martedì 19 marzo 2019

Di padre in figlio

Oggi, 19 marzo, si festeggia la festa del papà. Quest'anno ho deciso di celebrare questa ricorrenza seguendo la mia passione per il cinema e, dunque, parlando di alcuni film che hanno al centro della storia il rapporto padre-figli. In questa lista ci saranno film di vario genere, anno e paese di produzione; ci saranno bravi papà, ma anche papà imperfetti, che però ce la mettono tutta per correggere i propri errori e dimostrare il loro amore; ci saranno papà naturali, e papà adottivi, ma pur sempre papà.

IL GIOVEDI':

Dino (Walter Chiari) uno spiantato quarantenne, separato dalla moglie, ottiene di passare una giornata con suo figlio, che non vede da molto tempo. All'inizio l'uomo cercherà in tutti i modi di impressionare il piccolo Robertino, ma riuscirà solo a fare brutte figure. Tuttavia col passare del tempo il rapporto tra i due si fa più intimo e sincero e alla fine si scopriranno affezionati.




KRAMER CONTRO KRAMER:

Ted (Dustin Hoffman) lavora per agenzia pubblicitaria e proprio quando l'uomo ha ottenuto un importante incarico, la moglie se ne va di casa, lasciandolo solo a cresce il loro figlio Billy. Inizialmente, dato che Ted si concentra quasi esclusivamente sul lavoro, il loro rapporto è difficile e il bambino sente la mancanza della figura materna, ma col passare del tempo l'intesa tra i due si fa sempre più forte, anche perché l'uomo deciderà di dedicare più tempo al figlio a discapito del lavoro. Dopo diversi mesi, la madre torna per riprendersi il figlio, il che porterà ad una dura battaglia legale. Quando Ted si rende conto che ciò porterebbe a far soffrire l'amato figlio, lascerà la vittoria alla madre, che a sua volta, accortasi del profondo legame che si è creato tra padre e figlio, si farà da parte.




BIG FISH:

Da piccolo William (Ewan McGregor) era molto affascinato dalle storie avventurose che suo padre Edward (Albert Finney) raccontava sulla sua vita, ma una volta cresciuto e compreso che molte di queste erano solo fantasie ha cominciato a provare vergogna e pena per un uomo che non riusciva mai a essere serio e sincero e così per molto tempo sii è allontanato dall'uomo. Quando però Ed è sul letto di morte, William torna per un ultimo saluto e attraverso ricordi e dialoghi, il ragazzo scopre che dietro a tanta fantasia, quelle storie nascondevano molte verità



ALLA RICERCA DI NEMO:

Marlin è un pesce pagliaccio che vive con la moglie Coral nella grande barriera corallina. Un giorno un barracuda li attacca, divorando Coral e la maggior parte delle uova che lei aveva deposto. Quando si riprende, Marlin si accorge che solo un uovo si è salvato e decide di chiamarlo Nemo.
Marlin si dimostra un padre attento e premuroso, ma fin troppo ansioso.
Quando però il figlio viene catturato da un sub, Marlin comincerà una lunga ricerca per ritrovarlo, che attraverso mille avventure lo porterà fino all'acquario di un dentista di Sidney.
Alla fine padre e figlio si riabbracceranno entrambi maturati da quell'avventura.




MRS. DOUBTFIRE:

Daniel Hillard è separato dalla moglie, ma è molto affezionato ai figli, che ama con tutto se stesso. Purtroppo la sua condizione di lavoratore precario fa si che il tribunale affidi la tutela dei ragazzi solo alla moglie, concedendogli di vederli qualche ora il sabato. L'uomo, disperato, pur di continuare a vedere i figli si traveste da anziana signora e si farà assumere come tata dalla sua ex moglie.
Il film spassoso e divertente, grazie ad uno strepitoso Robin Williams, vuole dimostrare che un uomo per i suo figli farebbe qualsiasi cosa.



ANCHE LIBERO VA BENE:

Tommi vive con la sorella Viola e il padre Renato (Kim Rossi Stuart), mentre la madre li ha abbandonati diverso tempo prima.
Renato vive la sua vita e i suo rapporti come una continua gara dalla quale vuole uscire vincitore e per questo sprona spesso suo figlio.
Il ritorno della donna sembra portare ad un nuovo equilibrio famigliare, anche se il piccolo Tommi si dimostra diffidente nei confronti della madre, equilibrio che si spezza quando la donna scappa di nuovo. A rendere ancora più difficile la situazione è anche la precarietà lavorativa di Renato causata dal suo carattere competitivo. Alla fine, dopo una brutta lite, padre e figlio si riconcilieranno entrambi maturati.



UN PADRE IN PRESTITO:

Graham Holt (William Hurt) ha già passato i quarant'anni, è single e vive con il padre a carico. James è invece un ragazzino di dodici anni, orfano di madre che stravede per il padre, che è in galera. Graham, bisognoso di affetto, anche a causa di un difficile passato, chiede di adottare il James, che inizialmente gli viene dato in affidamento. Tra i due le cose non saranno semplici; ci saranno forti discussioni e momenti di tenero affetto. Quando il padre del ragazzo, malato di Aids, esce di prigione, Graham lo ospita per un po' a casa sua in modo che il figlio possa affrontare meglio la nuova situazione. James però scappa di casa, anche ricordando la morte della madre; Graham lo trova nascosto nella foresta e dopo aver passato lì tutta la notte, i due sono pronti ad accettarsi come padre e figlio.



THE ROAD:

In un mondo post apocalittico, un uomo (Viggo Mortensen) e suo figlio vagano negli Stati Uniti, diretti verso il sud, nella speranza di trovare un clima migliore. L'uomo farà di tutto per sopravvivere e mantenere in vita il figlio, ma ciò comporta che si incattivisca e diventi cinico ed egoista. Il ragazzino invece, grazie alla sua ingenuità, continua a essere buono e generoso. Alla fine l'uomo ferito e malato, morirà, non prima di aver ricordato al figlio di continuare a cercare i buoni come lui.



LA VITA E' BELLA:

Guido Orefice (Roberto Benigni) è un cameriere ebreo che si innamora di una maestra elementare. Anni dopo i due sono sposati e hanno un figlio, Giosuè. Durante la seconda guerra mondiale tutta la famiglia viene deportata in un campo di concentramento e qui Guido, si inventa un gioco in modo da tenere sempre allegro il figlio e che questi riesca sopravvivere a quell'inferno.




FATHER AND SON:


Ryota Nonomiya, un uomo ossessionato dal successo sul lavoro, scopre che Keita, il bambino che ha cresciuto per sei anni, in realtà non è suo figlio biologico.
Ryusei, il vero figlio dei Nonomiya è cresciuto in una famiglia meno benestante, ma più unita.
Messe in contatto, in attesa del processo contro l'ospedale, le due famiglie devono decidere se continuare ad allevare ognuna il bambino dell'altra o effettuare uno scambio rispettando il legame biologico.
Ryota è quello più convinto che ogni famiglia riprenda il proprio figlio naturale e perciò, dopo un periodo di ambientamento, le due famiglie effettuano lo scambio.
Tuttavia i bambini soffrono il distacco, ma sei Keita trova una famiglia unita e felice, Ryusei non riesce ad adattarsi alla nuova situazione e scappa di casa per tornare dai suoi genitori.
Alla fine anche Ryota capisce che non è solo il sangue a creare i legami famigliari e dopo un chiarimento con il bambino, accetta di riprendere con se Keita.






mercoledì 13 marzo 2019

Ospiti pericolosi (1995)

Ripesco dalle vecchie recensioni, un altro film poco noto, ma che secondo me vale la pena recuperare:

Durante la seconda guerra mondiale, nella Francia occupata dai nazisti, una numerosa famiglia decide di ospitare, nascosti in cantina, una famiglia ebrea, nonostante il pericolo di venir scoperti. Tra François (Stanislas Crevillén) il figlio più piccolo dei padroni di casa, e Georgi, la bambina ebrea, nasce una bella amicizia. Le cose però si complicano quando, nella casa si installa un generale nazista.
 



Pierre Granier-Deferre, ci racconta la storia dei Dande, famiglia numerosa e benestante, emigrata nella campagna francese, per sfuggire all’occupazione nazista a Parigi. Lo sguardo è quello dell’ultimogenito, François, curioso e vivace come tutti i bambini della sua età. Per la maggior parte della pellicola, l’orrore dell’olocausto e la violenza della guerra rimango lontani, nascosti, se ne avverte qualche eco, si vedono notizie al cinegiornale, se ne parla, com’è giusto che sia, ma per François la vita è bella, fatta di studio e scampagnate in bicicletta, di ripetizioni di grammatica con l’avvenente signora Roussel, che turba i cuori di più di un componente della famiglia Dande, e pomeriggi a prendersi cura di un piccolo pino; insomma nel piccolo borgo la vita scorre pacifica, tant’è che lo stesso François avrà a dire: “non sembra che ci sia la guerra”



Però il bambino è sveglio e si accorge che un giorno in casa sta succedendo qualcosa di nuovo e suo padre si incontra più spesso con un misterioso personaggio che lui chiama “l’uomo scuro”; infatti qualche giorno dopo, François scopre che in cantina, viene nascosta una famiglia ebrea. Il rischio di venire scoperti è grosso, anche perché in paese sono arrivati i tedeschi, con i loro autoblindo e i loro cannoni, che tanto affascinano i bambini, corsi in fretta a vedere i nuovi arrivati. La guerra è ora qualcosa di reale, e allo scorrere della vita quotidiana, adesso si sovrappongono immagini di impiccagioni e gente che scompare nel nulla, come Germain, giardiniere dei Dande, un tempo letterato auto esiliatosi, per salvare la pelle.
Nel frattempo, il legame tra François e la piccola “ospite”, si fa sempre più forte, mettendo in pericolo la permanenza della famiglia fuggitiva, soprattutto quando un commando di nazisti decide di installarsi nell’abitazione dei Dande. I due bambini sono costretti a vedersi di sfuggita, per brevi momenti, per lo più attraverso la grata che dà in cantina, unico spiraglio sul mondo esterno, per la famiglia nascosta.



Quando il generale nazista, fa capire al capofamiglia, che ospitare certe persone potrebbe essere pericoloso, per i due amici è venuto il momento di separarsi. François accompagna con il padre, Georgi e i suoi genitori, verso il confine spagnolo, attraverso i monti. Lì i bambini giocano per un’ultima volta assieme, per poi salutarsi per sempre. Infine anche la famiglia Dande lascia il piccolo borgo per far ritorno a Parigi, lasciando però a François tanti ricordi, quelli più dolci, perché legati agli ultimi istanti dell’infanzia, in cui anche un periodo difficile, come quello della guerra, può essere visto con tenerezza e malinconia.



Pierre Granier-Deferre, mantiene per tutto il film toni leggeri, cosa che per qualcuno rappresenta un grosso difetto, accusando il film di frivolezza e retorica, ma a mio avviso, essendo la storia ambientata lontano dal fronte e soprattutto perché vista dagli occhi di un bambino, il regista ha fatto la scelta giusta, puntando invece sullo sguardo di François, che sia muove curioso tra i vari personaggi che incontra, e su un mondo per lui ancora così misterioso.




giovedì 7 marzo 2019

La creatura nel buio - Sesta parte

Dopo diversi mesi, proseguo con la pubblicazione del racconto a puntate.
Qui, se volete, gli altri capitoli:

PARTE 1, 2, 3, 4, 5



"Mettici più forza in quel braccio!" gli urlò Mr Dunham.
Edwin alzò lo sguardo e guardò il suo allenatore.
"Cosa sono quegli occhi lucidi?" urlò nuovamente furioso "Non voglio vedere lacrime, io voglio che i tuoi occhi sprizzino rabbia; d'accordo Edwin Crichlow?!"
"Sissignore!" rispose il ragazzo
"Bene e allora fammi vedere un lancio decente o ti sbatto fuori squadra."
Richard Stanley Dunham era l'allenatore della locale squadra giovanile da circa quattro anni e anche se non avena vinto ancora nulla era molto rispettato e temuto. Sebbene avesse quasi sessant'anni aveva una forze ed energie da vendere, così come aveva un fisico da atleta professionista.
Quando i suoi giocatori non eseguivano i suoi ordini li riprendeva con tanto di quel fervore che spesso, alcuni di questi, scoppiavano in lacrime e allora lui urlava ancora più forte. Più tardi però, prima della fine dell'allenamento, prendeva questi ragazzini in disparte, li rincuorava dando loro qualche consiglio per superare glie errori e regalandogli una bottiglia di Coca-Cola o qualche merendina.
Si parlò a lungo di quella volta che, dopo un'umiliante sconfitta, richiamò in campo i ragazzini quando questi erano già sotto la doccia e li costrinse a fare diversi giri del campo completamente nudi, mentre dagli spalti si levavano grida sarcastiche miste alle rimostranze dei genitori.
Ed si ricordò di tutto questo mentre si preparava a lanciare; sapeva che il suo allenatore era una persona eccezionale e di gran cuore, in particolare fuori dal campo, ma pretendeva sempre il massimo impegno dai suoi ragazzi, sia in allenamento che durante la partita e soprattutto non amava essere contrariato e lui non aveva certo intenzione di farlo.
Si concentrò dunque sul tiro e dopo un attimo scagliò la palla che arrivò con forza dritta nel guantone del ricevitore.
"Ottimo lancio!" urlò l'uomo
Quando però Edwin si girò sorridente verso l'allenatore, questi stava già strigliando qualcun altro.
Alla fine dell'allenamento Mr Dunham entrò nello spogliatoio guardandosi attorno con sguardo severo. Tutti i ragazzi ammutolirono temendo una nuova sgridata generale, invece lui lentamente si avvicinò a Ed, gli prese la mano e vi appoggiò sopra una vecchia palla.
"Hai un gran bel tiro, ragazzo. Continua così e forse quest'anno avremo qualche speranza di arrivare alle finali"
Dopodiché gli sorrise, scompigliandogli i capelli e se ne andò.
Dopo qualche istante di stupore, nello spogliatoio ricominciò la confusione che c'è in tutti gli spogliatoi del mondo, specialmente quando ci sono di mezzo ragazzini. Qualcuno si complimentò con Ed, mentre altri lo guardarono con un pizzico di invidia.
Lui osservò la palla che gli era stata appena regalata. C'era una firma:
JOE Di MAGGIO
Improvvisamente sentì che le gambe non lo reggevano più, la testa cominciò a girare e in un attimo tutto fu buio.