venerdì 21 settembre 2018

Stephen King's Day - Cujo (1983)



Nel giorno del settantunesimo compleanno del Re del brivido, alcuni amici blogger hanno deciso di riunirsi per omaggiare il prolifico scrittore, recensendo film tratti da alcune delle sue opere.
Per quanto mi riguarda ho deciso di rispolverare un vecchio film, forse non tra i più riusciti, come possono essere Shining, Misery o Stand by me (di cui però ho già abbondantemente parlato in occasione del trentennale del film), ma che tutto sommato risulta essere discretamente realizzato, con una buona regia e una buona prova dei protagonisti; sto parlando di Cujo del 1983 per la regia di Lewis Teague.



Cujo è un pacifico San Bernardo di proprietà di Brett Camber, figlio di Joe Camber. meccanico di Castle Rock. Un giorno, mentre sta inseguendo un coniglio selvatico, il cane infila la testa in buco nel terreno infestato da centinaia di pipistrelli e venendo morso da uno di questi. Lentamente il cane comincia a mostrare tutti i sintomi della rabbia, fino a diventare un feroce e aggressivo mostro.
Ormai fuori di sé, Cujo prima attacca e uccide Joe e il suo vicino, poi quando Donna Trenton e il suo figlioletto Tad, portano l'auto all'officina e questa rimane in panne, tiene in ostaggio la donna e il bambino impedendo loro di fuggire e tentanto ripetuti attacchi ai finestrini, tentando di entrare nell'automobile.



Lewis Teague (Alligator, L'occhio del gatto) dirige con mano ferma, un buon thriller/horror, che seppure si distacchi non poco dal romanzo originale, in particolare per il finale (qui si è optato per un classico happy end, a differenza del romanzo che termina in maniera decisamente cattiva), funziona molto bene, riuscendo a creare una buona tensione, considerando anche il non facile soggetto.
Dirigere un horror, con un ambientazione limitata, come quella che vivono Donna e suo figlio e tutto alla luce del sole non è cosa facile, ma Teague ci riesce bene e anzi, è proprio questa la parte migliore del film, in cui è invece un po' sacrificata la parte drammatica del contesto famigliare.



Infatti nel film non ci vengono spiegati i motivi per cui Donna decida di tradire il marito ed è poco chiaro il fatto che gli incubi di Tad, siano dovuti, appunto, alla difficile condizione famigliare. Così come viene fatto solo intuire che anche la situazione dei Camber sia complicata, con un padre-padrone, ubriacone e violento e una moglie e un figlio da una parte succubi, dall'altra ammiratori dell'uomo (in particolare Brett prova una serie di sentimenti contrastanti nei confronti del padre).
Al regista interessavano poco questi aspetti e ha preferito concentrarsi su Cujo, sulla sua lenta trasformazione e sulla sua ferocia che esplode incontrollata nella seconda parte della pellicola.
Ottimo il lavoro degli addestratori, che oltre ad alcuni San Bernardo, hanno usato un Rotwailler, appositamente truccato, per le scene più sanguinose, mentre per le scene di lotta hanno mascherato un ragazzino e poi ripreso da dietro.



Molto buone le prove attoriali, in particolare quella di Dee Wallace (E.T. L'extraterrestre, L'ululato, Critters...), nel ruolo di Donna, che ha messo in risalto sia le sue doti drammatiche, che quelle più propriamente fisiche. Bene anche il piccolo Danny Pintauro (forse i meno giovani lo ricordano nel telefilm Casalingo superpiù), credibile anche nelle scene più intense, tanto che pare che nella sequenza in cui sta per soffocare nell'auto abbia realmente morso Dee Wallace, le cui urla di dolore sarebbero dunque ancora più sincere.
Non lascia invece il segno Daniel Hugh Kelly, che interpreta Vic Trenton, noto soprattutto per il suo ruolo di McCormick nella serie tv Hardcastle e McCormick.



Un film, dunque, imperfetto, soprattutto se confrontato con il romanzo (uno dei più sottovalutati di King), ma che sa intrattenere e trasmettere inquietudine e che merita la sufficienza piena e se avesse avuto il coraggio di mantenere il finale originale, avrebbe guadagnato anche qualcosa di più.

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The Mist su White Russian
Cimitero vivente su Non c'è paragone
1922 su La collezionista di biglietti
Il miglio verde su Stories


9 commenti:

  1. Io l'avevo trovato decisamente angosciante, nonostante il finale positivo. Bellissima prova di Dee Wallace, è vero :)

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    1. Sicuramente tutta la parte ambientata nell'auto è claustrofobica...Come dicevo, un film non eccezionale, ma che merita la piena sufficienza

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  2. complimenti per l'iniziativa! se lo rifate l'anno prossimo posso partecipare?
    Ciao,
    Vincenzo

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    1. Certo...più siamo meglio è, ma se vuoi puoi unirti per altre iniziative :)

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  3. Ho saputo troppo tardi dell'iniziativa, ma se si ripropone vorrei partecipare ;)

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  4. Lo vidi qualche anno fa per una delle nostre "Notte Horror" e non mi piacque proprio. Certo, l'idea è carina e il senso di claustrofobia dei due protagonisti si sente abbastanza durante tutta la visione, ma mi aspettavo molto di meglio, invece mi ha abbastanza deluso.

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    1. E' un film un po' lento a partire e magari uno pensando che è un horror si aspetterebbe molto più sangue e violenza, invece è un film che fa della sua forza l'attesa e la tensione...

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  5. Sarà per la prossima volta...Non sono convinto che il film sia meglio del libro (tra l'altro anche dei "Tommyknockers" King ricorda poco causa abusi di alcool e droghe), in cui i personaggi sono maggiormente approfonditi...E poi il finale originale è uno dei migliori di King...

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