mercoledì 2 maggio 2018

La mia vita a quattro zampe (1985)

Ripesco, ancora una volta, una vecchia recensione in attesa di qualcosa di nuovo appena avrò un po' più di tempo...



Svezia, fine anni 50. Ingem
ar vive con la madre e il fratello maggiore in un piccolo centro, mentre il padre è lontano per motivi di lavoro. Giochi, risate e qualche sgridata caratterizzano le giornate del bambino, fino a quando la madre si ammala di tubercolosi. Il bambino deve dunque trasferirsi a casa di uno zio, a nord, abbandonando anche Sikkar, il suo amato cagnolino.


Qui incontrerà molti strani personaggi: un vecchio malato che si fa leggere dal ragazzo cataloghi di biancheria intima per signora; un altro strampalato signore che passa tutto il tempo ad rattoppare il suo tetto, Berit, la bella del paese, che posando nuda per un eccentrico artista, si fa accompagnare dallo stesso Ingemar per evitare eventuali pettegolezzi e che, una volta, il ragazzino spierà dal lucernario dello studio, finendo però per sfondarlo e piombando quasi addosso alla donna. C'è poi Saga, una ragazzina con atteggiamenti da maschio, bravissima nel calcio e nella boxe. In mezzo a tutti questi personaggi, Ingemar se la caverà grazie alla sua filosofia: "...poteva andare peggio". Uno dei suoi esempi preferiti riguardo a questa filosofia è quello della cagnetta Laika, spedita nello spazio dai russi, e morta dopo poche settimane per mancanza di cibo e acqua. Questa sorte, sembra a Ingemar, molto peggiore dei suoi problemi.


Tornato a casa per l'invero, la felicità durerà poco, infatti poco dopo la madre avrà una ricaduta e morira. Il bambino si trasferisce così definitivamente a casa degli zii, con l'unica speranza di riabbracciare presto il suo adorato Sikkar. Tuttavia durante una lite, l'amica Saga, gli rivela che il cagnolino è morto da tempo, così Ingemar andrà a chiudersi nella "casa dei giochi" costruita dallo zio, dove passerà tutta la notte, piangendo e dando sfogo a tutto il dolore per la perdita della madre, che aveva fin'ora tenuto represso, ripetendosi che avrebbe dovuto parlarle di più. Ne uscirà il mattino dopo rafforzato e pronto ad affrontare l'età adulta.


Hallstrom, fa tesoro della lezione imparata da Truffaut (I 400 colpi) e racconta con delicatezza una fase cruciale della vita di ogni persona, infatti qui Ingemar ricorda il suo passaggio dall'adolescenza all'età adulta, dalla suo prospettiva "a quattro zampe" alla coscienza dei fatti della vita. Come quasi tutti i più bei film sull'adolescenza, dal già citato "I 400 colpi" ad "Arrivederci ragazzi" di Louis Malle, ma anche a "Stand by me" di Rob Reiner, anche il film del regista svedese punta sui due elementi fondamentali "ricordo" e "passaggio". Ed è forse qui che si differenziano i film sui ragazzi, dai film per ragazzi. Il film di Hallstrom è infatti un film per adulti, è il ricordo di un ragazzino di dodici anni che scopre all'improvviso di avere un passato e con esso fa conti, lasciandoselo, infine, alle spalle.


Lo sguardo con cui affronta questo cambiamento è all'inizio uno sguardo straniato, esterno quasi fosse quello del suo cane. E in questa visione a "quattro zampe" il mondo pare strano e folle, come i personaggi che lo popolano, ma una volta che riuscirà ad affrontare il suo passato, darà un significato anche alla morte di sua madre, e allora inizierà a "fare i confronti", enumerando così le più strane ingiustizie di cui è a conoscenza e al cui confronto, la morte della madre appare ridimensionata. Ed ecco che "trovando la giusta distanza dalle cose", trova anche il suo spazio nel mondo degli adulti.

6 commenti:

  1. Non l'ho visto, ma dalla tua ottima recensione è un film che mi ha trasmesso un grande magone.

    E' difficile crescere in condizioni normali, immagino invece per chi ha perso la madre troppo presto.

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    1. Si te lo consiglio caldamente...e tutto sommato, nonostante certi momenti tristi, il film è anche divertente...

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  2. Manco io l'ho mai visto, ottimo recupero.
    Una storia malinconica e sicuramente triste, ma -da come la descrivi- anche di assoluta crescita :)

    Moz-

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    1. E' un classico "coming of age", ma con un'ottica europea anziché americana...Assolutamente da vedere e far vedere...

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  3. Io l'ho visto migliaia di volte, invece.
    Era il periodo dell'allora Tele + e questo film veniva trasmesso a cadenza regolarissima insieme ad altri film dello stesso filone.
    In genere erano tutte pellicole anglosassoni.
    Ricordo oltre La Mia Vita A Quattro Zampe anche Colpo Di Fionda e Movie Days.
    In pratica tre film che andavano in loop continuo e che io rivedevo anche perché ero appassionato di storie di formazione.

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    1. Io l'ho visto le prime volte, quando d'estate su Italia1 davano film tematici, e spesso di pomeriggio passavano molti di questi film...

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