martedì 3 novembre 2015

Svolte

La lettera arrivò in una ventosa mattina autunnale;  Alberto l’aspettava da diversi mesi e quando, quel giorno, vide il postino attraversare il vialetto ingombro di foglie gialle e rosse, si precipitò fuori, prima ancora che questi potesse suonare il campanello.
Per un attimo, mentre stava esaminando la posta, temette che anche questa volta la lettera non fosse arrivata, poi vide la busta gialla con il logo della casa editrice alla  quale, molti mesi prima, aveva inviato alcuni suoi disegni, e tirò un sospiro di sollievo.
Quella mattina aveva saltato la scuola nella speranza di ricevere quella lettera, ma ora che l’aveva in mano, sentì tutto l’entusiasmo svanire.
Le mani gli tremavano e il cuore gli galoppava in petto. Dentro a quella busta c’era una risposta che, in un modo o in un altro, gli avrebbe cambiato la vita. Se ci fosse stata una risposta positiva, si sarebbe dovuto trasferire, abbandonando la famiglia, la scuola e gli amici, ma ancora peggio sarebbe stato se avesse ricevuto un rifiuto, mettendo così fine alle sue ambizioni di diventare il nuovo Manara.
Si fece coraggio e fece per aprire la busta quando squillò il telefono. Andò a rispondere e dopo qualche istante sbiancò in volto.
Riattaccò la cornetta; quindi strappò la lettera senza nemmeno aprirla e la gettò nel caminetto acceso.
Ormai non aveva nessuna importanza.
Uscì di casa chiudendosi la porta alle spalle, saltò sulla sua bicicletta e si avviò per una strada mai così deserta e silenziosa.



(Questo nuovo racconto è nato dalle critiche che mi sono state mosse per altri da me scritti che avevo lasciato con finale aperto, talvolta "costringendomi" a cambiarli. A me invece, piaccio i libri e film che lasciano aperta la porta a varie possibilità. Ecco dunque questa breve storia in cui, non solo, non chiudo il finale, ma anche non do spiegazioni su quanto accade. E devo dire che mi sono divertito molto a proporlo, anche se qualcuno mi ha "odiato")

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