venerdì 15 aprile 2016

Lasciami entrare (2008)



Difficile inquadrare in un unico genere questo piccolo gioiello della cinematografia svedese. Pur trattando di un tema horrorifico, di horror ha molto poco, se non qualche sequenza più grand-guignolesca che spaventosa. E' sicuramente un film drammatico che tocca tematiche quanto mai attuali, come quella della solitudine dovuta all'incomunicabilità (soprattutto tra adulti e giovanissimi), e alla paura del diverso. Infatti Oskar è abbandonato a se stesso, i suoi genitori sono divorziati e sembrano non accorgersi della sua sofferenza e della sua rabbia, dovuta ai soprusi di alcuni bulletti, e anche gli altri adulti sono ciechi al bisogno d'aiuto del biondo ragazzino, che immagina di accoltellare i compagni che lo vessano continuamente. Poi Oskar, conosce Eli, una ragazzina che si è trasferita da poco nel suo stesso palazzo, che sembra non temere il freddo e che vive assieme ad uomo anziano. 
Tra i due ragazzini nasce presto una tenera amicizia e un affetto profondo (qui il film si tinge di atmosfere romantiche, anche se si tratta di un amore casto e quasi infantile) e sarà proprio la nuova amica a dare ad Oskar il coraggio di affrontare i compagni di scuola che lo tormentano. In seguito Il ragazzino scoprirà che Eli non è un essere umano, ma un vampiro asessuato, che per sopravvivere ha bisogno di nutrirsi di sangue. Ma questa sua natura non spaventa lo spettatore, anzi si prova quasi pena per lei, costretta a macchiarsi di atroci delitti per sopravvivere. Particolarmente significativa la sequenza nella quale Eli chiede a Oskar di provare a identificarsi in lei, per fargli capire che non è un mostro, che sarebbe come condannare un leone o un ghepardo, perché uccidono delle indifese gazzelle; è solo bisogno di sopravvivenza. La situazione della ragazzina peggiora quando il suo "servo", ormai troppo vecchio per poterle essere utile e ancora di più per essere amato da lei, decide di suicidarsi. Un'altra scena importante è quella in cui Eli, chiede a Oskar di invitarla a entrare in casa, perché secondo la tradizione, i vampiri per entrare in una casa devono essere invitati da chi vi abita (e qui si capisce il significato del titolo), ma il ragazzino invece la stuzzica e invece di invitarla le fa segno con la mano di passare la porta, e solo quando vede che la sua amica rischia di fare una brutta fine, le da il suo permesso. Ed proprio qui, che Oskar capisce il dramma di Eli e decide di esserle comunque amico.Tutta la storia si svolge nei degradati sobborghi di Stoccalma, in paesaggi completamente imbiancanti dalla neve, che diventa la terza vera protagonista del film, con il suo biancore che copre ogni altro colore e sembra fare isolare ancora di più, i personaggi gli uni dagli altri.Le ultime immagini del film mostrano Oskar allontanarsi in treno, assieme alla sua amica, ben nascosta in uno scatolone e fanno presumere che diventerà il suo nuovo "servo" in un ciclo per lei infinito.Il film si può dunque definire un dramma-horror, sulla solitudine e sul bisogno di comunicabilità, che ormai non sembra appartenere più a questa società ed è anche una tenera storia d'amore, di due ragazzini soli e bisognosi l'uno dell'altra.


4 commenti:

  1. Ogni volta che mi rivedo questo film lo trovo sempre più profondo, crudo, tenero, freddo e dolce, gran film e gran post ;-) Cheers

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    1. Eh, già...avercene film di genere di questa qualità...

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  2. Bellissimo, uno di quei grandi horror capaci di travalicare il genere e coinvolgere lo spettatore in modi particolarissimi. Ti consiglio la visione del remake americano anche: ovviamente non è ai livelli dell'originale ma per essere un remake è stranamente ben fatto!

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    1. Giustissimo, un horror che è più di un horror, un film di una sensibilità unica...Ho visto anche il remake americano che in effetti non è malvagio, ma non raggiunge le vette dell'originale...

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