giovedì 17 novembre 2016

LE SVOLTE DELLA VITA

In questo vecchio racconto mi sono cimentato in un genere che non è il mio, ma nonostante qualche ingenuità e un finale, probabilmente troppo affrettato, credo che mi sia riuscito abbastanza bene...


Tommaso non sapeva cosa gli accadde quella sera, forse furono le sette birre che si fece fuori in meno di due ore, o forse fu l’ennesima delusione amorosa o, più probabilmente, la concomitanza di entrambe le cose; fatto sta che quando Francesco gli infilò la lingua in bocca, non fece nulla per allontanarlo, almeno inizialmente.
Marzio aveva organizzato quella serata, invitando qualche amico del forum in cui si erano conosciuti, ma lui, inizialmente, non voleva andarci. Non amava molto questi incontri, gente, poco più che sconosciuti, che fingevano di essere amici da una vita. Certo con qualcuno era nata una bella amicizia, come con Marzio appunto, ma per il resto erano amicizie superficiali, che rimanevano tali anche dopo questi fuggevoli incontri. Poi però, dato l’insistenza dell’amico, si decise ad andarci; per lo meno, pensò, non avrebbe passato l’ennesima serata da solo tra cinema e seghe mentali.
Arrivò a casa di Marzio con qualche minuto di anticipo e aiutò l’amico negli ultimi preparativi.
<< Dai, vedrai che ci divertiremo>> gli disse
Lui lo guardò sorridendo, e fece un cenno d’assenso, anche se in realtà, era poco convinto che sarebbe riuscito a divertirsi realmente. Continuava a pensare a Roberta…
Tuttavia, contrariamente a quanto aveva creduto, per qualche ora, riuscì a distrarsi e a dimenticare i suoi problemi.
La serata trascorse, tra discorsi faceti, risate, musica e alcol, forse un po’ troppo alcol, tant’è che dopo l’ennesima birra, Tommaso sentì salire i primi sintomi della sbornia, per cui preferì uscire in terrazzo per prendere una boccata d’aria.
La fresca brezza di fine settembre lo colpì piacevolmente, restituendogli un po’ di lucidità.
Il quartiere dove viveva Marzio era particolarmente tranquillo, a quell’ora per strada non si vedeva più nessuno, a parte un ragazzotto dall’aria assonnata, che accompagnava la bestiola di casa a marcare il territorio. Le luci alle finestre erano quasi tutte spente, la gente andava a letto presto da quelle parti, nonostante il giorno dopo fosse domenica.
La porta alle spalle di Tommaso si aprì e lui si voltò per vedere chi lo stesse raggiungendo.
<<Oh, sei tu Francesco…>>
<<Si… Stai bene Tommaso?>> chiese l’amico preoccupato <<mi sembravi strano…>>
<<Si, si, tutto bene, ho solo bevuto un po’ troppo>> rispose lui sorridendo <<dovrei darci un taglio con tutte queste birre. Sicuramente domani mi sveglierò con un gran bel mal di testa>>
<<Eh si forse dovresti>> replicò Francesco
Poi, l’amico fece una cosa che sorprese Tommaso; si avvicinò rapidamente e lo baciò. Fu un bacio lungo e appassionato, con le lingue che danzavano l’una nella bocca dell’altro.
Di sotto, il cane abbaiò un paio di volte per avvisare il suo padrone che era ora di tornare a casa. Quell’intrusione sonora, spezzò qualcosa nell’intensità del momento e Tommaso si allontanò di scatto da Francesco, gettando lo sguardo all’interno dell’appartamento.
<<Non ci ha visto nessuno, tranquillo>>  lo rassicurò l’amico
Lui continuò a guardarsi i piedi, senza dire nulla. Ora non sarebbe riuscito a sostenere lo sguardo del ragazzo che gli stava di fronte.
<<Va beh… io vado dentro>> disse Francesco, rassegnato.
<<No, scusa è che…>> mormorò lui
<<Cosa?>>
<<Niente… è che non sono…>>
<<Non sei cosa?>> insistette Francesco
<<Non sono gay…>>
Francesco sospirò.
<<Ti è piaciuto?>> gli chiese
<<Cosa?>>
<<Quando ci siamo baciati. Ti è piciuto?>>
Tommaso ancora una volta non rispose; si limitò a fissare l’amico che rientrava in casa e che, dopo aver recuperato le sue cose, lasciava la festa. Solo allora si decise a raggiungere il resto della compagnia.

Quella notte Tommaso non riuscì a chiudere occhio, ma non fu per gli effetti dell’alcol, ne per il bacio in se, quanto, per la domanda di Francesco. Era inutile rimuginarci su, quel bacio glie era piaciuto, ma aveva paura ad ammetterlo. Il fatto di poter essere omosessuale, o anche semplicemente bisessuale, lo riempiva di cieco terrore; era cresciuto con la convinzione di essere un normale eterosessuale, anche se poi non aveva avuto molte esperienze con donne. Non aveva pregiudizi nei confronti di gay e lesbiche, infatti già sapeva delle tendenze sessuali di Francesco, ma il fatto di far parte della “categoria”, era tutt’altro paio di maniche.
Disteso sul suo letto, con gli occhi spalancati, allungò una mano e premette il pulsante sulla radiosveglia, che con il laser proiettò, a grandi caratteri rossi, l’ora sul soffitto.
Le quattro e mezza.
Accidenti, non c’era proprio modo di dormire quella notte.
Poco male, pensò, andrò avanti con la lettura di quel mattone che mi porto avanti da due mesi…”. Tuttavia era troppo pensieroso per concentrarsi sul libro, per cui, dopo appena un paio di pagine, lo abbandonò sul comodino.
Continuò a rigirarsi nel letto fino a quando gli sorse spontanea una domanda: “Posso amare un uomo nello stesso modo in cui amerei una donna?
La risposta arrivò immediata. Rapida. Secca. Senza possibilità di smentite.

Nonostante avesse dormito poco più di due ore, alle nove, Tommaso era già in piedi.
Con gli occhi ancora pesanti, prese in mano il telefono e chiamò Marzio:
<<Ciao Marzio…si scusa se ti sveglio così presto…no, nessun problema, solo mi serviva il numero di Francesco, ce l’hai? Si? … No, non so perché è andato via così in fretta…Okay, grazie per il numero, a presto.>>
Per qualche secondo si limitò a fissare il numero che aveva segnato su un post-it giallo, chiedendosi se era poi così sicuro di quello che stava per fare.
Con la mano che gli tremava e il cuore che gli martellava in petto come il tamburo di una fanfara, compose il numero.
Il telefono squillò una volta.
<<Pronto?>>
<<Ciao Francesco, sono Tommaso…>>
Silenzio.
<<Ti ho svegliato?>>
<<Mi sono alzato alle sette questa mattina, non ti preoccupare. Che vuoi, piuttosto?>>
La voce dell’amico era fredda e non lasciava trasparire emozioni.
<<Hai da fare oggi?>> balbettò lui <<Ho bisogno di parlarti…>>
Dall’altra parte ci fu ancora qualche attimo di silenzio, poi:
<<Okay, ti do il mio indirizzo. Ti aspetto nel pomeriggio…>>
<<Parto subito, pranziamo assieme>> si sbrigò a dire Tommaso <<offro io.>>
Senza aspettare la risposta dell’amico riagganciò, e dopo una veloce, quanto gelida doccia, e una colazione a base di caffè e biscotti, montò in macchina.
Durante il viaggio continuò a pensare cosa avrebbe detto a Francesco; non aveva preparato nessun discorso, era tutto così strano e nuovo per lui. Una cosa era certa, anche se non ne era del tutto consapevole, aveva già preso una decisione che avrebbe cambiato la sua vita.

Un’ora e mezza dopo era davanti casa dell’amico. Suonò il campanello e lui venne ad aprire elegantemente vestito, col viso rasato di fresco e con sorriso che non si sarebbe aspettato, data la freddezza, con cui gli aveva parlato al telefono.
Tommaso sentì un tuffo al cuore. Alla vista di Francesco, le idee per un discorso andarono in fumo, tutta la sicurezza che era riuscito a costruirsi andò in frantumi. Tutto aveva perso senso. O forse, esattamente il contrario.
A pranzo, i due amici si limitarono a parlare del più e del meno, ricordando la sera precedente, facendo entrambi finta di dimenticare, quanto accaduto a fine serata. Che poi era il motivo per il quale, ora erano assieme.
Francesco aveva capito le difficoltà dell’amico, ma per il momento preferiva non fargli pressioni; era sicuro che era venuto fin lì, poi sarebbe andato fino in fondo.
Tommaso riuscì a sbloccarsi un paio d’ore dopo, mentre passeggiavano per le strade affollate del centro. Le parole gli uscirono di getto, come un fiume in piena; parlò per venti minuti di seguito, mentre Francesco ascoltava attentamente, senza mai perdere il suo sorriso.
Quando ebbe finito di parlare, Tommaso osservò l’amico, in attesa di una risposta, ma ancora di più, di una conferma.
Invece di rispondergli, lui lo prese per un braccio e gli disse: <<Vieni con me.>>
Svoltarono in una via laterale, e dopo qualche passo, Francesco vide quello che stava cercando. Sotto uno dei portici, un portone era rimasto aperto. Vi si infilò dentro, trascinando con se l’amico, e bloccatolo contro l’angolo dell’uscio, mentre contemporaneamente chiudeva la porta, iniziò a baciarlo.
Questa volta Tommaso non si tirò indietro, continuò a baciare il ragazzo che gli aveva fatto perdere la testa, fino a quando non fu questi ad staccarsi da lui.
I due si guardarono per un lungo istante. Fu Tommaso a rompere quell’imbarazzante silenzio.
<<Mi è piaciuto.>> disse.
Poi, i due ragazzi, scoppiarono a ridere.

Sette mesi più tardi, a primavera ormai inoltrata, Tommaso e Francesco si frequentavano con regolarità, entrambi felici per quella relazione. Comprensibilmente, i primi tempi furono i più difficili, soprattutto per Tommaso, che dovette vincere le iniziali titubanze e dimenticare tutte le certezze che, fino a quel momento, aveva avuto di se stesso. Poi, però, sconfitte le sue paure, si scoprì realmente innamorato e ora, non provava nemmeno più  ne imbarazzo, a mostrarsi in pubblico, in atteggiamenti affettuosi con il suo compagno.
Fu allora, che la sua vita subì una nuova svolta.
Da qualche settimana seguiva un corso di teatro amatoriale, durante il quale conobbe Monica, una ragazza dolce ed estroversa, verso la quale finì col provare una spontanea simpatia. Scoprì di avere diverse cose in comune con lei: oltre al teatro, amavano entrambi il cinema e la lettura, e tutti e due sognavano un giorno, di fare il coast to coast, degli Stati Uniti.
Un paio di volte uscirono assieme per una birra in compagnia, ma il loro rapporto non andò mai oltre a quello di due buoni amici, fino a quando, lei lo invitò a cena casa sua.


Quella sera non accadde nulla tra di loro, ma lui conobbe il figlio di Monica; uno splendido bambino di quattro anni, biondo con i capelli lisci che scendevano fin oltre la nuca. Gli occhi di un azzurro intenso, come non ne aveva mai visti e un sorriso così tenero e coinvolgente al quale non era possibile resistere.
Lei, gli raccontò che il suo compagno se n’era andato all’estero poco dopo la nascita del bambino, senza lasciare traccia di se.
Vedendo quel bambino, Tommaso, provò la stessa sensazione che aveva provato quando vide Francesco, il giorno dopo il loro primo bacio. In quell’istante capì, che nella vita, gli mancava qualcosa.
Nei mesi successivi, l’amicizia con Monica, divenne qualcosa di più importante, tant’è, che una sera che era stato a trovarla a casa, dopo che assieme avevano messo a letto il bambino, e complice una bottiglia di vino, finirono col far l’amore sul divano.
In seguito a ciò, Tommaso si sentì in colpa per aver tradito Francesco, per cui abbandonò il corso di teatro, così da non vedere più la ragazza della quale si stava innamorando.
Tuttavia non gli fu così semplice cercare di dimenticarla, infatti si ritrovò spesso a pensare a lei e suo figlio, cosa che lo spinse a chiedersi, se in realtà non fosse l’affetto che provava per quel bambino, a farlo credere innamorato di Monica.
Quella creatura, gli fece nascere un forte senso di paternità, ma sapeva che restando con Francesco, non avrebbe mai potuto realizzare questo sogno. Si domandò se sarebbe stato giusto interrompere la relazione con una persona che ancora amava, per intraprenderne un’altra con una ragazza, alla quale voleva bene, ma di cui non era sicuro di esserne innamorato, solo per realizzare un suo sogno.
Come altre volte gli era capitato in quell’ultimo anno, la risposta gli giunse rapida, quanto inaspettata. La risposta fu una telefonata di Monica, che gli arrivò quasi due mesi dopo l’ultima volta che si erano visti.
La conversazione non durò molto, ma ora Tommaso sapeva cosa doveva fare.
Con la vista annebbiata dalle lacrime compose il numero di Francesco, mentre nelle orecchie aveva ancora le parole di Monica.
<<Sono incinta.>>





3 commenti:

  1. Accade tutto troppo precipitosamente, secondo me, ma il racconto scivola via che è un piacere, complimenti Marco. ;-)

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    1. Si hai ragione, è tutto troppa affrettato, ma doveva essere un racconto di poche pagine per il corso di scrittura creativa, e mi sono fatto prendere un po' la mano...dovrei rivederlo e ampliarlo per farne un vero racconto lungo...Grazie di essere passato :)

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  2. Grazie Bro'...Ho in mente un idea che mi porterà a scrivere un po' di più qui sul blog, a base cinematografica...Ti farò sapere...;)

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