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giovedì 31 ottobre 2019

Geek League - Hallowgeek: Dylan Dog - Sette anime dannate

L'anno scorso la Geek League si era riunita ad Halloween per parlare di quegli episodi di serie tv, dedicati appunto alla festa più spaventosa dell'anno.
Quest'anno abbiamo invece deciso di dedicare le nostre recensioni al mondo dei fumetti, ma non avendo trovato nulla di ambientato durante la notte di Halloween, sono comunque rimasto nel mondo dell'horror andando a ripescare un vecchio albo dell'Indagatore dell'incubo.
L'albo di cui andrò a parlare è "Sette anime dannate".




"Sette anime dannate" è uscito la prima volta come speciale n°6 nel luglio 1992 e poi più volte ristampato in vari formati, a cui era allegato un volumetto con un avventura completamente dedicata a Groucho, amico e assistente di Dylan Dog.
Soggetto e sceneggiatura sono del papà di Dylan, Tiziano Sclavi, mentre i disegni sono del grandissimo Corrado Roi e ciò fà di questo, uno degli albi più belli tra tutti quelli di Dylan Dog.



La trama è presto detta: Dylan e altri sei personaggi sono invitati da un misterioso anfitrione a Xanador, un'oscura e isolata magione. Ad accogliere gli ospiti però non c'è nessuno, fatta eccezione per alcune marionette manovrate da sottili fili che paiono perdersi nel nulla. Ben presto i sette sventurati che sono stati invitati lì in quanto rappresentanti dei sette vizi capitali e perciò essere puniti e morire.



La storia si rifà direttamente al romanzo di Agatha Christie, "Dieci piccoli indiani" qui tradotto come nell'originale "Ten little niggers" (Dieci piccoli negretti), ma Tiziano Sclavi è un autore tutt'altro che banale e intreccia tematiche tipicamente gialle ad atmosfere horror-gotiche, con punte di commedia nera che affronta con il cinismo proprio di Sclavi, questioni profonde quali la dualità dell'animo umano e le sue debolezze. Ma se da un lato questa duplicità pare ben delineata, almeno dal punto di vista del misterioso padrone di casa, dall'altro bene e male, odio e amore, sesso e morte sono separate da un filo sottile e spesso le due cose si mescolano e sovrappongono.



Questo pensiero è una costante del "primo" Dylan Dog e infatti il suo autore gli fa dire "...da laico, non ho mai considerato, né questa né gli altri, dei peccati...solo comprensibili debolezze umane".
Oltre ad Agatha Christie, Sclavi si diverte a seminare per la storia varie citazioni letterarie e cinematografiche che vanno dall'avaro Scrooge de "Il canto di Natale" di Dickens all'esplosione dell'uomo obeso, riferimento al signor Cresote de "Monty Python - Il senso della vita", passando per rimandi alla Bibbia e al cinema horror classico.
Inoltre l'autore è riuscito ad anticipare di ben tre anni un film come "Seven" con una tematica molto simile.



Come detto a coadiuvare il buon Tiziano, ai disegni troviamo Corrado Roi che qui firma quello che è forse il suo capolavoro; del resto i suoi tratti paiono perfetti per le ambientazioni gotiche della storia.
Le sue figure slanciate, assieme alle strutture vertiginose e assurde del castello, sono tipiche del cinema espressionista tedesco, così come la costruzione dei corridoi, con i suoi giochi di luce e i suoi angoli bui, conferiscono alla magione il ruolo di personaggio, che con la sua malvagità insita in se stessa, ricorda le numerose case stregate del cinema horror di ogni tempo e in particolare di quello degli anni '50 e '60 come "Gli invasati " o "La casa sulla scogliera".
Tuttavia, Roi se la cava bene anche nei momenti più propriamente splatter, con tavole e disegni espliciti, che non lasciano molto spazio a fantasie.



Insomma "Sette anime dannate" è uno di quegli albi che riesce a coniugare alla perfezione storia, sceneggiatura, personaggi e disegni, uno di quegli albi che rimarranno a lungo nella mente e nel cuore dei lettori, grazie anche ad un protagonista forte e fragile contemporaneamente, forse un po' ipocrita, ma che è convinto delle sue idee e fedele ai suoi principi, tanto da non aver paura di sputare in faccia ad un angelo.

Qui di seguito i post degli amici per la Hallogeek:


venerdì 25 gennaio 2019

Dylan Dog 388: Esercizio numero 6 - Bene, ma non benissimo

Mancano pochi giorni all'uscita del nuovo Dylan Dog (il numero 389 "La sopravvissuta"), e ancora non ho parlato dell'ultimo albo, uscito a fine dicembre, ma datato gennaio 2019, "Esercizio numero 6".
Come accade spesso, anche questo numero ha diviso i lettori: c'è chi lo ha apprezzato, chi lo ha odiato e altri, come me, che stanno sulla via di mezzo.
Andiamo però con ordine e iniziamo dalla copertina, disegnata sempre da Gigi Cavenago, ma se nel precedente albo, erano predominanti i colori colori caldi (i gialli, gli arancioni...), in questo caso il copertinista usa tonalità più fredde, con un ambientazione notturna in cui prevale il blu.
La scritta "Dylan Dog" si sta sgretolando, come già spiegato, sempre di più, anche se la cosa può sfuggire al lettore più distratto.



L'albo, il secondo dedicato al "Ciclo della meteora", è sceneggiato dalla sempre brava Paola Barbato, anche se stavolta ha scritto una storia che avrebbe necessitato più di un numero, dato che i molti personaggi, per poter essere sufficientemente caratterizzati, avrebbero avuto bisogno di qualche pagina più delle 96 classiche. Probabilmente su uno Speciale, la storia avrebbe funzionato meglio.
La vicenda vede Dylan Dog chiamato a investigare sulla scomparsa del giovane Grady da una scuola per soggetti con poteri speciali. Il ragazzino è sparito dopo aver svolto l'esercizio numero 6, che da il titolo all'albo, che serve all'uso dei propri poteri tramite il controllo della paura.



La storia è chiaramente ispirata dal film del 1960  "Il villaggio dei dannati" di Wolf Rilla e al suo remake del 1995 girato da John Carpenter, entrambi trasposizione del romanzo "I figli dell'invasione" di John Wyndham.
Nel suo editoriale, Recchioni, fa accenno anche al bellissimo "Ma come si può uccidere un bambino?", ma i riferimenti alla pellicola di Serrador si limitano al fatto che i protagonisti sono costretti a difendersi da dei bambini.



La continuità con "il ciclo della meteora" viene data solo da un incipit e un finale, che nulla hanno a che fare con la storia in se, in cui uno scienziato parla dell'avvicinarsi del meteorite e durante la trama si fa risalire l'esponenziale aumento delle capacità ESP dei ragazzi, proprio al passaggio della meteora, senza però aggiungere notizie sui cambiamenti che questa porterà all'intero mondo di Dylan Dog.
L'albo avrebbe dunque potuto essere un numero a se stante, con una storia auto conclusiva, ma se non ricordo male, l'idea che, seppure in una più ampia continuity, alcuni albi avrebbero avuto micro storie fatte e finite, come del resto succede in molte serie tv, era già stata preannunciata.



I disegni sono del mitico Giovanni Freghieri, disegnatore storico della collana e uno dei miei preferiti, che anche questa volta non mi ha deluso, seppure in alcune tavole si vede un po' di stanchezza.
In conclusione "Esercizio numero 6" è un albo senza infamia e senza lode (un passo indietro rispetto al numero scorso), con un storia interessante, ma che poteva essere approfondita meglio, con qualche refuso a livello editoriale e bellissimi disegni, con qualche piccola sbavatura.
Non ci resta che aspettare il prossimo numero per vedere come si allineerà nella continuity del nuovo ciclo.

giovedì 13 dicembre 2018

Dylan Dog 387: Che regni il caos! - Ben venga il caos, perché l’ordine non ha funzionato.




A fine novembre è uscito il Dylan Dog numero 387, intitolato "Che regni il caos!" che apre il ciclo della meteora, ovvero una serie di tredici numeri con storie collegate tra loro e che porteranno al numero 400 in cui dovrebbe esserci una nuova evoluzione del personaggio creato da Tiziano Sclavi (o comunque a grosse novità).
Già dalla copertina, splendidamente disegnata da Gigi Cavenago (molto bello l'uso dei colori), si capisce che qualcosa di incredibile sta per accadere; infatti sulla scritta "Dylan Dog" cominciano a comparire delle crepe. Crepe che, a quanto pare, finiranno con il totale sgretolamento del titolo, metafora del cambiamento che il personaggio e, forse, l'intera testata, sta per subire.
Roberto Recchioni, con questo numero, ci regala uno degli album più belli degli ultimi anni, forse non perfetto, ma che riesce a strizzare l'occhio all'Old Boy di sclaviana memoria, tanto caro a tutti noi, ma contemporaneamente inserisce delle importanti novità che rendono il futuro di Dylan piuttosto interessante.



L'albo è diviso nettamente in due parti (e infatti sono stati chiamati due disegnatori: Leomacs e Marco Nizzoli), una più punk/rock, l'altra, per citare lo stesso Recchioni più jazz.
A muovere i fili di questa intricata trama, troviamo John Ghost, nuova nemesi di Dylan Dog, che inizialmente libererà la furia omicida di Axel Neil, dalle fattezze simili a Slash dei Guns 'n' roses, in una prima parte fortissimamente splatter, come da tanto tempo non si vedeva e dalle numerose (forse fin troppe) citazioni dal mondo della musica rock.
Nella seconda parte, le manovre di Ghost si fanno più complesse e articolate: infatti il misterioso magnate riuscirà a trasformare Dylan in un vero e proprio eroe multimediale, osannato dai normali cittadini, ma ora anche da tutta quella stampa che una volta lo additava come ciarlatano.
Questi nuovi panni però, non piacciono all'inquilino di Craven Road, anche perché, sempre secondo i piani di John Ghost, i suoi gesti e le sue parole verranno travisate, portando la popolazione a gesti di giustizia sommaria, contro a poveri innocenti.
E qui abbiamo un altro punto di svolta del personaggio, avvicinandolo di più alla concezioni del suo nuovo curatore Recchioni, ma senza snaturarlo da quello che era il pensiero di Tiziano Sclavi; infatti, salvando Lord Chester (altro gradito ritorno tra le pagine della serie regolare) dal linciaccio, Dylan dirà alla folla inferocita: "...ma i veri mostri siete voi".



Questa frase solo all'apparenza ribalta il concetto tanto caro al papà dell'indagatore dell'incubo, che parteggiava per i freaks, per gli ultimi, per quelli considerati scherzi della natura, tanto da far dire spesso a Dylan che preferiva stare dalla parte dei mostri.
In realtà a cambiare è la concezione della parola mostri, non più intesa come "diversi", ma come esseri malvagi e proprio partendo da questi presupposti, Dylan accusa gli uomini di essere i veri mostri e presentandosi nell'ultima vignetta come "essere umano".
Concludendo, questo "Che regni il caos!" è un buon album, certamente non perfetto, ma che pare segnare l'inizio di una strada che, per lo meno, porterà a interessanti novità.

mercoledì 5 dicembre 2018

[TAG] I miei Natali del passato



Pur senza venir nominato, partecipo ugualmente al tag dell'amico Miki Moz sui Natali del passato, anche perché questi post nostalgici mi piacciono e mi consento di variare rispetto alle solite recensioni o racconti.
Io non nominerò nessuno, ma se qualcuno volesse accodarsi e partecipare al tag, può consultare le regole generali sul post di Miki Moz.
Ma ora iniziamo:

GIOCHI

Tra carte, tombola e giochi di società, non ho mai avuto modo di annoiarmi durante le vacanze natalizie della mia infanzia, giovinezza e maturità. Spesso erano giochi che ci venivano regalati gli stessi Natali, come Cluedo, Heroquest o Master Quiz. Poi c'è stato un periodo in cui non si sfuggiva a lunghe maratone di Scarabeo, unico gioco a cui partecipava mia zia e che seppure mi piacesse molto mi era arrivato alla nausea.

FUMETTI

Beh sicuramente qualche Topolino, che storia a tema natalizio ne ha scritte a centinaia e poi Dylan Dog, che ha usato le storie ambientate durante le festività come critica sociale e metafora di un mondo non troppo giusto.




FILM

A parte l'ultimo anno che mi ha visto impegnato totalmente con la mia nuova famiglia, sono sempre andato al cinema durante tutto l'anno e il periodo natalizio non faceva eccezione, anzi...Ora non ricordo di preciso titoli visti in questo periodo, se non quelli della mia prima doppietta al cinema, proprio il giorno di Natale, assieme ad un amico "I fiumi di porpora" al primo spettacolo e "Wonder boys" a quello successivo.

(Se volete, invece, QUI trovate una piccola selezione di consigli di film a tematica natalizia che ho pubblicato un paio d'anni fa)

TELEVISIONE

Soprattutto quando ero più piccolo, durante il Natale, la televisione si trasformava e oltre a trasmettere corti della Disney e telefilm con puntate a tema c'erano numerose trasmissioni tv con puntate speciali, spesso con bambini protagonisti al posto degli adulti. Poi naturalmente ci sono tutti quei film che vengono trasmessi ogni singolo Natale e che ormai sono entrati nella tradizione: "I Gremlins", "Un poltrona per due", "Il piccolo lord", "Jack Frost" e molti altri...

CANZONE

Canzoni natalizie che mi piacciono sono diverse, avevo pensato di mettere "Happy Xmas (War is over)", ma già molti dei miei colleghi blogger lo avevano già fatto, avevo poi pensato a "Thanks God it's Christmas" dei Queen (questo peraltro sarebbe stato il periodo giusto, data l'uscita del film sulla band inglese) o alla più impegnata "Natale" di Francesco De Gregori, poi però mi è ricapitato di riascoltare questa canzone che non sentivo da tanti anni, forse proprio dagli anni dell'infanzia e l'effetto amarcord ha fatto tutto il resto per cui ecco a voi:



CIBO

Pasticcio di carne, tortellini in brodo, risotto, faraona ripiena, patate al forno, fagioli, lenticchie...e così via, piatti normalissimi, ma che a Natale acquistavano qualcosa di più speciale...E poi naturalmente i dolci: cioccolato, torrone, mandorlato, pandoro e panettone...

LUOGHI

Come dice il proverbio "Natale con i tuoi...", per cui dopo la messa si stava a casa nostra o di qualche parente e poi si completavano i giri dei conoscenti per gli auguri. Solamente da più grande, stanchi delle lunghe giornate casalinghe abbiamo cominciato a uscire. soprattutto la sera per andare al pub, al cinema o in qualche posto per svagarci un po'. Dovessi scegliere un unico posto però, probabilmente direi la stazione di Padova, dove per qualche anno ci siamo recati con gli amici per la messa di mezzanotte dedicata ai senzatetto, dove alla fine venivano distribuiti cioccolata calda e pandoro.

LIBRI

A parte gli ultimi anni che mi sono un po' impigrito, ho sempre letto moltissimo e le festività mi davano modo di concentrarmi maggiormente su questa mia passione, ma se dovessi ricordare di preciso titoli letti in questo periodo, non saprei che pesci pigliare. Tuttavia non posso citare la lettura natalizia per eccellenza: "Il canto di Natale" di Dickens



VIDEOGAMES

Anche in questo caso non ho ricordi di giochi particolari, ma posso citare i giochi a cui giocavo anche durante tutto il resto dell'anno come "Monkey Island" o "Indiana Jones and the Tales of Atlantis" oppure le lunghe partite a "Sensible soccer", "Fifa" o al calcio manageriale...Ancora prima ci sono stati i numerosi giochi del Commodore 64 di cui non ricordo un titolo

LIFE

La mattina di Natale, come ogni bambino che si rispetti, ci si svegliava presto, si andava a saltare sul letto dei nostri genitori, in modo da svegliare anche loro e poi si andavano a scartare i regali, anche quando già sapevamo di cosa si trattava, dato che a Babbo Natale non ci credevamo più da un pezzo. Poi si andava a messa e dopo di ciò si andava a pranzo, di solito coi parenti di mamma e solo più tardi, verso sera, si facevano i vari giri degli altri parenti e amici. Gli altri giorni venivano passati tra giochi, tv, passeggiate, anche a seconda del tempo. I ricordi più vivi vanno all'anno della grande nevicata, nel 1985 se non sbaglio, la prima che forse vedevamo noi piccini e la settimana bianca fatta qualche anno dopo con tutta la famiglia.

FOTO DI UN NATALE PASSATO


Il mio primo Natale, seduto sul tappeto di casa di nonna, dove spiluccavo il panettone per andare in cerca dell'uvetta che tanto mi piaceva (e che ancora mi piace). Si lo so, sono strano...:)

Come ho già detto non nomino nessuno, ma se volete accodarvi ben venga. Magari lasciatemi un link al vostro posto così possono venire a curiosare nei vostri blog.

sabato 9 giugno 2018

[TAG] Very Pop Blog - Le mie estati del passato




Ah, che belle le estati di quando eravamo bambini e ragazzini, lunghe giornate all'aperto, niente obbligo di andare a letto presto, le vacanze, pochi compiti...Insomma l'estate sembrava fatta a posta per noi giovanissimi, per divertirci e rilassarci, per darci all'avventura e a tutti quegli hobbies che durante l'anno seguivamo meno...Ecco dunque un nuovo tag, ideato da MikiMoz e per cui sono stato chiamato a partecipare dal buon Riccardo Giannini de Il Bazar di Ricky.
Questo il regolamento:

1- Elencare tutto ciò che è stato un simbolo delle nostre estati da bambini, in base ai vari macroargomenti forniti;
2- Avvisare chi vi ha nominato dell'eventuale post realizzato, contattandolo in privato o lasciando un commento sul suo blog.
3- taggare altri cinque bloggers, avvisandoli.


LE MIE ESTATI DEL PASSATO

GIOCO IN CORTILE


In realtà, nei meravigliosi anni 80, il cortile era tutto il paese. Si poteva girare tranquillamente da una parte all'altra, andare a trovare gli amici in bicicletta, o andare a comprare il gelato al bar senza paura di incontrare brutta gente, e anche se per strada bisognava comunque fare attenzione, non c'erano i pazzi patentati che ci sono oggi...In ogni caso, quando ci fermavamo a giocare sotto casa i giochi erano più o meno sempre gli stessi: calcio, nascondino, sardina, guerra...


GIOCO IN SPIAGGIA

Da piccolo non sono stato molto al mare, la mia famiglia era più da montagna, dunque a parte un paio d'anni, in cui siamo stati a Sottomarina, per far respirare aria salmastra a mio fratello, noi preferivamo le lunghe camminate tra boschi e sentieri alpini, ai bagni e alle noiose giornate sabbiose (ora la vedo diversamente, ma si sa, col tempo si cambia). Di quelle poche volte ricordo i castelli di sabbia, le piste con le bilie di plastica, con le foto dei ciclisti e le partite a bocce (che poi ci giocavamo anche in montagna).


FUMETTO

Inizialmente era solo Topolino, nella versione dell'albo settimanale o una delle tante raccolte. Poi ci sono stati i vari Lanciostory e Scorpio...e solo nell'adolescenza è arrivato Dylan Dog.



CIBO

Non c'è estate se non c'è l'insalata di riso...Oppure l'insalata di pollo...Naturalmente tanta frutta; al tempo ne mangiavo molta più di ora e poi il gelato, industriale o artigianale...l'importante era concludere la cena in dolcezza...



CANZONE

Anche qui ci sarebbe l'imbarazzo della scelta...del resto in estate c'era il Festivalbar e i tormentoni, si sprecavano. Potrei dunque citare i Righerira, Spagna, gli Europe o i Pet Shop Boys, ma in questo caso voglio ricordare una canzone che per un paio di settimane ha emozionato tutti noi italiani, nell'estate del 1990. Avevo quattordici anni, quasi quindici e Gianna Nannini con Edoardo Bennato, ci hanno accompagnato fino a quella maledetta semifinale con l'Argentina, con questa canzone che tutti ancora ricordiamo:






LIBRO

Leggevo molto anche durante l'anno, ma d'estate, avendo più tempo disponibile, leggevo ancora di più, avventure, classici per ragazzi, gialli, ma il libro che ricorderò di più è "IT" di Stephen King, letto mentre ripassavo matematica per gli esami di riparazione a settembre. Ci ho messo appena dieci giorni a finire quel tomo...e avrei avuto voglio di ricominciare subito...



FILM

Estate voleva dire "Notte Horror" (o inizialmente Notte con Zio Tibia), ma c'erano anche tanti film per ragazzi, dai classici "Explorers" e "Navigator" a quelli usciti dal circuito del Giffoni Film Festival.



LUOGO

Dovendo scegliere per forza un luogo, probabilmente sceglierei la casa dove abito ora, ma che al tempo era la casa dei miei nonni. Nelle estati dei dodici e i tredici anni, ma forse anche qualche anno dopo, mi prendevo una "vacanza" da casa mia e andavo a passarla dai nonni, dove ero libero e viziato e quando veniva mio cugino facevamo mille giochi di fantasia.



VIDEOGAME 

Prima ci sono stati i vari giochi da edicola per il Commodore 64, poi quando è arrivato il pc, ed ero già adolescente c'è stato un gioco che mi ha intrattenuto, che nelle ore del primo pomeriggio, quando il sole picchiava troppo per poter uscire a giocare e questo gioco era Football Menager.



GIOCO DA TAVOLO

Anche qui ce ne sono molti...Monopoli, Cluedo, HeroQuest...Però tra i tanti sceglierei un gioco che aveva un mio amico, che mi piaceva molto, anche se ora non ricordo bene le regole: Marco Polo



GIOCATTOLO

Boh...non ho un ricordo legato ad un giocattolo in particolare...si giocava con un po' di tutto, dalle macchinine, con le pistole, con i lego...Insomma l'importante era divertirsi non importa con che gioco...



TELEVISIONE

Come sempre tanti cartoni animati, ma poi come già detto c'era il Festivalbar e Zio Tibia Picture Show, c'era Giochi senza frontiere, c'erano i Mondiali di calcio, le olimpiadi...E poi durante l'adolescenza e la preadolescenza, durante la notte si faceva zapping per trovare i film erotici nelle tv private



LIFE


La prima parte dell'estate di solito la passavo al mio paese, se non ero a casa o in giro con gli amici, andavo al Grest, poi come ho già detto, qualche volta andavo dai nonni, che abitavano a pochi chilometri da casa. Ad agosto invece, iniziava la vacanza vera e propria: come ho già detto, la mia famiglia di solito passava le vacanze in montagna (Sappada, Falcade, Auronzo...), ma ci sono state delle eccezioni al mare, una volta in Sardegna e un'altra in cui non siamo andati in soggiorno in un unico luogo, ma abbiamo girato di qua e di là (ricordo ad esempio l'Italia in miniatura). Da adolescente ricordo, invece, i lunghi pomeriggio a giocare a calcio, anche sotto il sole cocente.


FOTO DI UN ESTATE PASSATA

A passeggio tra i monti delle Dolomiti - Anno 1984



La sorte ha voluto che i nominati per proseguire il tag (se vogliono farlo sono)

Cassidy de La Bara Volante
Pirkaf de Frammenti e tormenti
Claudia de Chi non scrive non muore mai
Mari di Redrumia
Arwen Lynch de La fabbrica dei sogni

E BUONA ESTATE A TUTTI!!!











sabato 9 dicembre 2017

Dylan Dog 375: Nel Mistero - Già proprio un gran bel mistero...



Dopo diverso tempo, tornano a collaborare ad un albo della serie regolare, Tiziano Sclavi e Angelo Stano. La prima volta fu per il numero uno "L'alba dei morti viventi" per far nascere il mito di Dylan Dog, personaggio poi entrato di prepotenza nella cultura pop italiana.
Ed eccoci oltre trent'anni dopo a parlare di un fumetto, a cui spesso è stato fatto un troppo precoce funerale, ma che riesce ancora a tenere desto l'interesse degli appassionati.
Cosa dire, dunque, di questo nuovo numero?
E' sicuramente interessante, ben scritto (ci mancherebbe altro stiamo pur sempre parlando di Sclavi) e certamente uno degli albi migliori degli ultimi anni, però c'è qualcosa che non mi convince del tutto per cui l'albo lasci un po' l'amaro in bocca, quasi un senso di incompiutezza...
La storia, seppure piacevole, sa di già visto e già letto, più e più volte, ma prima che mi si accusi di rimpiangere il passato, per poi lamentarmi quando questo viene riproposto, voglio chiarire che mi sto riferendo alla storia in sé, al soggetto e non allo stile con la quale viene raccontata, che invece mi ha soddisfatto (vedi ad esempio l'uso della filastrocca in rima quando la morte colpisce, tipico di Sclavi e più in generale del Dylan Dog vecchio stile).
I limiti della storia, però, forse non sono tutti imputabili al buon Tiziano, ma anche alla nuova linea "editoriale", voluta da Recchioni. A tal proposito, mi pare che una delle pecche di questo nuovo corso, sia la piattezza dei personaggi secondari, ma forse mi sono capitati tra le mani i numeri sbagliati, dato che ora lo compro solo saltuariamente, comunque ho intenzione di aspettare il nuovo, preannunciato step, per poter dare un giudizio più obiettivo su questo, ormai non più nuovo, corso di  Dylan Dog.


Tornando invece al numero in questione, quello che lo rende interessante sono alcuni particolari, come ad esempio il nome del barbone che aiuta Dylan, Nemo, cioè Nessuno, forse un riferimento a quel numero 43 "Storia di nessuno", sempre del duo Sclavi-Stano che fece la storia della collana.
C'è poi il particolare della targa dell'auto della morte "RIP 999" in antitesi a quella del nostro eroe "DYD 666", forse una cosa da poco, ma anche questo è in puro stile Dylan prima maniera.
Inutile soffermasi sulla bellezza dei disegni di Angelo Stano (anche se le mie matite preferite sono altre),se non per il fatto che l'autore abbia conferito al personaggio della morte, che poi sembra essere il vero protagonista dell'albo, anche a discapito di Dylan, un aspetto molto simile a quello di John Ghost (a proposito, che fine ha fatto?) attuale nemesi dell'inquilino di Craven Road. Cosa voluta, non voluta? Suggerimento per quello che saranno le nuove storie?  Boh, non ci resta che aspettare per capire.


Infine parliamo dei colori dell'albo, opera della grandissima Giovanna Niro: beh anche qui c'è poco da dire, se non che, sarei tentato di affermare che è uno degli albi coi colori più belli in assoluto.
Conclusione? Un albo che si fa leggere, ma una storia che mi ha convinto solo in parte e che come in generale per questo nuovo corso, mi dà la sensazione che manchi qualcosa.

mercoledì 22 novembre 2017

E' un magico mondo (quello di Calvin e Hobbes)

Trentadue anni fa, più precisamente il 18 novembre 1985, veniva pubblicata la prima striscia di quello che è uno dei fumetti più geniali di tutti i tempi: Calvin & Hobbes.
Non ricordo come mi sia capitato di leggere per la prima volta le (dis)avventure di questo piccolo monello e della sua tigre, ma di certo so che ne rimasi subito entusiasta.



Calvin e Hobbes è un fumetto divertente e intelligente, che come altri del genere (vedi ad esempio i Peanuts o Mafalda) mostra e critica la società dall'altezza di un bambino, ma ha una freschezza di linguaggio che me lo fa preferire ai suoi più illustri colleghi, che comunque apprezzo e mi diverto a leggere. Inoltre anche i disegni sono molto più curati rispetto ai lavori di Schulz e Quino, soprattutto da quando Watterson è riuscito ad ottenere più libertà nelle sue pubblicazioni.




Calvin è un bambino di sei anni non troppo diverso da molti bambini "reali" della stessa età: è impulsivo, curioso, dotato di grande fantasia, a volte egoista, privo di quei filtri che caratterizzano gli adulti e dunque non ha mezze misure, né in quello che dice, né in quello che fa.
Quante volte noi da piccoli ci siamo messi nei guai perché, non conoscendolo, abbiamo superato il limite tra ciò che è bene e ciò che è male?



Calvin è dunque un personaggio libero, poiché non ha regole, se non quelle imposte dai genitori che però spesso decide di trasgredire, cosa che lo fa finire spesso nei pasticci.
La caratteristica più bella del bambino è però la sua fervida ed effervescente fantasia, cosa che gli permette di non annoiarsi quasi mai (ma di distrarsi spesso): nei suoi voli pindarici Clavin è un supereroe mascherato, un astronauta spaziale, un investigatore privato, ma anche semplicemente un animale o una forza della natura...

..
La sua fantasia è così grande che è l'unico che vede come reale Hobbes, mentre tutti gli altri lo vedono come una semplice tigre di pezza.
E qui abbiamo un'altra peculiarità del fumetto, cioè quella di mostrarci la realtà di due diversi punti di vista; quello di Calvin e quello di tutti gli altri. Sono realtà diverse, ma entrambe valide e l'autore ci invita a decidere quale delle due sia la nostra.
Per quanto mi riguarda è sicuramente quella in cui Hobbes è una vera tigre che va matta per i panini col tonno.


Hobbes oltre a essere il miglior compagno di giochi di Calvin spesso ha anche il ruolo di coscienza del bambino, in quanto più razionale e consapevole delle conseguenze delle loro azioni.
Le storie del fumetto variano su molti argomenti, dalle molteplici fantasie di Calvin alla sua profonda amicizia con Hobbes, alle loro avventure per i boschi e alle loro opinioni su svariati temi, come economia, politica, società e anche religione.


Volendo approfondire, ci sarebbero ancora tante cosa da dire su questo splendido fumetto, come ad esempio il rapporto con i personaggi comprimari (i genitori, la baby sitter Rosalyn, la compagna Siusi...) o alcuni temi ricorrenti come il Calvinball, i pupazzi di neve o lo scatolone di cartone, ma servirebbe una persona più adatta di me a analizzare più dettagliatamente questi argomenti e sul loro significato. 



A me basta dire che mi spiace che queste strisce abbiano avuto una durata di soli dieci anni, che mi piacerebbe che Watterson continuasse a pubblicare le avventure di questi due irresistibili personaggi, ma che continuerò a leggere e rileggere quelle già pubblicate perché mi divertono e sorprendono come la prima volta.







mercoledì 12 aprile 2017

Very Pop Blog - I miei anni '80: Gli Intramontabili



Rispondo solo ora all'invito dell'amico Cassidy, sul tag dedicato ai mitici anni 80, a sua volta chiamato a partecipare da MikiMoz.

Gli anni 80 sono stato un periodo speciale, ci ho passato praticamente tutta la mia infanzia "consapevole", come la chiamo io, cioè tutto quel periodo che va' dalla prima elementare all'inizio della prima superiore, e anche se, diversamente da tanti altri, ancora non avevo maturato le passioni che invece mi accompagnano dall'adolescenza (lettura a parte).
Prima di iniziare il veloce exursus sui miei anni 80, ecco quali sono le regole da seguire:

1- Elencare tutto ciò che per noi sono stati gli anni '80, in base ai vari macroargomenti forniti (nota: parlare del vissuto dell'epoca, non di ciò che il decennio rappresenta per noi oggi! Chi non era ancora nato può parlare, invece, per esperienze indirette);
2- Avvisare Moz dell'eventuale post realizzato, contattandolo in privato o lasciando un commento QUI
3- Taggare altri cinque bloggers, avvisandoli.

I MIEI ANNI 80

MUSICA:

In quel periodo avevo una bella collezione di  45 giri di sigle tv (cartoni animati, telefilm, trasmissioni), poi le poche cassette, oltre a quelle di BimboMix che ricevevo alla Befana, che giravano per casa erano quelle di Battisti, Vasco Rossi, e alcune compilations artigianali. E naturalmente tanta radio.




CINEMA:

Sicuramente avrete capito che il cinema è una mia grande passione, ma questa è esplosa in tutta la sua forza solo verso i quindici anni, quando ormai eravamo entrati negli anni 90. Da piccolo i miei genitori non ci portarono molto al cinema, anzi...Però una delle poche volte fu per un film, che come una brace ardente, ha alimentato il mio amore per la settima arte, si trattava di "E.T. L'extratterestre", ricordo anche una riproposizione di "Biancaneve e sette nani".
Poi con i miei compagni di scuola, sul finire delle medie ho visto "Rambo III" e "Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi" . Ci sarebbe anche un altro film, ma dato la totale idiozia della pellicola, non ammetterò mai di averlo visto, tanto più al cinema...:P





FILM:

Oh...qui ci vorrebbe un lunghissimo post a parte solo per questo argomento: come ho detto la "maturità" cinefila l'avrei raggiunta qualche anno più tardi, ma durante quel magico decennio, ho comunque visto tanti bei film, comprese alcune piccole perle oggi quasi introvabili.
Inizialmente erano soprattutto film targati Disney tipo "Quattro bassotti per un danese" o "Il fantasma del pirata Barbanera" e via dicendo, poi sono passato a film per ragazzi tra i quali "Navigator", "Explorers", il bellissimo "Stand by me" per poi approdare a qualche film più "adulto" come "Duel", "Terminator" e i primissimi horror  ("Brivido", "Un lupo mannaro americano a Londra") sulla fine degli anni ottanta, che fino quel momento avevo tenuto lontano perché troppo impaurito.



COMICS:

Per un lungo periodo sono stato abbonato a "Il Giornalino", poi naturalmente i vari "Topolino" in tutte le versioni e raccolte possibili. Ogni tanto leggevo anche qualche "Skorpio" e "Lanciostory" che di solito trovavo in giro per casa dei nonni.




GIOCHI:

Quelli certo non mi sono mancati...dalle macchinine, con cui inventavo incredibili inseguimenti o gare, agli immancabili Lego, anche se spesso non riuscivo a riprodurre le idee che avevo in testa...forse ero troppo ambizioso o più probabilmente un disastro nelle cose pratiche...Poi i Playmobil, i robot che facevo combattere inventando improbabili crossover tra i protagonisti dei cartoni animati, e infine (giochi all'aperto a parte) i giochi in scatola come "Il trabocchetto", "Indovina chi" "Non t'arrabbiare" e altri.




VIDEOGAMES:

Il computer è entrato in casa mia abbastanza tardi, verso il 1988/89 se non sbaglio: era un fighissimo Comodore 64 e quasi tutti i giochi che io e mio fratello compravamo, erano quelli che vendevano in edicola con cassette che contenevano un numero imprecisato di giochi a prezzi ridicoli, non sempre memorabili, ma che ci hanno fatto passare lunghi pomeriggi a divertirci, Ricordo bene però che abbiamo dovuto cambiare molti joysticks prima di trovare quelli che avessero una resistenza decente.




TELEVISIONE:

Anche per questa categoria servirebbe un post a parte...Numerosissimi i cartoni animati, di cui ne citerò solo una parte: "Jeeg Robot", "Daitarn 3", "Daltanious", "Conana il ragazzo del futuro", "Sasuke il piccolo ninja", "Sam il ragazzo del west", "Mr. Baseball", "Banner lo scoiattolo", "Topcat", "Gli Erculoidi", "Mask"...e potrei continuare all'infinito.
I telefilm: "Supercar" "Hazzard", "Happy Days", "Automan", Manimal", "Casa Keaton", "Genitori in blue jeans", Baby sitter", "I ragazzi della terza C" (questo poi aveva un sapore particolare perché, oltre a essere italiano, quando lo trasmettevano, alle medie ero in sezione C)
E poi varie trasmissioni: "Domenica In", "Giochi senza frontiere", Drive in",..e altre ancora...





CIBO:

Tante merendine: del Mulino Bianco, Motta, Mr.Day. I gelati Algida, Eldorado, Sammontana. I bastoncini Findus, i succhi in bricco soprattutto il Billy, i Ringo e i Colussi..


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LIBRI:

Ho sempre avuto la passione per la lettura (anche se attualmente mi sono molto impigrito), ho foto di quando avevo circa due anni (dunque prima ancora degli anni 80) nel lettone con mia mamma che sfogliavo un libro e non di quelli con figure.
Ho iniziato però a leggere veramente verso i nove anni partendo con classici per l'infanzia, primo su tutti "Cuore" per poi passare a "Le avventure di Pinocchio", "Tom Sawyer", molti romanzi di Jules Verne e quindi, verso i tredici anni ai gialli di Agatha Christie e infine i primi Stephen King.




SHOPPING: 

A parte qualche giochino o fumetto comprato in edicola, per quanto riguarda l'abbigliamento io mi limitavo a dire se una t-shirt, un jeans o un paio di scarpe fossero di mio gusto, ma poi erano i miei genitori che ponevano il veto sulla scelta finale. Ricordo dunque i jeans della Carrera e le scarpe Canguro...




LIFE:

Un bel periodo, ricco di momenti felici e spensierati, dove sono nate tante delle mie passioni. I giochi con gli amici, la maestra delle elementari, il tepore delle giornate invernali davanti alla tv con la cioccolata calda, le lunghe serate estive, le gite delle medie, le vacanze in montagna, il mercatino dell'usato...e tanto altro ancora...Sicuramente non è stato un periodo perfetto, ci saranno stati momenti difficili, ma comunque li ricordo con affetto e nostalgia...


RICORDO DELL'EPOCA:

Una foto,un disegno o un'immagine che rimandi a quell'epoca.
Me stesso alle elementari, credo in terza o quarta con i miei compagni e la maestra Stella.
(Se volete saperlo io sono il piccoletto in prima fila coi capelli neri che tenta di abbracciare il piccoletto biondo)




La mia parte l'ho fatta, ora passo la palla a:

Cameriera e genitldonna
Emme Bouclès
Frammenti e tormenti
I nostri sogni
Mari's Red Room

Grazie a chi accetterà la sfida, e buon divertimento a tutti...

martedì 24 gennaio 2017

Dylan Dog: Memorie dal passato? Magari...

Le storie in cui emerge il passato "normale" di Dylan Dog mi sono sempre piaciute, fin dallo stupendo "Il lungo addio". Certo quelli erano anni in cui gli sceneggiatori dell'inquilino di Craven Road non sbagliavano un colpo, tutto funzionava benissimo ed era praticamente impossibile trovare un albo che non mi soddisfacesse. In ogni caso poi sono venute altre ottime storie che ci hanno rivelato i segreti del passato di Dylan, su come sia entrato nella polizia e sul perché sia stato vittima dell'alcolismo, storie come "Finché morte non vi separi", "Il numero duecento", forse non prive di difetti, ma comunque ben scritte e sceneggiate.
Ed eccoci dunque all'ultimo numero "Gli anni selvaggi", che di per se non mi è dispiaciuto, proprio perché ci fa conoscere altri aspetti della giovinezza dell'Indagatore dell'Incubo, ma a tratti la storia l'ho trovata un po' forzata, ho riscontrato alcuni bloopers che rendono poco chiari certi passaggi; certo nulla che influenzi la vicenda, ma che comunque danno un senso di confusione. Forse dipende dai disegni di Nicola Mari, che proprio non mi piacciono, ma quest'albo, pur trattando un argomento che, come ho già detto, mi interessa e piace, non è riuscito a conquistarmi.
Parlando invece delle storie in generale, seppure ormai lo compri solo saltuariamente, spero che presto si torni a concentrasi su incubi e misteri, magari con qualche momento "gore" e quell'ironia che mi pare mancare da un po' di tempo a questa parte.