Il film, basato sull’omonimo romanzo di Diego De Silva, racconta la vita disagiata, di un gruppo di ragazzini nei quartieri più poveri di Napoli, e in particolare quella dell’undicenne Rosario, le cui giornate sono in perenne bilico tra le amorevoli cure per la nonna malata, il volontariato all’oratorio e le rapine, i furti, e pericolose “roulette russe” sulla tangenziale, compiute con gli amici.
Andrea e Antonio Frazzi ci mostrano uno spaccato di realtà, che se anche noto, viene spesso dimenticato, o nascosto sotto al tappeto, realtà che vede coinvolti tanti bambini, che hanno come unica maestra di vita la strada, e come solo futuro, quello della delinquenza.
La storia ci viene narrata in diversi flashback, mentre Rosario in metropolitana, si avvia verso il suo inevitabile destino. Vediamo così i ragazzini che si prostituiscono con un vecchio pedofilo, che li sfrutta anche per rapine e furti; bambini che giocano alla roulette russa, attraversando di corsa la trafficata tangenziale, undicenni che passano le loro giornate in sala giochi o al bar, a fumare sigarette e scherzare. Contemporaneamente assistiamo alla parte buona della vita di Rosario, quella in cui si prende cura della nonna, o quella delle giornate passate come volontario all’oratorio, dove il ragazzo incontra Caterina, una ragazza più grande di cui si innamora, e Santino uno dei volontari, che cerca di portare Rosario verso la buona strada, figura che si contrappone a quella di Damiano, che invece vuole fare di lui un killer per la mafia.
Il buon cuore di Rosario ci viene mostrato anche nella sequenza in cui, in cerca di una facile avventura sessuale, con i suoi amici si rivolgono ad una signora che fa prostituire le figlia, ma resosi conto che questa, è una bambina ancora più giovane di loro, preferisce desistere. Tuttavia la morte di Caterina, e la conseguente voglia di vendetta, porteranno Rosario a scegliere la strada della delinquenza.
I bambini dei fratelli Frazzi, che molto devono al film “Vito e gli altri” di Antonio Capuano, compiono atti di delinquenza, allo stesso modo in cui si compiono quelli d’affetto, poiché non hanno la capacità di diversificarli, nessuno ha spiegato loro la differenza tra bene e male, sono cresciuti in ambiente dove tutto e ambiguo e privo di moralità, tanto che anche dopo un omicidio, si può tranquillamente giocare una partita di calcio.
“Certi bambini” è un film crudo, per nulla buonista, che denuncia una tremenda realtà, che non avviene in lontane baraccopoli del Sud-America, ma qui, sotto il nostro naso, sotto l’indifferenza e l’incapacità delle autorità a fermare questa piaga.
Amo questo film e lo ricordo benissimo.
RispondiEliminaMi aveva colpito molto (visto anni fa in terza serata su Rete4).
C'è anche l'attore di UPAS :)
Moz-
Beh credo il film sia fatto apposta per rimanere impresso...certo non è la solita commediola da quattro soldi...
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