giovedì 26 ottobre 2017

La creatura nel buio - Prima parte

(Ho ritrovato questo racconto, risalente a vent'anni fa, in un vecchio quaderno. Dopo averlo riletto ho pensato di riproporlo, a puntate,  cercando di aggiustare le parti meno riuscite e adattarlo al mio attuale stile narrativo. Certo potrà risultare ancora un po' imperfetto, ma non volevo stravolgerlo del tutto, per cui certe ingenuità dell'epoca si noteranno. Buona lettura)



Il temporale durava da quasi due ore e da qualche minuto mancava la corrente. La casa era completamente buia, così Edwin si muoveva lentamente, accanto alle pareti, allungando attentamente le mani per ripararsi da eventuali ostacoli (è vero, era casa sua, ma sfido chiunque a girare pere casa propria senza vedere nulla; se non ci si aiuta con le mani si rischia di ritrovarsi con qualche livido indesiderato).
Arrivò, con un po' di fortuna, alla scrivania dello studio, aprì il terzo cassetto e ne tirò fuori una torcia elettrica. Spinse il pulsante, ma la stanza rimase buia.
"Cazzo..." sibilò tra i denti "le batterie..."
Svitò il tappo sul retro e girò la torcia verso il basso; tre grosse batterie, ormai scariche, caddero sul pavimento, che Edwin gettò nel cassetto assieme alla pila.
"Papà ho paura!" urlò una piccola voce
"Stai tranquillo Rupert , ho quasi fatto" rispose di rimando Ed "Non c'è nulla di cui aver paura"
Bugia! Appena quelle parole gli uscirono di bocca sentì che erano false, ma certo non poteva dire a suo figlio che anche lui era spaventato. Ed era consapevole di quanto fosse assurda e irrazionale questa cosa, dato che era un uomo adulto, ma non poteva farci nulla, se non mostrarsi il più tranquillo possibile.
Improvvisamente gli tornò in mente la battuta di un vecchio film horror: "Non ho paura del buio, ho paura di quello che c'è dentro al buio".
Rabbrividì e una specie di déjà vu gli attraversò rapidamente il cervello, come un ricordo che non vuole affiorare.
"Tutto bene caro?" la voce di Shirley era ferma e rassicurante
"Si...sto cercando le candele.."
"Sono nella scatola nello sgabuzzino all'ingresso"
Edwin recuperò le candele con non poca fatica accendendole con l'accendino che aveva nella tasca dei jeans e tornò subito in salotto, dove la sua famiglia lo stava aspettando.
Shirely e Rupert erano accoccolati assieme sul divano con il bambino che teneva la testa appoggiata al ventre materno e si succhiava il pollice della mano destra, mentre la donna gli accarezzava amorevolmente i capelli.
"Eccomi" disse Ed facendo il suo ingresso nella stanza
Appena lo vide, il figlio gli corse incontro e gli si avvinghiò alle gambe, facendogli quasi perdere l'equilibrio.
"Hai avuto tanta paura?" gli chiese prendendolo in braccio
"No, solo un po'" mentì il bambino asciugandosi una lacrima che gli scendeva sul volto
"Ti va di fare un gioco prima di andare a dormire?"
Il viso di Rupert si illuminò.
"Posso scegliere quello che voglio?"
"Certo!" gli rispose il padre
"Il castello incantato!" urlò il bambino prima di sparire nel buio della sua cameretta e facendo ritorno, qualche minuto, dopo con una grossa scatola tra le mani.
Edwin e Shirley si guardarono stupiti per un attimo, ma nessuno dei due pensò per un solo istante di chiedere al figlio che fine avessero fatto tutte le sue paure.
I due genitori si sorrisero.

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