Il corpo, senza più vita, del bambino, giaceva riverso sul
lato della strada. Gli occhi, fino ad un attimo prima, luminosi e pieni di
vita, ora mi fissavano vitrei, ma carichi di accusa. Non so per quanto tempo
rimasi lì, per quel che ne sapevo potevano essere passate anche tre ore;
l'unica cosa che sentivo era il martellare del mio cuore. Quando finalmente mi
ripresi, avevo deciso cosa fare; del resto non potevo fare tardi alla festa di
compleanno di mio figlio. Avvolsi il cadavere in una vecchia coperta e poi lo
gettai in un cassonetto dei rifiuti. La piccola bicicletta invece la caricai in
auto, poi ripartii a razzo verso casa. Mio figlio mi aspettava in giardino.
Quando tirai fuori il suo regalo dal bagagliaio, il suo viso s'illuminò.
Mamma mia, bastardissimo quanto raccapricciante.
RispondiEliminaComunque, gran bel racconto d'impatto.:-)
Grazie Pirkaf :)
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