“Ricordati, se mai dovessi aver bisogno di una mano che ti aiuti, che ne troverai una alla fine del tuo braccio... Nel diventare più maturo scoprirai che hai due mani. Una per aiutare te stesso, l’altra per aiutare gli altri.”
Capita a tutti di avere bisogno di aiuto e non mi riferisco a un supporto morale, o di un orecchio che ci sappia ascoltare; dico proprio dal punto di vista pratico: che sia per un lavoro, per un passaggio o per altri bisogni concreti. E il problema qual è?
Il problema è che quando chiediamo una mano dobbiamo poi "accontentarci" dell'aiuto che ci viene "concesso". Non possiamo pretendere che gli altri, anche l'amico più caro, vadano oltre le loro possibilità per soccorrerci; infondo siamo noi che abbiamo chiesto il loro intervento, dunque è bene evitare piagnistei e ricatti morali.
Viceversa se l'aiuto ci viene offerto è bene che chi lo fa sappia che è lui che deve adeguarsi alle nostre esigenze. Certamente non chiediamo sacrifici impossibili, ma chi ci aiuta di sua spontanea volontà non può venire a dirci in che modo dobbiamo ricevere il suo aiuto: se io sto risistemando casa e tu ti offri di aiutarmi, poi devi stare ai miei orari e al mio programma di lavoro (oddio un consiglio si ascolta sempre, ma deve rimanere tale e non un imposizione), perché io non posso aspettare te, ho altre cose da fare oltre a sistemare casa, ho il mio lavoro, ho le spese e quant'altro, perciò: "ti aiuto, ma dobbiamo fare così", non va bene, mi arrangio e amici come prima.
Queste sembrano ovvietà, ma non è così, lo so per esperienze diretta
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