Prima di proseguire con la lettura vi segnalo gli altri capitoli in caso vi mancassero:
PARTE 1, 2, 3, 4, 5, 6
Il lancinante dolore alla spalla lo riportò alla realtà e si accorse che era rimasto svenuto solo qualche secondo. La creatura lo stava ancora tenendo sollevato sopra la scrivania a pochi centimetri dalle sue fetide fauci.
Shirley raggomitolata con suo figlio tra le braccia, stava osservando quella scena impietrita dal terrore, ormai rassegnata a non sopravvivere.
Dalla ferita, il sangue scendeva copioso riversandoglisi sul petto e la fitta costante gli impediva di pensare chiaramente, eppure Edwin sapeva che doveva trovare una soluzione per uccidere il mostro e salvare Shirley e Rupert.
Improvvisamente sgranò gli occhi, ma questa volta non fu per il dolore; qualcosa gli passò per la mente, un'immagine rapida come un battito di ciglia, un ricordo sopito, l'eco di un sogno dimenticato.
La palla, doveva recuperare la palla di Joe Di Maggio. Quando Mr Dunham gliel'aveva regalata molti anni prima, prendendola in mano Ed aveva provato un formicolio al braccio e un brivido lungo la schiena e quasi era svenuto. Al tempo aveva attribuito la cosa all'emozione, ma forse quella palla aveva qualcosa di speciale, qualcosa di magico e ora si trovava sopra il caminetto del salotto.
Ed cercò lo sguardo di sua moglie dall'altro lato della stanza e senza emettere un suono le parlò; le disse quanto la amava e quanto amava il loro bambino, le disse che per lei avrebbe combattuto contro cento mostri, che avrebbe affrontato la morte stessa se fosse stato necessario, ma che in quel preciso momento aveva bisogno del suo aiuto, che doveva farsi forza e che toccava a lei a salvare la sua famiglia.
Sotto il velo di lacrime, gli occhi di Shirley si illuminarono e fece un segno d'assenso a Edwin.
Approfittando del fatto che il mostro fosse concentrato solo su suo marito, la donna afferrò la lampada a stelo accanto al lettino del bambino e usandola come un asta colpì la creatura in pieno volto.
L'essere sibilò, più per la sorpresa che per il dolore, ma tanto bastò per fargli perdere la presa su Ed, che ruzzolò pesante prima sulla scrivania e poi sul pavimento.
Quando si rialzò, Edwin vide che la creatura aveva afferrato Shirley per la gola, si guardò dunque velocemente attorno, poi raccolse un tagliacarte e avventandosi contro il mostro, glielo conficcò in un occhio, permettendo alla donna di liberarsi.
Questa volta l'urlo fu di autentico dolore misto a rabbia, ma Edwin fece in tempo a prendere suo figlio per la vita e a trascinarlo fuori dalla camera, mentre Shirley li seguiva a ruota.
"Andate, porta via Rupert di qua" le ordinò
"Ma.." cercò di obiettare lei
"Vai via!" urlò "Ora non c'è tempo..." poi con un ton un tono più rassicurante possibile aggiunse "ce la farò".
Entrambi sapevano che quella promessa era falsa; non potevano essere sicuri che lui ne sarebbe uscito vivo, ma per permettere a Rupert di salvarsi, l''unica soluzione era scappare in quel preciso istante.
Shirley prese il bambino in braccio e scese per strada voltandosi una sola volta in cerca di suo marito, sperando che lui avesse deciso di seguirla, ma Ed era già corso in salotto per recuperare la palla da baseball,un attimo prima che la creatura uscisse dalla cameretta in cerca della sua preda.
Edwin arrivò in un lampo al caminetto del salotto e afferrò la palla magica proprio quando l'essere lo raggiunse bloccandogli l'unica via d'uscita.
Ora erano solo lui e il mostro e aveva solo un tiro a disposizione per vincere la partita, altrimenti sarebbe stata la fine per tutti.
La creatura lo guardò con l'unico occhio buono che gli era rimasto, quindi gli si fece incontro con un urlo inumano.
Ed strinse la palla tra le dita e mentre caricava il tiro, portando il braccio fin dietro alla spalla dolorante, una sorta di scossa gli percorse l'intero arto e lui seppe che quello era il momento giusto.
Lasciò partire il tiro e fece strike.
La palla si conficcò nell'orbita oculare del mostro, spappolandogli il cervello e facendolo crollare a terra morto sull'istante.
Edwin si avvicinò cautamente al corpo dell'essere, ma questi non si mosse più. Tuttavia, non ancora convinto, portò il cadavere in garage per farlo a pezzi con il decespugliatore.
Una volta finito, Ed raggiunse Shirley e Rupert che vedendolo arrivare gli corsero incontro per abbracciarlo, abbandona l'aiuto portato dai vicini preoccupati.
Poi si udirono soltanto le sirene dei soccorsi che si stavano avvicinando.
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