martedì 29 novembre 2016

Ma che cucciolo carino...

L'idea è quella di presentare, con scadenza più o meno regolare, una lista di film riguardanti una determinata tematica (film con ambientazione scolastica, film sui vampiri, film "on the road" e così via..). Queste liste non saranno delle classifiche, ma semplicemente un elenco di alcuni film, con una breve recensione che, personalmente, ritengo interessanti o degni di menzione (non necessariamente in positivo). Prendetele come dei consigli sulle molteplici tematiche che il cinema può può offrire.
E il primo argomento affrontato è quello degli animali assassini

1. Gli uccelli: Capolavoro di Alfred Hitchock che non ha bisogno di presentazioni. Girato nel 1963 è forse il primo, o per lo meno uno dei primissimi film, in cui l'uomo deve affrontare la furia degli animali. La vicenda narra di Melanie che arriva a  Bodega Bay per regalare una coppia di pappagallini a Mitch, giovane avvocato conosciuto qualche tempo prima, e che vive qui con la madre e la sorellina. Durante la traversata, la donna viene ferita da un gabbiano, ma quello che inizialmente sembra un semplice incidente, poi si rivelerà un vero e proprio incubo, quando diverse centinaia di uccelli, di diverse razze. si ribelleranno contro l'uomo. Una delle cose geniali del film è che non viene mai spiegato il motivo di questa follia omicida. Indimenticabile il finale.

Gl uccelli (1963)


2. Lo squalo: Con questo film, Spielgberg ha fatto nascere in decine di migliaia di persone, la fobia per le spiagge e per l'acqua. Inoltre, dopo il successo planetario di questa pellicola, moltissimi altri registi si sono dilettati, con risultati non sempre all'altezza, in film su animali affamati di carne umana. La storia è quella di uno squalo bianco che infesta le acque di Amity e che si ciba di incauti bagnanti. Uno sceriffo preoccupato vorrebbe chiudere le spiagge, ma il sindaco, che invece pensa all'economia della piccola isola, si rifiuta di ascoltarlo; l'uomo, assieme ad un oceanologo e ad un cacciatore di squali, si mette sulle tracce dell'orribile bestia. Il film è un crescere continuo di pathos e tesìnsione, e che nonostante abbia più di quarant'anni, mantiene sempre il suo fascino.

Lo squalo (1975)


3. Piranha: Di questa pellicola ne ho già parlato lungamente qui. Joe Dante riesce a riprendere il plot de "Lo squalo", inserirci un bel po' di ironia e disseminarlo di critica sociale, ricavandone un gran bel prodotto. Certamente non è il capolavoro che può essere il film di Spielberg, ma è comunque un'ottimo film: Paul e Maggie, inavvertitamente liberano nel corso di un fiume, dei feroci pesci assetati di sangue,geneticamente modificati da uno scienziato. Inizia così una terribile carneficina.

Piranha (1978)


4. Swarm - Lo sciame che uccide: Uno sciame di api assassine brasiliane, prima assalta una guarnigione militare nel Texas, sterminando tutti, poi si dirige verso il cuore degli Stati Uniti. La Casa Bianca affida il compito di neutralizzarlo ad un celebre entomologo, ma mentre la soluzione tarda ad arrivare, le api continuano a mietere vittime e i militari tentano con rimedi peggiori del male.
Fanta-horror di serie B, non ha avuto gran successo né di critica, né di pubblico, nonostante un cast eccezionale tra cui si ricordano Michael Cane, Richard Chamberlain, Katherine Ross, Henry Fonda e moltissimi altri...Quando lo vidi da ragazzino, alcune scene mi turbarono e anche se ora non fa più quell'effetto lo ritengo un discreto film catastrofico.

Swarm - Lo sciame che uccide (1978)


5. Grizzly, l'orso che uccide: Altro film sulla scia de "Lo squalo", questa volta con protagonista un feroce orso grizzly. Questa pellicola non è certo memorabile, ma alcune delle morti sono veramente truculente e non risparmia qualche colpo duro. Per il resto si sono visti plantigradi ben più realistici (nelle scene di attacco, perché l'orso era vero, ma per gli attacchi dello stesso sono stati usati dozzinali trucchi) in film come Backcountry o in Revenant con Di Caprio.

Grizzly, l'orso che uccide (1976)


6. Alligator: Il film prende spunto da una leggenda metropolitana in cui si racconta di enormi alligatori che vivono nelle fogne delle metropoli americane, dopo che, ancora cuccioli, vi sono stati gettati, attraverso lo scarico del wc dagli incauti proprietari. In questo caso, il rettile esce dal sottosuolo e si aggira per le strade di Chicago facendo una strage. Il film, purtroppo, non è invecchiato troppo bene, soprattutto a causa di effetti speciali piuttosto datati, ma la storia funziona bene e l'idea di partenza è buona.

Alligator (1980)


7. Cujo: Quando il migliore amico dell'uomo può diventare il suo peggiore incubo...Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Stephen King e racconta di un pacifico San Bernardo che in seguito al morso di un pipistrello contrae la rabbia diventando aggressivo e cattivo. Dopo aver ucciso alcune persone, il cane tiene in ostaggio, all'interno della loro auto, una donna e il suo bambino...
La pellicola, pur distanziandosi dal libro in alcune sue parti e in particolare nel finale, riesce a trasmettere tensione, grazie al buon lavoro fatto con il San Bernardo e ad un pugno di buoni attori. Il regista è lo stesso di Alligator 


Cujo (1983)


8. Denti assassini: Sequel de "Il cibo degli dei", a sua volta tratto da un romanzo di H.G. Wells, racconta di alcuni topi che in seguito ad un esperimento scientifico hanno subito un incredibile processo di ingigantimento. Un gruppo di studenti che lottano contro la vivisezione, per errore libera gli enormi ratti, che ben presto andranno in cerca di cibo in città.
In realtà questo lo ricordo come un film bruttino, con effetti speciali dozzinali e piuttosto noioso, ma vedo che in giro ha i suoi estimatori, per cui ho pensato di inserirlo in questa lista.

Denti assassini (1989)


9. Monkey Shines - Esperimento nel terrore: Romero abbandona per un po' il genere zombie-movie e racconta la storia di Allan, che in seguito ad un incidente, si ritrova tetraplegico su una sedia a rotelle. Un giorno un amico gli regala una piccola scimmia cappuccino che aiuta il giovane nei piccoli problemi quotidiani. Ben presto tra Allan e il piccolo animale si crea un forte legame simbiotico, tanto che questi, non obbedirà soltanto agli ordini che gli vengono impartiti, ma anche quei desideri più malsani e profondi che l'uomo comincia a provare a causa della frustrazione dettagli dal suo status di invalidità. Suspense, tensione e qualche momento raccapricciante rendono questo film un cult assoluto.

Monkey Shines - Esperimento nel terrore (1988)


10. Black Sheep - Pecore assassine:  A dire il vero questo film ancora mi manca, ma una pellicola così assurda non poteva non far parte di questo breve catalogo. Come facilmente si può intuire dal titolo, si parla di un gruppo di pecore, che divenute carnivore in seguito ad un esperimento scientifico andato male, mietono terrore e vittime in una fattoria della Nuova Zelanda.

Black Sheep - Pecore assassine (2006)

Da questa lista ho volutamente lasciato fuori dinosauri, zoomorfismo e mostri di altro genere di cui parlerò in altre occasioni. E quali sono i film animaleschi che a voi sono piaciuti di più?


giovedì 24 novembre 2016

La questione continuum spazio/tempo





George Wells e la sua macchina del tempo


Che sia con l'antiquata macchina descritta da H.G. Wells o con la futuristica DeLorean del dottor Brown o ancora con una cabina telefonica blu, diciamoci la verità: a chi non piacerebbe poter viaggiare nel tempo, magari anche una sola volta?
Tornare indietro e correggere qualche errore del proprio passato o solamente per assistere al concerto del proprio artista preferito (in effetti tra stare in prima fila al Live at Wembley dei Queen o conoscere Cleopatra sceglierei cento volte la prima opzione), oppure andare nel futuro avanti di vent'anni per vedere se avremo sposato la ragazza che amiamo o se il nostro libro nel cassetto è diventato un romanzo di successo...Beh, forse, personalmente non vorrei conoscere troppo del mio futuro, ma un giretto per vedere come sarò il mondo del 2080 lo farei volentieri.


Il Dottor Sam Beckett sta per fare un salto nel passato


Letteratura e cinema hanno affrontato l'argomento più e più volte e magari tra un po' scriverò qualcosa in tal proposito, ma oggi volevo parlare d'altro: mi piacerebbe analizzare la possibilità del viaggio nel tempo secondo il mio punto di vista; non avendo fatto studi in merito, quello che ne verrà fuori sarà frutto di articoli letti su qualche rivista o in rete, oppure seguendo qualche trasmissione in tv.
Lasciamo, dunque, perdere Einstein e la sua teoria della relatività e partiamo dal presupposto che per l'uomo sia fisicamente possibile spostarsi nel tempo.


I circuiti temporali della DeLorean che viaggia nel tempo inventata dal Dottor Emmett Brown


Secondo una delle molte ipotesi, viaggiare nel tempo sarebbe possibile in un unica direzione, cioè in avanti; in questo caso bisogna vedere se il viaggio avviene nella stessa linea temporale, cioè "sparendo" dal presente per ritrovarsi nel futuro, oppure in una linea temporale diversa, in cui un altro noi stessi già esiste e dunque potendo vedere come siamo cambiati e cosa abbiamo combinato nella vita. Tuttavia ciò avrebbe poco senso, dato che poi non sarebbe più possibile tornare indietro.
Se invece il viaggio fosse possibile in entrambe le direzioni, passato e futuro, si potrebbe tornare indietro sia per assistere ad un evento storico, oppure per cambiare il proprio futuro (presente). Certo qui entrerebbero in gioco un sacco di questioni morali, anche perché ci sarebbe il rischio di cambiare la storia con effetti imprevedibili.
E' anche vero che se in un ipotetico viaggio nel futuro, interferissimo in qualche maniera, comunque avremmo cambiato la storia. Se fosse possibile fare un salto di cinque, venti o settanta anni in avanti, vorrebbe dire che il futuro già esiste, e dunque cercando di cambiarlo, influenzeremo il futuro del futuro.

Il Tardis, l'originale mezzo di trasporto del Dottor Who



Qui poi si potrebbe tirare fuori la questione teologica: se Dio è onnisciente, sa già come ci comporteremo in ogni momento della nostra vita, per cui il futuro essendo già determinato, libero arbitrio e giudizio universale andrebbero a farsi benedire.
Tuttavia, dato che oggi come oggi, almeno per quel che ne sappiamo noi, non è ancora stata inventata la macchina del tempo, se in futuro determinato questa è stata inventata, verrebbe da chiedersi perché nessuno è venuto a farci visita e se lo ha fatto, perché non si è rivelato.
A questo proposito, un'altra ipotesi è quella che si intreccia con quella degli UFO, cioè che i così detti "omini grigi", altro non siano che gli uomini del futuro e che i dischi volanti siano delle macchine del tempo.
Dunque, per quanto mi affascini l'idea di viaggiare attraverso gli anni e secoli e una parte di me spera che ciò un giorno sia avverabile, la parte più logica e razionale mi dice che ci sono troppe difficoltà e troppi paradossi perché tutto ciò si possa realizzare.

giovedì 17 novembre 2016

LE SVOLTE DELLA VITA

In questo vecchio racconto mi sono cimentato in un genere che non è il mio, ma nonostante qualche ingenuità e un finale, probabilmente troppo affrettato, credo che mi sia riuscito abbastanza bene...


Tommaso non sapeva cosa gli accadde quella sera, forse furono le sette birre che si fece fuori in meno di due ore, o forse fu l’ennesima delusione amorosa o, più probabilmente, la concomitanza di entrambe le cose; fatto sta che quando Francesco gli infilò la lingua in bocca, non fece nulla per allontanarlo, almeno inizialmente.
Marzio aveva organizzato quella serata, invitando qualche amico del forum in cui si erano conosciuti, ma lui, inizialmente, non voleva andarci. Non amava molto questi incontri, gente, poco più che sconosciuti, che fingevano di essere amici da una vita. Certo con qualcuno era nata una bella amicizia, come con Marzio appunto, ma per il resto erano amicizie superficiali, che rimanevano tali anche dopo questi fuggevoli incontri. Poi però, dato l’insistenza dell’amico, si decise ad andarci; per lo meno, pensò, non avrebbe passato l’ennesima serata da solo tra cinema e seghe mentali.
Arrivò a casa di Marzio con qualche minuto di anticipo e aiutò l’amico negli ultimi preparativi.
<< Dai, vedrai che ci divertiremo>> gli disse
Lui lo guardò sorridendo, e fece un cenno d’assenso, anche se in realtà, era poco convinto che sarebbe riuscito a divertirsi realmente. Continuava a pensare a Roberta…
Tuttavia, contrariamente a quanto aveva creduto, per qualche ora, riuscì a distrarsi e a dimenticare i suoi problemi.
La serata trascorse, tra discorsi faceti, risate, musica e alcol, forse un po’ troppo alcol, tant’è che dopo l’ennesima birra, Tommaso sentì salire i primi sintomi della sbornia, per cui preferì uscire in terrazzo per prendere una boccata d’aria.
La fresca brezza di fine settembre lo colpì piacevolmente, restituendogli un po’ di lucidità.
Il quartiere dove viveva Marzio era particolarmente tranquillo, a quell’ora per strada non si vedeva più nessuno, a parte un ragazzotto dall’aria assonnata, che accompagnava la bestiola di casa a marcare il territorio. Le luci alle finestre erano quasi tutte spente, la gente andava a letto presto da quelle parti, nonostante il giorno dopo fosse domenica.
La porta alle spalle di Tommaso si aprì e lui si voltò per vedere chi lo stesse raggiungendo.
<<Oh, sei tu Francesco…>>
<<Si… Stai bene Tommaso?>> chiese l’amico preoccupato <<mi sembravi strano…>>
<<Si, si, tutto bene, ho solo bevuto un po’ troppo>> rispose lui sorridendo <<dovrei darci un taglio con tutte queste birre. Sicuramente domani mi sveglierò con un gran bel mal di testa>>
<<Eh si forse dovresti>> replicò Francesco
Poi, l’amico fece una cosa che sorprese Tommaso; si avvicinò rapidamente e lo baciò. Fu un bacio lungo e appassionato, con le lingue che danzavano l’una nella bocca dell’altro.
Di sotto, il cane abbaiò un paio di volte per avvisare il suo padrone che era ora di tornare a casa. Quell’intrusione sonora, spezzò qualcosa nell’intensità del momento e Tommaso si allontanò di scatto da Francesco, gettando lo sguardo all’interno dell’appartamento.
<<Non ci ha visto nessuno, tranquillo>>  lo rassicurò l’amico
Lui continuò a guardarsi i piedi, senza dire nulla. Ora non sarebbe riuscito a sostenere lo sguardo del ragazzo che gli stava di fronte.
<<Va beh… io vado dentro>> disse Francesco, rassegnato.
<<No, scusa è che…>> mormorò lui
<<Cosa?>>
<<Niente… è che non sono…>>
<<Non sei cosa?>> insistette Francesco
<<Non sono gay…>>
Francesco sospirò.
<<Ti è piaciuto?>> gli chiese
<<Cosa?>>
<<Quando ci siamo baciati. Ti è piciuto?>>
Tommaso ancora una volta non rispose; si limitò a fissare l’amico che rientrava in casa e che, dopo aver recuperato le sue cose, lasciava la festa. Solo allora si decise a raggiungere il resto della compagnia.

Quella notte Tommaso non riuscì a chiudere occhio, ma non fu per gli effetti dell’alcol, ne per il bacio in se, quanto, per la domanda di Francesco. Era inutile rimuginarci su, quel bacio glie era piaciuto, ma aveva paura ad ammetterlo. Il fatto di poter essere omosessuale, o anche semplicemente bisessuale, lo riempiva di cieco terrore; era cresciuto con la convinzione di essere un normale eterosessuale, anche se poi non aveva avuto molte esperienze con donne. Non aveva pregiudizi nei confronti di gay e lesbiche, infatti già sapeva delle tendenze sessuali di Francesco, ma il fatto di far parte della “categoria”, era tutt’altro paio di maniche.
Disteso sul suo letto, con gli occhi spalancati, allungò una mano e premette il pulsante sulla radiosveglia, che con il laser proiettò, a grandi caratteri rossi, l’ora sul soffitto.
Le quattro e mezza.
Accidenti, non c’era proprio modo di dormire quella notte.
Poco male, pensò, andrò avanti con la lettura di quel mattone che mi porto avanti da due mesi…”. Tuttavia era troppo pensieroso per concentrarsi sul libro, per cui, dopo appena un paio di pagine, lo abbandonò sul comodino.
Continuò a rigirarsi nel letto fino a quando gli sorse spontanea una domanda: “Posso amare un uomo nello stesso modo in cui amerei una donna?
La risposta arrivò immediata. Rapida. Secca. Senza possibilità di smentite.

Nonostante avesse dormito poco più di due ore, alle nove, Tommaso era già in piedi.
Con gli occhi ancora pesanti, prese in mano il telefono e chiamò Marzio:
<<Ciao Marzio…si scusa se ti sveglio così presto…no, nessun problema, solo mi serviva il numero di Francesco, ce l’hai? Si? … No, non so perché è andato via così in fretta…Okay, grazie per il numero, a presto.>>
Per qualche secondo si limitò a fissare il numero che aveva segnato su un post-it giallo, chiedendosi se era poi così sicuro di quello che stava per fare.
Con la mano che gli tremava e il cuore che gli martellava in petto come il tamburo di una fanfara, compose il numero.
Il telefono squillò una volta.
<<Pronto?>>
<<Ciao Francesco, sono Tommaso…>>
Silenzio.
<<Ti ho svegliato?>>
<<Mi sono alzato alle sette questa mattina, non ti preoccupare. Che vuoi, piuttosto?>>
La voce dell’amico era fredda e non lasciava trasparire emozioni.
<<Hai da fare oggi?>> balbettò lui <<Ho bisogno di parlarti…>>
Dall’altra parte ci fu ancora qualche attimo di silenzio, poi:
<<Okay, ti do il mio indirizzo. Ti aspetto nel pomeriggio…>>
<<Parto subito, pranziamo assieme>> si sbrigò a dire Tommaso <<offro io.>>
Senza aspettare la risposta dell’amico riagganciò, e dopo una veloce, quanto gelida doccia, e una colazione a base di caffè e biscotti, montò in macchina.
Durante il viaggio continuò a pensare cosa avrebbe detto a Francesco; non aveva preparato nessun discorso, era tutto così strano e nuovo per lui. Una cosa era certa, anche se non ne era del tutto consapevole, aveva già preso una decisione che avrebbe cambiato la sua vita.

Un’ora e mezza dopo era davanti casa dell’amico. Suonò il campanello e lui venne ad aprire elegantemente vestito, col viso rasato di fresco e con sorriso che non si sarebbe aspettato, data la freddezza, con cui gli aveva parlato al telefono.
Tommaso sentì un tuffo al cuore. Alla vista di Francesco, le idee per un discorso andarono in fumo, tutta la sicurezza che era riuscito a costruirsi andò in frantumi. Tutto aveva perso senso. O forse, esattamente il contrario.
A pranzo, i due amici si limitarono a parlare del più e del meno, ricordando la sera precedente, facendo entrambi finta di dimenticare, quanto accaduto a fine serata. Che poi era il motivo per il quale, ora erano assieme.
Francesco aveva capito le difficoltà dell’amico, ma per il momento preferiva non fargli pressioni; era sicuro che era venuto fin lì, poi sarebbe andato fino in fondo.
Tommaso riuscì a sbloccarsi un paio d’ore dopo, mentre passeggiavano per le strade affollate del centro. Le parole gli uscirono di getto, come un fiume in piena; parlò per venti minuti di seguito, mentre Francesco ascoltava attentamente, senza mai perdere il suo sorriso.
Quando ebbe finito di parlare, Tommaso osservò l’amico, in attesa di una risposta, ma ancora di più, di una conferma.
Invece di rispondergli, lui lo prese per un braccio e gli disse: <<Vieni con me.>>
Svoltarono in una via laterale, e dopo qualche passo, Francesco vide quello che stava cercando. Sotto uno dei portici, un portone era rimasto aperto. Vi si infilò dentro, trascinando con se l’amico, e bloccatolo contro l’angolo dell’uscio, mentre contemporaneamente chiudeva la porta, iniziò a baciarlo.
Questa volta Tommaso non si tirò indietro, continuò a baciare il ragazzo che gli aveva fatto perdere la testa, fino a quando non fu questi ad staccarsi da lui.
I due si guardarono per un lungo istante. Fu Tommaso a rompere quell’imbarazzante silenzio.
<<Mi è piaciuto.>> disse.
Poi, i due ragazzi, scoppiarono a ridere.

Sette mesi più tardi, a primavera ormai inoltrata, Tommaso e Francesco si frequentavano con regolarità, entrambi felici per quella relazione. Comprensibilmente, i primi tempi furono i più difficili, soprattutto per Tommaso, che dovette vincere le iniziali titubanze e dimenticare tutte le certezze che, fino a quel momento, aveva avuto di se stesso. Poi, però, sconfitte le sue paure, si scoprì realmente innamorato e ora, non provava nemmeno più  ne imbarazzo, a mostrarsi in pubblico, in atteggiamenti affettuosi con il suo compagno.
Fu allora, che la sua vita subì una nuova svolta.
Da qualche settimana seguiva un corso di teatro amatoriale, durante il quale conobbe Monica, una ragazza dolce ed estroversa, verso la quale finì col provare una spontanea simpatia. Scoprì di avere diverse cose in comune con lei: oltre al teatro, amavano entrambi il cinema e la lettura, e tutti e due sognavano un giorno, di fare il coast to coast, degli Stati Uniti.
Un paio di volte uscirono assieme per una birra in compagnia, ma il loro rapporto non andò mai oltre a quello di due buoni amici, fino a quando, lei lo invitò a cena casa sua.


Quella sera non accadde nulla tra di loro, ma lui conobbe il figlio di Monica; uno splendido bambino di quattro anni, biondo con i capelli lisci che scendevano fin oltre la nuca. Gli occhi di un azzurro intenso, come non ne aveva mai visti e un sorriso così tenero e coinvolgente al quale non era possibile resistere.
Lei, gli raccontò che il suo compagno se n’era andato all’estero poco dopo la nascita del bambino, senza lasciare traccia di se.
Vedendo quel bambino, Tommaso, provò la stessa sensazione che aveva provato quando vide Francesco, il giorno dopo il loro primo bacio. In quell’istante capì, che nella vita, gli mancava qualcosa.
Nei mesi successivi, l’amicizia con Monica, divenne qualcosa di più importante, tant’è, che una sera che era stato a trovarla a casa, dopo che assieme avevano messo a letto il bambino, e complice una bottiglia di vino, finirono col far l’amore sul divano.
In seguito a ciò, Tommaso si sentì in colpa per aver tradito Francesco, per cui abbandonò il corso di teatro, così da non vedere più la ragazza della quale si stava innamorando.
Tuttavia non gli fu così semplice cercare di dimenticarla, infatti si ritrovò spesso a pensare a lei e suo figlio, cosa che lo spinse a chiedersi, se in realtà non fosse l’affetto che provava per quel bambino, a farlo credere innamorato di Monica.
Quella creatura, gli fece nascere un forte senso di paternità, ma sapeva che restando con Francesco, non avrebbe mai potuto realizzare questo sogno. Si domandò se sarebbe stato giusto interrompere la relazione con una persona che ancora amava, per intraprenderne un’altra con una ragazza, alla quale voleva bene, ma di cui non era sicuro di esserne innamorato, solo per realizzare un suo sogno.
Come altre volte gli era capitato in quell’ultimo anno, la risposta gli giunse rapida, quanto inaspettata. La risposta fu una telefonata di Monica, che gli arrivò quasi due mesi dopo l’ultima volta che si erano visti.
La conversazione non durò molto, ma ora Tommaso sapeva cosa doveva fare.
Con la vista annebbiata dalle lacrime compose il numero di Francesco, mentre nelle orecchie aveva ancora le parole di Monica.
<<Sono incinta.>>





mercoledì 2 novembre 2016

L'estate di Kikujiro (1999)

Sono più di due mesi, che per un motivo o per un altro non ho più scritto qui sul blog, riprendo ora riportando una vecchia recensione su uno dei più bei film di Takeshi Kitano, sperando di ricominciare a scrivere con più assiduità, magari per raccontare di questo periodo che sta portando tante novità nella mia vita...



Masao ha nove anni e vive con la nonna.Il padre è sparito e la madre si è trasferita per lavoro in un'altra città. Finita la scuola, con gli amici che vanno in villeggiatura e con la nonna che deve lavorare tutto il giorno, per il bambino si prospetta un'estate in solitudine, ma dopo che ha trovato una foto della madre con il suo nuovo indirizzo, Masao decide di andarla a trovare. Ad accompagnarlo in questo viaggio è il marito di un'amica della nonna, un uomo rozzo, prepotente, scorbutico, ma che si rivelerà capace di autentici gesti d'affetto. Alla fine del viaggio entrambi saranno cambiati.Un po' "road-movie", un po' viaggio di formazione "L'estate di Kikujiro" è un film dolce e poetico, ma non melenso, in cui non si rinuncia a momenti di "bruttezza", anche se sempre "addolciti" da un'atmosfera di umorismo surreale.




I due protagonisti, all'apparenza completamente diversi, sono invece più simili di quanto non sembri e questo si nota soprattutto nell'ingenuità che caratterizza entrambi. Ingenuità propria dell'infanzia per quanto riguarda Masao, più spirituale quella del personaggio di Kitano, che con i suoi modi bruschi, rischia più volte di mettersi nei guai, ma che riesce anche a rendere il viaggio del bambino più spensierato e colorato, come una sorta di clown o di Charlot.Kitano non ci dice nulla di questo suo personaggio, ci da dei piccoli indizi per poter supporre qualcosa (il vizio del gioco, il carattere da bulletto, il tatuaggio da clan yakuza), ma in realtà di lui ignoriamo tutto. Fino alla fine, se non fosse per il titolo, non sapremmo nemmeno come si chiama; infatti Masao per tutto il viaggio si rivolgerà a lui chiamandolo "signore" e solo nell'ultima sequenza ne conoscerà il vero nome. Così come sono senza nome, anche gli altri personaggi che i due incontreranno durante il loro viaggio; il "poeta", "il ciccione" e "Il pelato", sono personaggi bizzarri, fuori dagli schemi e che aiuteranno Kikujiro, nel rendere migliore il cammino di Masao, mossi come le marionette del teatro Bunraku dallo stesso Kikujiro; tema del teatro (Kabuki in questo caso) che ritorna anche negli incubi del bambino.



Alla fine, quando tutti si devono lasciare, si avverte una sorta di malinconia, come quella che si prova alla fine dell'estate, ma ognuno avrà la consapevolezza di uscire arricchito da quell'esperienza. Sia Masao, che Kikujiro porteranno il ricordo di un estate indimenticabile e sapranno di essere un po' meno soli.