venerdì 14 settembre 2018

Molto forte, incredibilmente vicino (2011)

Come sempre, quando ho poco tempo per aggiornare il blog con qualcosa di nuovo, vi propongo una vecchia recensione. Questa volta si tratta del film "Molto forte, incredibilmente vicino". Buona lettura.

Oskar è un ragazzino di nove anni, intelligente, ma timido e insicuro, che ha perso il padre, interpretato da Tom Hanks, durante gli attacchi alle Twin Towers dell’11 settembre. Da quel giorno, il bambino si chiude ancora più in se stesso diventando ancora più diffidente e spaventato. Un giorno, mentre curiosa tra gli oggetti del padre, trova una misteriosa chiave, e convinto che sia stata lasciata li apposta per lui, inizia una lunga ricerca per tutta New York, per trovare la serratura che quella chiave apre.
 


L’attentato dell’11 settembre è una ferita ancora che ancora brucia e in questa pellicola, tratta dall’omonimo romanzo di Jonathan Safran Foer, già autore di Ogni cosa è illuminata, Stephed Daldry ci mostra gli effetti di quella cicatrice, attraverso gli occhi di un bambino.
Oskar è ancora piccolo, e vorrebbe capire perché ha dovuto perdere il padre, in maniera così tragica, non gli è sufficiente sapere che certe cose accadono e basta, ha bisogno di una risposta. Così quando, tra le cose del padre, trova una misteriosa chiave e un misterioso nome, “Black”, inizia un’affannosa ricerca per trovare cosa quella chiave apre, e chi è quel fantomatico “Black”.



L’impresa si rivela subito proibitiva, troppe le persone con quel cognome, e ancora di più le serrature che quella chiave potrebbe aprire; inoltre il bambino, per riuscire nella sua ricerca, deve vincere tutte le sue fobie, la paura dei luoghi chiusi, la paura degli sconosciuti, la paura del contatto fisico e così via. Alle immagini di Oskar che si aggira per le brulicanti strade newyorkesi, Daldry alterna flashbacks del bambino che gioca con il padre e altri “del giorno più brutto”, aggiungendo ogni volta un pezzo del puzzle che solo alla fine, si vedrà nella sua interezza.



Fin dall’inizio si vede che Oskar è particolarmente legato al padre, mentre la madre, una brava Sandra Bullock, è sempre in secondo piano; così il bambino decide di tenerle nascosto il suo progetto, perché crede che lei non possa capire il motivo di tutto ciò e non capendo il dolore della donna, che ancora soffre per la perdita del marito e che vede il figlio allontanarsi sempre di più. Tuttavia Oskar continua ostinato la sua ricerca, in cui per un po’ verrà aiutato dal misterioso coinquilino di sua nonna; un uomo anziano, che da diversi anni non dice più una parola e si esprime scrivendo su un notes.



L’uomo, interpretato da un bravissimo Max Von Sydow, lo aiuta non solo nella ricerca, ma anche a vincere molte delle sue paure, così il bambino senza quasi accorgersene inizia  a prendere la metropolitana, ad attraversare pontili traballanti e così via. Verso la fine, il film si fa più intenso, vengono svelati dolorosi segreti, di voci registrate in una segreteria e di bare vuote, e quando finalmente Oskar trova la soluzione ai suoi quesiti, scopre che non è quello che cercava, ma alla delusione iniziale farà spazio la consapevolezza di aver fatto qualcosa di importante, di essere cresciuto vincendo le sue paure e di essersi riavvicinato alla madre, che in questo percorso non lo ha mai abbandonato.



Daldry usa il mistero della chiave come una sorta di MacGuffin hitchcockiano, poiché alla fine non ha importanza cosa apre quella chiave, ma ciò che importa realmente è il cammino di Oskar e la sua crescita. Inoltre il regista britannico riesce a conferire al film la giusta drammaticità, senza essere troppo melenso, ma piuttosto conquistando lo spettatore al cuore, legandolo ad una vicenda intensa ed emozionante. Come già detto gli attori sono tutti bravi, ma a spiccare è la prova del giovane Thomas Horn (Oskar), che sfodera un’interpretazione  non solo convincente, ma anche profondamente emotiva.

7 commenti:

  1. Ho visto questo film un paio d'anni fa, e ne sono rimasta piacevolmente colpita.
    Devo dire che, dato il cast di spessore, le mie aspettative erano molto alte, ma non furono deluse.
    La Bullock rimane una delle mie attrici preferite, e questo film, come molti altri, le rende onore.

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    1. E' un film che colpisce e i protagonisti sono tutti molto bravi

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  2. Uno dei film degli ultimi anni che preferisco. Davvero bello, amo la grande caccia al tesoro che il protagonista si costringe a compiere per tutta NY... e a cosa porta. Bellissimo.

    Moz-

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    1. Si quella caccia al tesoro ha un certo fascino come la città di New York...

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  3. E' un bel film, anche se mi aspettavo decisamente di più ;)

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    1. Chi ha letto il romanzo mi ha detto che è molto più forte e coinvolgente, ma tutto sommato credo che qui sia stato fatto un buon lavoro

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  4. Si è proprio il mio genere...:) Grazie ancora

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