giovedì 27 agosto 2015

Oh, Mexico, I guess I'll have to go...

Siamo arrivati di notte, ma già così si vedeva che la città era diversa da tutte quelle che avevamo visitato negli anni passati. Messico City è una delle città più grandi e caotiche al mondo, ma anche una di quelle in cui si nota maggiormente la differenza tra chi sta bene, e chi sta meno bene, tra la periferia e il centro. Tuttavia, l'eccitazione di trovarci in un Paese esotico, e la piacevole soundtrack fornitaci dal tassista, composta esclusivamente da brani anglofoni (Red Hot Chili Peppers -ok qui ci stava pure bene- e U2 tra gli altri) non ci avevano permesso di apprendere a pieno la realtà in cui ci trovavamo.
Il giorno dopo, alla luce del sole, una volta recuperata la nostra auto, forme e colori hanno preso sostanza e abbiamo iniziato a vivere la nostra vacanza,
Il traffico della città è qualcosa di indescrivibile; io fortunatamente non ho dovuto guidare, perché tra improbabili incroci, e auto che sfrecciavano indifferentemente a destra e sinistra, suonando il clacson dopo un microsecondo che era scattato il verde, probabilmente avrei fatto qualche danno.
La nostra prima tappa è stata Teotihuacan, dove si trova uno dei maggiori siti archeologici del Centro-America, ma arrivarci non è stato così semplice, dato che dando retta a due navigatori diversi abbiamo sbagliato strada, trovandoci così in un paesino caratteristico, ma in cui i turisti ci passano appunto per sbaglio. Inoltre abbiamo fatto conoscenza delle topas, i corrispettivi messicani dei nostri rallentatori del traffico, con la differenza che lì li trovi ad ogni pisciata di cane (scusate il francesismo), spesso sono dello stesso colore dell'asfalto e altrettanto spesso non sono segnalati. Questa sorte di attentati all'incolumità delle persone e delle auto, ci hanno accompagnato per tutta la vacanza.
Siamo comunque giunti a destinazione, e lo spettacolo è stato magnifico. L'arrampicata sulle Piramidi del Sole e della Luna non è stata per me semplice, a causa della mia indolenza durante l'anno, ma alla fine sono sempre giunto in cima pienamente soddisfatto. La visita ci ha portato via l'intera mattinata e poi il pomeriggio siamo rientrati in città con visita al Museo Antropologico.

La Piramide della Luna vista da La Piramide del Sole

Il giorno dopo siamo partiti in direzione di Oaxaca, con un breve tappa a Puebla e il mio viso e le mie braccia stavano già assumendo un colore rosso vivo per via della solata del giorno precedente.
Avendo scelto di fare un percorso abbastanza diverso da quelli classici, in questa prima parte del viaggio, cioè per tutta la prima settimana circa, abbiamo avuto modo di avventurarci anche in zone rurali, in cui oltre alle già citate topas e alle moltissime curve, a rallentarci ci pensavano uomini, donne e soprattutto bambini che si piazzavano in mezzo alla strada tra le due carreggiate per provare a venderci qualche prodotto tipico o comunque a racimolare pochi pesos.
I due giorni seguenti sono proseguiti con le visite ai siti di Monte Alban e Yagul inframmezzati da quella a Mitla. Qui ci siamo fermati ad una piccola ditta che produce metzcal e ne abbiamo assaggiato qualche bicchierino prima di decidere di comprare tre bottiglie da portare a casa. Non contenti, sulla strada del ritorno abbiamo trovato una delle filiali della Corona e anche qui abbiamo preso una bottiglia a testa che però abbiamo consumato subito...
La festa alcolica però non è durata a lungo dato che, un paio di giorni dopo, forse a causa di qualcosa che avevamo mangiato, siamo stati tutti e tre colpiti da un virus intestinale che ci ha tenuto compagnia per quasi tutto il resto della vacanza, costringendoci a bere soltanto acqua.
Le temperature a San Cristobal ci hanno in parte sorpreso, se non altro per la differenza tra il giorno e la sera (o la mattina presto) in cui devi coprirti con una felpa o una giacchettina. Nei giorni a seguire avremo avuto modo di rimpiangere quella frescura dato l'innalzarsi della temperatura e dell'umidità.
Prima però ci sono state la navigazione del Canyon Sumidero con sguardo sulla fauna locale (alligatori, scimmie e vari tipi di uccelli), il Mirador (vista del Canyon stesso dall'alto) e la città di Chamula con la sua particolare chiesa senza panche e il pavimento ricoperto di aghi di pino, dove siamo stati "assaliti" da numerosi bambini in cerca di qualche soldo.

Pellicano al Canyon Sumidero

La tappa seguente è stata forse la più bella di tutta la vacanza, con una visita guidata al sito di Toninà, a mio avviso più armonioso rispetto al più appariscente  sito di Teotihuacan e alle splendide aree naturalistiche di Agua Azul e Mazul-ha.
Nonostante la loro bellezza, questi luoghi sono rimasti fuori dai circuiti del turismo di massa, e in particolare da quello europeo e italiano, per cui siamo sempre riusciti a fare delle visite tranquille, godendoci le meraviglie costruite dall'uomo e lo spettacolo della natura.

Agua Azul

Da li in poi però le cose sarebbero notevolmente cambiate, avvicinandoci infatti allo stato dello Yucatan il flusso di turisti è notevolmente aumentato, già a partire dalla bellissima Palenque.
Ed è stato nel piccolo albergo di Xpujil che abbiamo incrociato una chiassosa famiglia snob, probabilmente di Milano, che poi abbiamo avuto modo di ritrovare almeno altre due volte durante il nostro percorso, senza che accennassero mai ad un saluto.
Un'altra tappa che mi è molto piaciuta è stata quella successiva di Calakmul, città archeologica immersa nella giungla, dove oltre alle splendide piramidi e costruzioni di vario genere, abbiamo potuto vedere vari animali nel loro ambiente naturale come scimmie, tapiri, coati e quant'altro...
La volta successiva è stato il viaggio per Chetumal, con visite a Chicannà e Kohunlich e quindi Uxmal, con le sue imponenti costruzioni.
Una volta salutata Merida, ci siamo messi in moto verso Valladolid con tappa obbligata alla celebre Chichen-Itza, uno dei centri archeologici più grandi e ben conservati dello Yucata e dell'intero Messico, nonché uno dei più visitati, in quanto vicino alle spiagge e ai villaggi turistici.
Ma di quella giornata ricorderò per sempre la visita e il bagno ai cenote...Se non lo sapete, i cenote sono delle specie di grotte con presenze di acqua dolce (talvolta mista a salata), dove è possibile farsi una nuotata.

Cenote nei pressi di Chichen Itza

Il giorno dopo, in direzione Playa del Carmen, abbiamo visitato Tulum, un centro archeologico (l'ultimo del nostro viaggio) a ridosso dell'oceano.
Gli ultimi due giorni sono stati dedicati al relax, alle spiagge, al cocco e allo shopping..
Ma oltre a quello fin qui descritto, di questo viaggio voglio ricordare ogni singolo momento: dai miei fantastici compagni di viaggio, alla gentilezza e cortesia dimostrataci della gente del posto; dai lunghi e interminabili spostamenti in auto, alle difficoltà a prelevare i pesos (almeno una volta ognuno di noi ha dovuto affidarsi agli altri per i prelievi di denaro); le risate, il buon cibo, i bagni rilassanti in piscina, il benzinaio che ci ha fregato duecento pesos...Un viaggio stupendo, che mi ha permesso di vedere, oltre a bellissimi posti, anche una realtà diversa da quella che avevo visto nei viaggi precedenti, e che vedo ogni giorno...

I tre amigos

Adios Mexico!!!


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