il rosso del sangue, senza però rinunciare ad una feroce sincerità degli eventi. Confessions risulta così essere tanto poetico, quanto disturbante ed esasperato, una pellicola che non si dimentica tanto facilmente.
Caspita, davvero ti manca? Qualche anno fa ne abbiamo parlato abbondantemente anche sul forum...Recuperalo che poi mi interessa sapere la tua opinione :)
RispondiEliminaHo la sensazione di averlo visto ma non ne sono del tutto sicuro... il che confuterebbe la tua ultima frase (mi dispiace)..:)
RispondiEliminaBeh....non ho detto che è indimenticabile, ma che si dimentica difficilmente. Si vede che tu sei tra quelli a cui non è rimasto impresso...O forse non ti è piaciuto...:D
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