martedì 24 luglio 2018

Notte horror 2018 : Horror in Bowery Street (1987)

C'era una volta "Notte Horror", un appuntamento che per noi amanti del genere era un classico imprescindibile. Finita la scuola, prima di partire per le vacanze vere e proprie, si aspettava il martedì notte (venerdì nelle prime versioni) per godersi, dopo il Festivalbar, qualche ora di paura e divertimento. Da qualche anno a questa parte però, la trasmissione non è più la stessa; film non sempre all'altezza e continui cambi di programmazione, hanno in parte rovinato il fascino che il programma ha sempre avuto.



Fortunatamente, da cinque anni, c'è la "Notte Horror Blogger Edition"; un'iniziativa che vede coinvolti un gruppetto di blogger, che per poco più di un mese, tutti i martedì (con appuntamento alle 21 e alle 23), recensiranno alcuni film horror, per allietare le nostre calde estati.
Questo, per me, è il terzo anno consecutivo (cosa che non può che farmi piacere) e per l'occasione ho scelto un film particolare, divenuto un cult con il passare del tempo e per tanti anni ritenuto introvabile, fino a quando quelli di "Nocturno" e "Rarovideo" lo hanno distribuito anche qui da noi; sto parlando di quell'opera malata che è "Horror in Bowery Street".



Via con la trama:
Siamo in uno dei quartieri più degradati di New York, dove numerosi personaggi, per lo più barboni, vivono di espedienti. Un giorno, il proprietario di un bar della zona, trova per caso, nascosto nel suo scantinato, un liquore denominato "Viper" e decide di venderlo per guadagnare qualche soldo. Quello che non sa è che basta un sorso di quel prodotto per morire liquefatti, tra atroci sofferenze.
Insospettito da quelle strane morti, un poliziotto si metterà ad indagare.



Il film in realtà era nato come cortometraggio, girato da Muro quando era ancora studente di cinema, e in seguito integrato con altre scene. Si capisce perciò perché la pellicola risulta essere frammentaria e con una trama non ben lineare.
La sceneggiatura, a cura di Roy Frumkes, è confusa senza un vero intreccio narrativo; si possono contare almeno tre storie portate avanti dal regista, tutte spezzettate e non sempre portate ad una vera e propria conclusione.
Tuttavia questa non è un difetto, anche perché appare chiaro fin da subito che la trama è solo un pretesto per mettere in mostra quanto più splatter possibile.



In questa pellicola tutto è eccessivo, dalla storia alla recitazione, volutamente sopra le righe e che lo fanno accostare ai film della Troma (a proposito, la curatrice degli ottimi effetti speciali Jennifer Aspinall, aveva lavorato proprio a "The Toxic Avenger").
Anche il modo in cui vengono mostrate le morti dei poveri incauti consumatori del "Viper" è esagerato: infatti i corpi di questi si sciolgono emettendo liquami  rossi, blu e gialli, dando al film un tocco di colore, quasi pop, che contrasta con la violenza delle scene.


Come in molti film simili per mitigare le scene crude e violente, vengono usate diverse gags che fortunatamente non disturbano, ma anzi risultano essere un valore aggiunto al film perché così, le scene più disturbanti riescono a essere più "digeribili".
Del resto in questa ora e mezza di film assistiamo, oltre alle numerose morti crude, anche a violenze sessuali, a scene di necrofilia e ad una partita di football giocata con un pene appena evirato (e scusate se è poco...)



Ecco se proprio dovessi trovare un difetto al film, direi che sarebbe potuto durare un po' meno, infatti in alcuni momenti la storia viene eccessivamente allungata con il risultato di essere un po' noiosa. Fortunatamente Jim Muro, sa compensare con una buona regia (finora l'unica) e mostra le sue qualità di operatore di camera che lo porteranno a lavorare a film come "Terminator 2" "Titanic", "Balla coi lupi" "JFK", "Casino", prima solamente come operatore di steadicam, poi anche come direttore della fotografia.



Nel film, volendo, si può leggere anche una critica sociale, contro la guerra e l'abbandono dei reduci a loro stessi, infatti uno dei protagonisti (il più cattivo e violento) è stato in Vietnam e crede di vedere vietcong ovunque, ma non so quanto questo fosse nelle reali intenzioni del regista.

Altri due ottimi aspetti del film sono la scenografia, in particolare quella ambientata nello sfasciacarrozze dove molti dei protagonisti trovano rifugio e la fotografia che ci mostra, senza nessun filtro, la trascuratezza e il degrado delle zone teatro della vicenda.


"Horror in Bowery Street" è dunque divenuto un cult, grazie alla sua irriverenza, e al suo essere esagerato e di cattivo gusto (come scordare la scena in cui il poliziotto, dopo averlo picchiato, vomita volutamente sul mafioso stereotipato), violento e crudo. Un film che è riuscito a crearsi la sua fetta di fan ed estimatori. Una pellicola da scoprire o riscoprire, sempre se si ama il genere (più che di splatter qui si parla di melt-movie, cioè quei film in cui la liquefazioni dei corpi e centrale nella trama), e se siete dotati di un buono stomaco.

Vi ricordo che dopo di me, alle 23.00, Obsidian Mirror parlerà di un grande cult di John Carpenter: "The Fog"


venerdì 20 luglio 2018

5 luoghi per una vacanza tranquilla e rilassante

Ormai l'estate è iniziata da quasi un mese (se parliamo di quella astronomica) e molti di noi stanno bramando le tanto agognate ferie.
A parte i pochi fortunati che già si stanno rilassando, dimenticando per qualche giorno, i problemi del lavoro o le intense sezioni di studio, tutti gli altri dovranno aspettare il mese di agosto.
Allora, per chi ancora dovesse scegliere la meta delle vacanze 2018, lascio alcuni consigli o suggerimenti per un'estate di relax e divertimento...In ogni caso declino ogni responsabilità per cambiamenti nelle strutture e nelle attività qui suggerite. Qualsiasi problema o reclamo va quindi esposto direttamente alla direzione competente.

OVERLOOK HOTEL: Bellissimo albergo costruito tra le montagne rocciose adatto a tutta la famiglia. Le stanze sono ben arredate e confortevoli, in particolare, vi consiglio la numero 237, sicuramente la più affascinante dell'intera struttura. Ogni sera, vengono organizzate feste e attività in uno dei vari saloni. Il ristorante, che vanta una cucina varia e internazionale, è tra le più rinomate di tutta la regione ed è gestita da un cuoco davvero illuminato. Il bar è aperto tutta la notte e i barman sapranno sempre accogliere le vostre richieste.
Nel giardino esterno troverete un piccolo labirinto per passare qualche momento di allegria con i vostri figli.
Una particolare menzione va fatta al custode, sempre allegro e di buon umore e che vi allieterà leggendovi qualche storia da lui stesso scritta.




AMITY ISLAND: Isola situata non lontano dalla costa su cui sorge una graziosa cittadina e celebre per le sue spiagge tranquille. Ogni anno, in concomitanza con la stagione turistica vengono organizzate numerose attività ludiche, tra cui visita al locale acquario, dove potrete vedere un placido squalo, catturato senza troppe difficoltà dallo sceriffo e dal suo staff.



CAMP CRISTAL LAKE: In una location da sogno sorge questo splendido camping, che offre numerose attività ricreative e assicura una sana e rigenerante vita all'aria aperta. Adatta soprattutto ai più giovani, potete contare su varie attività sportive, come il canottaggio e il tiro con l'arco.
Il centro è gestito da giovani volenterosi, sempre attenti e che sapranno far divertire anche i più piccoli con un bel bagno di mezzanotte, proprio al centro del lago.
Gli abitanti della vicina cittadina non mancheranno di farvi visita, prodigandosi in utili consigli su come sopravvivere tra i boschi.
Tra le più "anziane" collaboratrici c'è la simpatica Pamela che assieme al figlio, da molti anni si occupa dell'accoglienza del personale e degli ospiti.



BATES MOTEL:  Questa graziosa struttura si trova poco fuori dall'autostrada, in una strada ormai poco frequentata, ma che anticamente era la principale via per attraversare lo stato. Il motel, pur conservando la sua struttura originaria è stato recentemente ristrutturato.
Il proprietario, un giovane con la testa sulle spalle, sarà felice di aiutarvi nelle vostre esigenze ( a noi è venuto a sistemare la doccia che ci dava qualche problema) e di farvi da accompagnatore nell'antica casa coloniale, alle spalle del motel, di proprietà della sua famiglia da molte generazioni.



CHALET: Se volete passare una tranquilla vacanza tra i boschi, in totale relax e senza pericoli, questo è il luogo che fa per voi. Immerso tra lussureggianti boschi, questo piccolo chalet, vi darà la possibilità di trascorrere qualche giorno lontano dal caos cittadino e dai pericoli della vita moderna. Qui nulla e nessuno potrà disturbarvi o farvi del male. Anche se non molto grande, la struttura può ospitare piccoli gruppi di amici che potranno divertirsi nella taverna, adibita a sala giochi, dove potrete trovare anche libri antichi e nastri di musica di ogni tipo.



Sperando di avervi ben consigliato vi auguro buone vacanze e vi consiglio di non perdere il prossimo post di consigli dedicato più specificatamente alle attività a cui dedicarsi per vacanze avventurose.
A presto!






martedì 10 luglio 2018

I miei concerti

Post veloce, veloce, in attesa di qualcosa di più succulento nei prossimi giorni, dato che è una settimana che non scrivo nulla.
Torniamo a parlare di musica e di concerti in un post che potrebbe essere un tag-post se qualcuno poi volesse seguire il mio esempio, ma io non nominerò nessuno...insomma fate vobis

Il mio primo concerto

Come ho già avuto modo di dire in altri post, il primo concerto che ho visto dal vivo è stato uno di Francesco De Gregori, credo verso i sedici anni, o poco più. Se non ricordo male per quel concerto saltai un giorno di scuola...Ero con mio cugino e cercammo di arrivare presto (era al Palasport di Treviso) per cercare di avvicinarci all'entrata di servizio e rubare qualche scatto o autografo a Francesco, cosa che purtroppo non riuscimmo a portare a termine.
Però, per lo meno, trovammo posto quasi sotto al palco e ci godemmo al meglio al concerto.
De Gregori è uno dei miei cantanti preferiti e mi divertii molto, ricordo che mi dispiacque perché non cantò alcune delle mie preferite, tra cui "Buonanotte fiorellino", ma scoprii canzoni che ancora non conoscevo come "Buffalo Bill".

Francesco De Gregori


Il concerto più bello

Devo essere sincero, qui sarei in forte difficoltà perché quasi tutti i concerti che ho visto, a parte pochissime eccezioni, mi sono piaciuti molto, per un motivo o per l'altro.
Da quello dei Deep Purple, quando nella band c'erano ancora buona parte dei membri originali, ai Toto, visti tre volte, di cui una gratuita in Prato Della Valle a Padova, proprio sotto il palco, dato che arrivai li un bel po' prima per essere sicuro di trovare un buon posto.
Oppure gli Europe, quando nel 2004 uscì il loro nuovo album "Start from the dark", dopo una separazione di più di dieci anni. Ricordo che quando andai a prendere i biglietti c'era una ragazza dietro di me che quando mi sentì chiedere due biglietti per gli Europe, mi chiese stupita se parlassi sul serio. Le risposi di si e le spiegai che la band era tornata assieme. Il concerto poi fu divertente, ma anche devastante: eravamo all'Alcatraz a Milano ed io ero più o meno in mezzo al parterre con tizi grandi e grossi che ogni volta che veniva suonato un pezzo più rockeggiante, mi sballottavano da una parte all'altra. Sudai così tanto che poi, uscendo al freddo autunnale, mi beccai un bel raffreddore. Ma ne valse sicuramente la pena: sentire pezzi come "The final countdown", "Rock the night" e "Cherokee" che hanno accompagnato la mia infanzia e adolescenza, è stato fantastico. Peccato che "Carrie" sia stato fatto in una versione acustica per cui non rendesse come nella versione originale.
Bellissimi sono stati anche i concerti della PFM, del Banco, delle Orme, tre band italiane che si sono fatte valere nel mondo con il loro rock progressive.
Mi sono divertito molto anche in concerti che sono un po' meno nelle mie corde, come quello dei Dream Theater e dei G3 (tre chitarristi famosi che si alternano sul palco per poi suonare assieme nel finale e in quel caso si esibirono Joe Satriani, Steve Vai e Robert Fripp, mitico chitarrista e fondatore dei King Crimson).
Poi sicuramente ce ne sono altri che ora non mi vengono in mente, ma diciamo che un po' per scelta, un po' per fortuna, a concerti mi sono trattato bene...

Toto


Il concerto più brutto

In questo caso, invece, non ho nessun dubbio. Bruttissimo è stato il concerto dei Bon Jovi allo stadio Euganeo a Padova, non ricordo se nel 2001 o 2002. Da dove eravamo seduti noi, su una delle tribune laterali, si sentiva tutto malissimo, a volume basso e non si faceva fatica a capire cosa stessero cantando. Inoltre dopo poco più di un'ora si sono accese le luci e il concerto è stato sospeso. Inizialmente si pensavo fosse una pausa dovuta a qualche guasto tecnico, invece quando poi accese anche i fari principali ci fecero capire che era ora di andarsene. La scusa ufficiale fu che Jon Bon Jovi aveva auto problemi alla voce Ci incamminammo tutti verso l'uscita, piuttosto delusi, ma pensando che per lo meno ci rimborsassero i soldi del biglietto, o almeno in parte. Invece restammo a becco asciutto. Oltre al danno la beffa...

Bon Jovi


Il concerto a cui avrei volluto assistere

Nominerò cinque concerti che, per ragioni anagrafiche, non ho potuto vedere dal vivo, ma se avessi una macchina del tempo mi piacerebbe molto assisterci.
Al Festival di Woostock nel 1969 e non credo che ci sia bisogno che spieghi perché mi sarebbe piaciuto ad assistere a questo festival durato tre giorni: Santana, Jimi Hendrix, Joe Cocker, Creedence Clearwater Revival, Janis Joplin, The Who...credo che sia sufficiente come risposta...
Pink Floyd a Venezia 1989, un concerto tra sogno e incubo, ma che ha segnato un'epoca...Una delle più grandi band del mondo della musica, in una delle città più belle e uniche città al mondo...
Live Aid 1985 a Londra (e Filadelfia) un'altro concerto epocale che ha unito decine e decine di cantanti da tutto il mondo a scopo benefico. E tra i tanti a esibirsi ci furono i Queen, che a detta di molti, quel giorno rubarono la scena a tutti quanti
Live at Wembley 1986 dei Queen, si ancora loro, del resto sono stati a lungo la mia band preferita e questo è stato uno dei loro ultimi concerti, durante il quale hanno mandato in visibilio decine di migliaia di fans. La versione live di "Love of my life", con tutto il pubblico che canta con Freddie Mercury, mette ancora i brividi...
De Andrè con la PFM 1978/79, uno dei più grandi autori italiani assieme ad una delle più grandi band prog-rock nostrane di sempre.
Si sa Fabrizio era un grandissimo poeta e questo, unito alla classe e agli arrangiamenti rock della Premiata Forneria Marconi, ha portato alla realizzazione dei uno di più grandi concerti italiani e non. Semplicemente stupendo.

Queen - Live Aid

lunedì 2 luglio 2018

Geekoni Film Festival: La spina del diavolo

Quasi in concomitanza con il Giffoni Film Festival, il festival del cinema di e per ragazzi, anche noi della Geek League abbiamo deciso di scrivere una serie di post-recensioni su film che hanno per protagonisti i più giovani. Quest'anno avrò io, l'onere e l'onore di aprire la tale rassegna e il film che ho scelto è "La spina del diavolo"; in realtà all'inizio avevo pensato a qualche altro titolo, un po più d'essai, ma poi ho preferito variare su questa pellicola che riesce ad affrontare le tematiche tipiche del cinema impegnato europeo, raccontando una storia tipica del cinema di genere.



"Che cos'è un fantasma? Un evento terribile condannato a ripetersi all'infinito, forse solo un istante di dolore, qualcosa di morto che sembra ancora vivo, un sentimento sospeso nel tempo come una fotografia sfuocata, come un insetto intrappolato nell'ambra, un fantasma, questo sono io."



Nel 1939, durante la guerra civile spagnola, Carlos, un ragazzino di dodici anni, viene accompagnato dal suo tutore in un orfanotrofio gestito da Caseres e Carmen, due attivisti repubblicani, i quali aiutano la causa, nascondendo all'interno dell'istituto l'oro che serve a finanziare le battaglie.
Il bambino fa subito amicizia con alcuni degli altri orfani che vivono lì, mentre ha un iniziale difficile rapporto con Jaime, uno dei ragazzini più grandi, dal carattere oscuro e altezzoso.



Carlos e gli altri ragazzi, dovranno fare i conti con un conflitto bellico che rischia di coinvolgerli sempre maggiormente e con le grandi e piccole tematiche che nascono all'interno del loro microcosmo. Tra queste ci sono i continui scontri con Jacinto, uno dei custodi dell'orfanotrofio, che si dimostra essere violento, egoista e senza scrupoli.
Infine c'è la presenza di un fantasma, chiamato "il sospiroso", che contribuisce a rendere più tetra e spaventosa la vita dei piccoli protagonisti, tra le mura dell'istituto.




E mentre i ragazzini affrontano i loro piccoli drammi, anche gli adulti, oltre a pensare al bene dell'istituto e dei suoi piccoli ospiti, sono tormentati da tensioni e problematiche personali, quali amore, sesso e denaro.
Sarà proprio Carlos, che grazie al suo coraggio vincerà anche la diffidenza di Jaime, in realtà tormentato da un doloroso segreto, a scoprire la verità sull'inquietante presenza.



Guillermo Del Toro dirige un film che unisce dramma, fantastico e horror, raccontando una ghost-story (che sposta l'ambientazione dagli un antichi e diroccati manieri ad un isolato fortino i cui polverosi e enormi magazzini, prendono il posto delle segrete dei racconti gotici) che diventa ancora più spaventosa in quanto parte di un contesto reale, ancora più orribile.
"La spina del diavolo" si rivela anche essere una storia di formazione, infatti i ragazzi imparano che c'è sempre un motivo dietro a certi fenomeni e andando al di là delle loro rivalità personali, a diventare gruppo e così, assieme, sconfiggere il vero cattivo, Jacinto (in realtà incattivito dalla guerra e dalla solitudine), imitando gli uomini primitivi del loro libro di storia, in cui questi affrontavano un mammuth armati di lance.



L'opera di Del Toro, per com'è costruita, sembra quasi essere una prova per il successivo "Labirinto del fauno", film che lo ha consacrato tra i più grandi registi del nostro tempo.
Poetica, a suo modo, l'immagine della bomba nel cortile della scuola; per gli adulti testimonianza di una guerra mai troppo lontana, mentre peri bambini è qualcosa di più, una sorta di totem sacro che con qualcosa di magico li aiuta a vincere le loro paure.
Bellissima la fotografia che varia dalle tonalità scure e cupe degli interni a quelle solari e luminose degli esterni, così come a voler, ancora una volta accennare alle due anime della pellicola; quella horror-fantastica e quella drammatico-realistica.
Bravi tutti i protagonisti e in particolare il piccolo Fernando Tielve, che riesce a donare al suo personaggio la giusta spontaneità e il tormento in cui emergono tutte le paure di un bambino costretto ad affrontare difficoltà che spaventerebbero un adulto.



Come potete vedere, la prossima "proiezione" sarà il sei luglio ad opera di Conte Gracula, che ci parlerà del bel film di J.J Abrams, "Super 8"
Vi consiglio però di seguire tutta la rassegna perché abbiamo ottimi recensori con tanti bei film da raccontare.