(Questo è il primo racconto fatto per il primo corso di scrittura creativa...E' stato "solo" un gioco fatto partendo da un incipit comune, ma già si capisce il mio stile e il fatto che mi piacciano i finali che lasciano aperti punti interrogativi...)
Sam non sapeva se fosse un buon segno o l'inizio di
una catastrofe, aveva sempre pensato che quello fosse uno dei segni
dell'Apocalisse e per questo, vedere Owen arrivare puntuale, era una cosa che
lo preoccupava. Da quando lo conosceva, cioè da circa vent'anni, Owen non era
mai arrivato in orario ad un appuntamento, infatti la sua idea di puntualità
era di arrivare almeno venti minuti dopo gli altri; non lo faceva di proposito,
era semplicemente fatto così.
Una sera, lui ed Owen, erano rimasti d'accordo di trovarsi a casa sua alle dieci, per poi andare a sentire una band locale in un pub poco distante, ma Owen si presentò soltanto alle undici e un quarto. Sam aveva passato gli ultimi quindici minuti a mangiare nervosamente caramelle, in uno stato d'animo altalenante tra la rabbia e la preoccupazione che potesse essergli accaduto qualcosa. Owen si giustificò dicendo che un improvviso mal di pancia lo aveva costretto ad una "ritirata" strategica.
"Avresti almeno potuto avvisarmi, non sapevo cosa pensare" si lamentò Sam
Owen fece spallucce, lui trasse un profondo sospiro e la storia finì lì.
Inizialmente questi continui ritardi gli davano piuttosto fastidio e lo rendevano nervoso; poi ci fece l'abitudine, così come gli altri amici della compagnia, e ora ci scherzavano sopra.
Una volta Michael disse che Owen sarebbe arrivato tardi ad un appuntamento con Jessica Alba che lo aspetta a gambe aperte. Un'altra volta qualcuno, forse Chris, disse che sarebbe arrivato in ritardo anche al proprio funerale.
Quella sera Owen aveva dato appuntamento a tutti alle sette al "Feeling".
Una sera, lui ed Owen, erano rimasti d'accordo di trovarsi a casa sua alle dieci, per poi andare a sentire una band locale in un pub poco distante, ma Owen si presentò soltanto alle undici e un quarto. Sam aveva passato gli ultimi quindici minuti a mangiare nervosamente caramelle, in uno stato d'animo altalenante tra la rabbia e la preoccupazione che potesse essergli accaduto qualcosa. Owen si giustificò dicendo che un improvviso mal di pancia lo aveva costretto ad una "ritirata" strategica.
"Avresti almeno potuto avvisarmi, non sapevo cosa pensare" si lamentò Sam
Owen fece spallucce, lui trasse un profondo sospiro e la storia finì lì.
Inizialmente questi continui ritardi gli davano piuttosto fastidio e lo rendevano nervoso; poi ci fece l'abitudine, così come gli altri amici della compagnia, e ora ci scherzavano sopra.
Una volta Michael disse che Owen sarebbe arrivato tardi ad un appuntamento con Jessica Alba che lo aspetta a gambe aperte. Un'altra volta qualcuno, forse Chris, disse che sarebbe arrivato in ritardo anche al proprio funerale.
Quella sera Owen aveva dato appuntamento a tutti alle sette al "Feeling".
Sam parcheggiò nell'antistante spiazzo ghiaioso e
quando scese dall'auto vide che ad attenderlo c'erano già Michael, Dave e
Chris, mancava naturalmente solo Owen, ma non fece in tempo a finire il
pensiero che un'auto lo affiancò e ne scese proprio il suo amico. Sam rimase
sbalordito per un attimo, poi pensò che probabilmente era in ritardo anche lui,
ma quando controllò l'orologio, vide che segnava le sei e cinquantacinque.
Pensò che dovesse essere accaduto qualcosa di veramente straordinario perché Owen fosse in perfetto orario, ma il suo volto non lasciava trasparire nulla, era quello di sempre.
Assieme raggiunsero gli altri, che nel frattempo si erano seduti ad un tavolino del bar.
"Owen ti senti bene?" chiese Dave "Hai visto che..."
Owen lo interruppe con un gesto della mano e gli sorrise.
"Ordiniamo?" chiese
Gli altri annuirono. Lui alzò un braccio per attirare l'attenzione della cameriera.
"Quattro spritz all'aperol e una coca"
Quando lei si allontanò Owen tornò a guardare i suoi amici che lo fissavano perplessi. Si accese una sigaretta, aspirò profondamente e soffiò il fumo verso l'alto.
Il campanile vicino suonò le sette.
Pensò che dovesse essere accaduto qualcosa di veramente straordinario perché Owen fosse in perfetto orario, ma il suo volto non lasciava trasparire nulla, era quello di sempre.
Assieme raggiunsero gli altri, che nel frattempo si erano seduti ad un tavolino del bar.
"Owen ti senti bene?" chiese Dave "Hai visto che..."
Owen lo interruppe con un gesto della mano e gli sorrise.
"Ordiniamo?" chiese
Gli altri annuirono. Lui alzò un braccio per attirare l'attenzione della cameriera.
"Quattro spritz all'aperol e una coca"
Quando lei si allontanò Owen tornò a guardare i suoi amici che lo fissavano perplessi. Si accese una sigaretta, aspirò profondamente e soffiò il fumo verso l'alto.
Il campanile vicino suonò le sette.
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