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sabato 31 ottobre 2020

Cattivi bambini 2 - Un Halloween con la Geek League

 Anche quest'anno gli amici della Geek League si riuniscono per festeggiare Halloween tutti assieme, ognuno a suo modo, tra cinema, libri, fumetti e musica, ma tutti all'insegna dell'orrore e della paura.
Per quanto mi riguarda ho deciso di continuare con la tematica dedicata ai bambini nel cinema horror, di cui avevo già parlato QUI.

Ecco dunque, Cattivi Bambini 2


SUSPENSE (1961)

Miss Giddens viene assunta come istitutrice da un ricco uomo d'affari per occuparsi dei suoi nipoti, Flora e Miles, ma dopo un primo iniziale entusiasmo, la donna scoprirà che c'è qualcosa di sinistro che avvolge l'abitazione e i due bambini. Infatti la precedente istitutrice e il giardiniere, che avevano intrecciato una relazione coinvolgendo anche i bambini, sono morti in circostanze misteriose. 
Miss Giddens comincerà a sospettare che i due fratellini siano posseduti dagli spiriti dei due amanti e in particolare Miles, dato che il ragazzino ha cominciato ad avere atteggiamenti sempre più negativi e scorretti.
Tratto da "Il giro di vite" di Henry James, Jack Clayton ("Il Grande Gatsby", "Qualcosa di sinistro sta per accadere") dirige un film dalla tensione palpabile, mantenendo l'ambiguità del racconto di James, grazie anche ad un abile sceneggiatura a cui ha collaborato anche Truman Capote.
Il film ha avuto diversi riconoscimenti tra cui, nel 1962, il Premio Edgard Allan Poe, proprio per la migliore sceneggiatura.



ORPHAN (2009)

Dopo che la loro terzogenita nasce priva di vita, il rapporto tra Kate e John Coleman entra in crisi, anche perché la donna, scossa dalla recente perdita, inizia ad abusare di alcool.
Per superare questo difficile momento, la coppia decide di adottare una bambina al locale orfanotrofio.
Qui vengono subito conquistati da Esther, una dolce bambina russa, amante della pittura. 
Una volta arrivata a casa dei suoi genitori adottivi, Esther viene accolta in maniera differente dai due fratelli; mentre la piccola Max si affeziona subito alla nuova sorella, Daniel, il primogenito di John e Kate, rimane freddo e distaccato.
Un po' alla volta però, Esther comincia a manifestare comportamenti violenti e poco appropriati per una bambina della sua età, di cui sembra accorgersi solo Kate.
Fatti inquietanti attorno a Esther e alla sua famiglia si fanno sempre più frequenti, fino a quando indagando sulle origini della bambina, Kate scoprirà la spaventosa verità che porterà al drammatico finale.
Il film, basato su fatti reali, ha avuto un buon successo di critica e pubblico, ma a me non ha particolarmente entusiasmato, lasciandomi invece freddo e indifferente.
Va segnalato che invece le associazioni per le adozioni di diverse parti del mondo hanno duramente contestato il film, arrivando a chiedere il boicottaggio da parte del pubblico.



MILO (1998)

In una cittadina della provincia americana cinque bambine (Claire, Abigail, Marian, Ruth e May) stanno giocando nel giardino della scuola quando vengono avvicinate da uno Milo, uno strano bambino dall'impermeabile giallo che gira sempre con la sua bicicletta. 
Milo invita le cinque amiche a casa sua, dove suo padre fa il medico abortista, con la scusa di vedere alcuni feti morti, ma in cambio chiede di visitare una di loro. Ad accettare la richiesta sarà May, la quale verrà brutalmente uccisa da Milo che poi tenterà di accoltellare anche Claire.
Molti anni dopo, Claire ormai adulta fa la supplente in un liceo e quando viene a sapere che Ruth si sta per sposare, per cui fa ritorno alla sua città natale. Qui strani omicidi riconducono agli avvenimenti del passato e fanno pensare a Claire che Milo sia ancora vivo, nonostante il suo cadavere sia stato ritrovato lungo la riva di un fiume, e che voglia uccidere lei e le sue amiche.
Buon horror, in cui abbondano le scene violente e sanguinolente, cosa che ha fatto si che la pellicola abbia un visto di censura ovunque sia stato distribuito,



THE CHILDREN (2008)

Due sorelle, che hanno tra loro un rapporto difficile, decidono di risolvere le problematiche passando il periodo natalizio assieme, accompagnate dalle rispettive famiglie, in un isolato cottage di montagna, immerso nella neve. Un po' alla volta, gli spazi chiusi e l'isolamento e le incomprensioni sopite, danno via a faide interne sempre più accese. Il peggio però avviene quando, dopo quella che sembra essere solo una banale influenza, i bambini si ribellano agli adulti, diventando veri e propri strumenti di morte e gli adulti, incapaci a difendersi, non potranno che subire la feroce rivolta dei loro figli.
Tom Shankland dirige un ottimo film, ricco di tensione e di momenti disturbanti, che pur rifacendosi a molte altre pellicole con protagonisti bambini malvagi ("Ma come si può uccidere un bambino" e "Grano rosso sangue" su tutti), riesce a conferire una certa originalità alla sua opera, soprattutto grazie ad una malsana atmosfera che si respira per tutta la durata del film, che inoltre non rifugge qualche sequenza davvero dura.



BABY KILLER (1974)

Frank e Lenore dopo diversi anni in cui non avevano voluto avere altri figli, oltre al primogenito Chris, e durante i quali la donna aveva preso contracettivi orali, decidono di avere un secondo bambino.
Quando però viene al mondo, il piccolo ha le sembianze di un'orrenda creatura dotata di zanne e artigli che uno dei medici tenta di sopprimere, venendo però ucciso, insieme agli altri dottori e infermieri, dallo stesso neonato, che però risparmia la madre.
Una volta scoperta la terribile carneficina, comincerà una caccia al mostro, che nella sua fuga ha ucciso molte altre persone, a cui parteciperanno, oltre alla polizia, anche il medico che ha prescritto gli anticoncezionali a Lenore e da cui dipendono probabilmente le deformazioni del bambino e Frank che non accetta come suo tale creatura.
Tuttavia dopo uno scontro presso l'abitazione della coppia, la caccia prosegue nelle fogne, dove però Frank scopre di voler bene al bambino, ma una volta uscito ad aspettarlo ci sono la polizia e il dottore, pronti ad eliminare il pericolo baby killer.
Cult di Larry Cohen che dopo anni dalla sua uscita, continua a spaventare e disturbare gli spettatori.



EDEN LAKE (2008)

Steve e Jenny decidono di trascorrere un romantico weekend in riva ad uno splendido lago circondato da boschi, ma i loro sogni vanno subito in fumo, quando incontrano dei ragazzini del luogo, che si divertono a bullizzare e a provocare la coppia. 
I ragazzi si rivelano presto essere ben più aggressivi e crudeli di quanto i due credevano, infatti Steve e Jenny verranno catturati e torturati dai piccoli criminali e in particolare dal loro capo Brett. 
Dopo essere riusciti a fuggire una prima volta, la coppia verrà nuovamente catturata, ma stavolta, dopo che la gang ha dato loro alle fiamme, solo Jenny si salverà fuggendo un'altra volta. Nel frattempo Brett non esiterà ad uccidere due dei suoi amici nel tentativo di convincere la donna a tornare indietro che invece continuerà la sua fuga, arrivando a sua volta a far fuori un paio dei suoi aguzzini.
Una volta arrivata in città, Jenny verrà soccorsa da alcuni adulti che si scopriranno essere i genitori dei giovani teppisti e che non si riveleranno essere diversi dai loro figli. 
Film duro, ispirato a fatti reali, legati alle baby gangs, che tiene incollati allo schermo dal primo all'ultimo minuto. Il contesto sociale è quello delle cittadine di provincia, chiuse e abitate da famiglie disagiate in cui domina la violenza domestica, violenza che i ragazzini assorbono e poi replicano. 
Ottima la regia claustrofobica e che tiene desta l'attenzione dello spettatore fino alla fine.



IL RESPIRO DEL DIAVOLO (2007)

Quando Max, ex malvivente che ha deciso di mettersi sulla retta via, vede rifiutarsi dalla banca l'ennesima richiesta di prestito, accetta di partecipare ad un ultimo colpo sperando di ottenere i soldi per aprire un ristorante con la sua fidanzata Roxanne.
La proposta è quella di rapire il figlio di otto anni di una facoltosa coppia e chiederne il riscatto. Inizialmente tutto procede per il verso giusto, ma poi, nella baita nella quale i rapitori si sono nascosti, cominciano a verificarsi fatti inquietanti e Max e i suoi amici si scontreranno l'uno con l'altro.
A quel punto capiranno che il ragazzino che hanno rapito, nasconde un lato oscuro e demoniaco.
Il film non è certo un capolavoro, ma è comunque un buon film, che mantiene una buona tensione per quasi l'intera durata della pellicola, peccato per il finale che  butta tutto in vacca.



THEM (2006)

Clementine e il marito Lucas si trasferiscono in un piccolo centro rurale vicino a Bucarest, dove lei deve iniziare ad insegnare in una scuola elementare, mentre lui porta avanti al sua attività di scrittore.
La loro casa è piuttosto isolata e una notte vengono svegliati da alcuni rumori, ma una volta scesi in giardino riusciranno soltanto a vedere qualcuno che si allontana sulla loro auto. La coppia tenterà di chiamare i soccorsi, ma presto i loro assalitori li isoleranno tagliando la corrente e il telefono.
Clementine e Lucas proveranno a rifugiarsi in casa, ma scopriranno che anche i misteriosi ospiti si nascondono lì dentro e che questi non sono altro che bambini. Dopo un lungo scontro durato tutta la notte saranno proprio i ragazzini ad avere la meglio e far fuori la coppia.
Film interessante e ben diretto, che la produzione ha voluta far risalire ad una vicenda realmente accaduta, quando in realtà è soltanto una leggenda metropolitana della Repubblica Ceca.



IL NASTRO BIANCO (2009)

In un villaggio della Germania protestante, alle soglie della prima guerra mondiale, alcuni strani e inquietanti incidenti sconvolgono la pace della piccola comunità. Soltanto il maestro della locale scuola ha qualche sospetto.
Film girato in un angosciante bianco e nero e in cui Michael Haneke, il regista, ci conduce fino alle radici dell'odio che sarà il seme del futuro nazismo.
Come in quasi tutti i suoi film. al regista austriaco non interessa trovare il colpevole, ma preferisce esaminare i rapporti umani che poi portano alle conseguenze mostrate.
Film pessimistico (come nella maggior parte delle opere di Haneke), reso ancora più angosciante dalla totale assenza di un commento sonoro.
Non una pellicola semplice, ma se già conoscete Haneke, allora forse potrete apprezzare il film in tutte le sue due ore e mezzo di durata.



BRIGHTBURN - L'ANGELO DEL MALE (2019)

Tori e Kyle vivono a Brightburn e da molto tempo stanno provando ad avere un figlio, ma a causa di problemi di fertilità non riescono a concepirlo. Una notte, nei pressi della fattoria, si schianto una navicella spaziale con a bordo un bambino, che la coppia decide di tenere e adottare chiamandolo Brandon. 
Quando compie dodici anni, il ragazzino scopre di avere una forza sovrumana e sente delle strane voci nella sua testa che lo conducono verso l'astronave sulla quale è arrivato, nascosta nel fienile.
Un po' alla volta comincerà ad avere atteggiamenti sempre più violenti e irrispettosi, anche nei confronti dei suoi genitori. Quando poi, misteriosi incidenti cominciano ad accadere alle persone accanto a Brandon, Tori e Kyle saranno costretti a fare i conti con la vera natura di loro figlio, che conscio ormai delle sue capacità porterà paura e morte per il mondo.
Film interessante, tra horror e fantascienza in cui viene ribaltata la figura del supereroe buono che viene da un altro mondo per aiutare i terrestri,
Già poco dopo la sua uscita, si è cominciato a parlare di possibili sequel, creando un universo Brightburn.



mercoledì 11 dicembre 2019

Cattivi bambini

I bambini, simbolo di candore e purezza per antonomasia.
Ma non sempre le cose stanno così come sembra e come nella vita, anche il cinema ci ha insegnato che i bambini possono essere cattivi, disturbati e pericolosi e quando ci capita di incontrarli rimaniamo interdetti e non sappiamo come comportarci.
Ecco dunque dieci titoli (di alcuni di questi ne ho già parlato in post singoli e più completi) in cui il male ha assunto le sembianze della dolcezza e dell'innocenza:

IL VILLAGGIO DEI DANNATI (1960)

Un villaggio inglese rimane improvvisamente isolato per alcune ore; tutti i suoi abitanti cadono in una sorta di torpore perdendo i sensi e ciò accade anche a chiunque tenti di avvicinarsi  al paese.
Quando lo strano fenomeno è passato, si scopre che tutte le donne fertili sono incinte, anche quelle caste o senza compagno.
Alla nascita tutti i bambini mostrano subito caratteristiche fisiche e intellettive simili tra loro, hanno un forte senso del gruppo, isolandosi dagli altri bambini, e tendono a nascondere i propri sentimenti.
Inoltre questi dimostrano di avere delle straordinarie capacità mentali con le quali leggono la mente degli altri e influenzano l'altrui volontà.
Si scopre così che in realtà questi bambini non sono altro che una nuova razza aliena e che con i loro poteri leggono e controllano la mente umana e causando il suicidio di coloro che li minacciano.
Quando si viene a sapere che in altre parti del mondo sono avvenuti fatti simili e che ovunque i bambini sono stati uccisi, gli abitanti del villaggio affidano i ragazzi al padre di uno di loro, ma quando costui capisce la pericolosità di questi esseri, li attira in una trappola.
Film di fantascienza, tratto dal romanzo "I figli dell'invasione" (1957) di John Wyndham, ha avuto un sequel "La stirpe dei dannati" (1963) e un remake nel 1995 diretto da John Carpenter.
Costato solo 300.000 dollari, la pellicola ne ha incassati più di 5 milioni. Girato con mestiere da Wolf Rilla il film riesce a creare una tensione sempre più crescente, con vaghi riferimenti al nazismo ebbe un grosso successo grazie anche al periodo in cui uscì, dato che in quegli anni si cominciava a parlare della pillola anticoncezionale e di studio sui poteri ESP.
Un piccolo capolavoro.





IL PRESAGIO (1976)

Il figlio di Robert Thorn, diplomatico statunitense a Roma, nasce morto alle 6 del 6 giugno. Pur di alleviare le sofferenze della moglie, l'uomo accetta la proposta di alcuni prelati e decide di sostituire il bambino con un altro nato nello stesso momento, ma la cui madre è morta dandolo alla luce.
Sei anni più tardi, nel giorno del compleanno del piccolo Demian, cominciano a verificarsi una serie di sanguinosi eventi che porteranno alla morte di diverse persone, tra cui la stessa madre del bambino, rimasta nuovamente incinta e un prete che conosceva la verità sul passato di Demian e che stava tentando di avvertire Robert su questi orribili segreti.
Indagando su quei terribili eventi, Robert scopre che Demian è in realtà l'Anticristo, il figlio del demonio. Inizialmente titubante e restio ad uccidere un bambino, in seguito ad altre morti ed incidenti, l'uomo capisce che l'unica soluzione è sopprimere il proprio figlio, ma quando è sul punto di pugnalarlo viene ucciso da alcuni poliziotti.
Richard Donner dirige un film forse non perfetto, ma che riesce a disturbare e inquietare ancora oggi.
La pellicola ha avuto tre sequel, un remake e una serie televisiva.
Il film è anche noto per alcuni strani incidenti avvenuti dentro e fuori dal set durante la lavorazione del film, tanto che c'è chi crede sia un film maledetto.




GRANO ROSSO SANGUE (1984)

Una coppia in crisi sta attraversando le strade del Nebraska e per errore investe un ragazzo, che in realtà risulterà essere morto prima dell'impatto con la loro auto. I due si metteranno in cerca di aiuto e giungeranno nella cittadina di Gatlin che però risulterà deserta. Presto la coppia scoprirà che tutti gli adulti sono stati sterminati dai ragazzini del luogo e che loro sono le prossime vittime disegnate come sacrificio di un fantomatico dio chiamato "Colui che cammina nel grano".
Tratto dal racconto "I figli del grano" contenuto nella raccolta di racconti "A volte ritornano", la pellicola ha avuto un enorme successo di pubblico, nonostante le critiche mosse dallo stesso King e dalla maggior parte della critica.
Tale successo ha portato a nove tra sequel e remake.
Nonostante le numerose differenze dal racconto, il film risulta essere un godibile e interessante horror tipico degli anni 80.
Va ricordato che la protagonista femminile è Linda Hamilton che sarebbe divenuta celebre poco tempo più tardi grazie alla saga di Terminator.




CHI E' L'ALTRO? (1972)

Il piccolo Niles vive con la madre e con la nonna in una fattoria del Connecticut e proprio quest'ultima insegna al bambino a usare le sue facoltà per imparare a identificarsi con le creature della natura, animali e umane. Tuttavia il ragazzino rifiuta di credere alla morte del proprio gemello e a lui attribuisce la colpa di alcuni omicidi avvenuti nei dintorni. In realtà Niles nasconde un orribile segreto.
Film diretto molto bene da Robert Mulligan ("Il buio oltre la siepe") fa dell'ambiguità la sua forza e che nonostante qualche alto e basso, ti tiene col fiato sospeso fino al sorprendente finale.
Per certi versi (il rapporto con la natura e la ruralità, la serie di omicidi inspiegabili...) il film ricorda il più recente "Riflessi sulla pelle", altro film in cui troviamo un bambino dalla personalità disturbata.




L'INNOCENZA DEL DIAVOLO  (1993)

Mark (Elijah Wood) ha recentemente perso la madre, morta a causa di un cancro e vive con difficoltà questo lutto.
A causa di un viaggio d'affari, il padre deve mandare Mark dagli zii Wallace e Susan i quali hanno due figli: Henry (Macaulay Culkin) della stessa età di Mark e la piccola Connie. Inoltre hanno da poco perso il figlio più piccolo per un incidente domestico.
Ben presto Mark si renderà conto che il cugino, sotto l'aspetto da bravo ragazzino, nasconde in realtà un animo malvagio, sociopatico e violento, ma nonostante i numerosi tentativi di smascherarlo, nessuno gli crederà. Soltanto alla fine Susan scoprirà la vera natura di Henry e in uno scontro sulla scogliera sarà costretta a scegliere se salvare Mark o il proprio figlio.
Lontano dall'essere un capolavoro, il film risulta interessante per almeno un paio di motivi: il dilemma morale del finale, in cui un genitore deve scegliere se salvare il proprio figlio, che sa essere malvagio e responsabile di atti orribili, ma al verso il quale prova comunque un sincero amore, oppure il nipote buono, ma per il quale non sente lo stesso tipo di affetto; e per il fatto che lo psicotico Henry sia stato interpretato da Macaulay Culkin divenuto celebre per il ruolo del pestifero, ma simpativo Kevin McCallister nei due "Mamma ho perso l'aereo"




IL SIGNORE DELLE MOSCHE (1963)

In fuga dalla città in guerra, un aereo che trasporta alcuni ragazzini precipita nei pressi di un'isola deserta. In attesa dell'arrivo dei soccorsi, i piccoli naufraghi tenteranno di sopravvivere in quell'ambiente ostile, ma se inizialmente le cose sembrano funzionare andare per il meglio, presto il gruppo si spaccherà in due e le ostilità tra le due fazioni porterà a scontri sempre più duri e cruenti e solo l'arrivo dei soccorsi fermerà quello che è diventato un gioco al massacro.
Tratto dall'omonimo romanzo di William Golding, il film ne ricalca fedelmente lo spirito mettendo in scena una sorta di allegoria sulla malvagità umana, dato che l'autore pensava che l'uomo è cattivo per natura e a dimostrazione della sua tesi ha scelto, per il suo romanzo, dei bambini come protagonisti, solitamente simbolo di innocenza e purezza, ma che messi nel giusto contesto sono capacità della stessa malvagità di un adulto il cui spirito è stato guastato dal tempo e dalla società.




LA RAGAZZA DELLA PORTA ACCANTO (2007)

David ha dodici anni e passa le sue giornata a giocare con gli amici o in riva al fiume dove un giorno incontra la sedicenne Meg che assieme alla sorella minore da qualche giorno si è trasferita, dopo essere rimasta orfana, da una loro lontana parente, vicina di casa della famiglia di David.
Ben presto Ruth, questo il nome della donna, rivelerà tutto il suo sadismo nei confronti delle due sorelle, prima con qualche semplice umiliazione, poi riservando loro violenze fisiche e psicologiche, violenze alle quali partecipano anche i figli della donna e altri ragazzini del vicinato. David sarà testimone muto di quei segreti diviso tra il timore reverenziale verso la donna e il senso di colpa nei confronti di Meg.
Tratto dal romanzo omonimo di Jack Ketchum che si ispira a sua volta a fatti realmente accaduti, il film è uno spaccato di quell'America rurale e chiusa da cui ogni tanto emergono sanguinosi fatti di cronaca. Un film è duro e atroce proprio perché, in questo caso, l'orrore non viene da vampiri o lupi mannari, ma da veri esseri umani che possono essere i vicini di casa di chiunque di noi e tra questi ci sono anche dei ragazzini.




IL GIGLIO NERO (1956)

Rhoda è una graziosa bambina di otto anni, sempre educata e dall'aspetto impeccabile, ma in realtà nasconde un terribile segreto. Dopo essere tornata a casa da una festa campestre in cui è morto un suo compagno di scuola, la bambina non dimostra nessun turbamento e nessuna forma di empatia, anzi sembra aver trovato la cosa emozionante. Preoccupata dalla scoperta di questo lato del carattere di sua figlia, la madre tenterà di scoprire qualcosa di più su quanto accaduto, ma finirà con l'accorgersi di quanto, in realà, sia perversa Rhoda.
All'uscita nelle sale, questo film sorprese e sconvolse un'America perbenista, mettendola di fronte a scomode verità, come il fatto che il male può nascondersi ovunque, anche dietro al sorriso innocente di un bambino.
La pellicola ha un taglio teatrale (difatti è tratta da una pièce teatrale a sua volta ispirata al romanzo "The Bad Seed" di William March) ed è ambientata quasi interamente in unica location e funziona soprattutto alla bravura degli attori e ai dialoghi che devono raccontare quello che il regista non ci mostra direttamente.




MA COME SI PUO' UCCIDERE UN BAMBINO? (1976)

Tom ed Evelyn sono una coppia di turisti inglesi in vacanza nel Mediterraneo che decidono di visitare l'isola di Almanzora. Al loro arrivo però notano qualcosa di strano e sinistro, in giro non c'è nessun adulto e il villaggio sembra essere completamente deserto. In giro si vedono soltanto bambini che li guardano in maniera sospetta. I due protagonisti scopriranno così che, forse in preda ad un attacco di follia, i bambini si sono ribellati agli adulti uccidendoli tutti e facendo scempio dei cadaveri.
Salvarsi non sarà facile come sembra perché per quanto malvagio e pericoloso "ma come si può uccidere un bambino?"
Horror iberico girato completamente alla luce del sole che crea disagio e disturbo per il tipo di messaggio che vuole mandare.
La pellicola si apre con immagini di repertorio di poveri villaggi africani e delle guerre nel sud est asiatico così a mostrarci come l'uomo sia stato in grado di fare del male agli esseri più indifesi e innocenti e così il regista ci mostra una sorta di vendetta dei bambini nei confronti degli adulti, ma nonostante i cattivi siano i bambini, non li vediamo mai come degli esseri puramente malvagi e sanguinari, ma come dei ragazzini intenti a giocare e divertirsi.





GOODNIGHT MOMMY (2014)

Lukas ed Elias sono due gemellini di dieci anni che vivono in splendida quanto glaciale villa nella campagna austriaca. Qui passano le giornate a rincorrersi tra i filari di grano, facendo il bagno in un bel laghetto o facendo la lotta tra i verdi campi davanti casa. Quando finalmente la loro madre ritorna a casa, dopo un'operazione di chirurgia estetica, con il volto interamente coperto di bende, i due bambini sospettano che in realtà lei non sia chi dice di essere, ma all'interno del piccolo nucleo famigliare ci sono altri segreti che porteranno ad una spirarle di follia e violenza, fino al drammatico quanto inevitabile finale.
Il cinema dei due registi, di cui anche Michael Haneke è uno degli esponenti, è fatto di lunghe attese che poi esplodono in una violenza sempre più forte e disturbante. In questo caso c'è una prima fase in cui sembra di assistere ad una specie di caccia al topo, ma con i ruoli che costantemente si invertono per poi passare, man mano che ci si avvia verso il finale, ad una fase più violenta in cui nulla è risparmiato.
Bravi i due piccoli protagonisti che scelti per il loro aspetto innocente e rassicurante, risultano essere inquietanti ed emanare un'aura di mistero e tensione.



Si conclude qui il viaggio tra i film che vedono protagonisti bambini cattivi e perversi, ma dato che sul tema sono state girate tante altre pellicole, appena possibile tornerò sull'argomento con nuovi titoli.









martedì 5 giugno 2018

Il giglio nero (1956)

Rhoda Penmark è una graziosa bambina di otto anni, sempre educata e dall'aspetto impeccabile. Tornata a casa dopo una festa campestre in cui è morto un suo compagno, la bambina non mostra nessun segno di turbamento per quanto accaduto, anzi dice di averlo trovato emozionante. La madre di Rhoda, preoccupata per la mancanza di empatia della figlia, cerca di capire come stanno veramente le cose e così scopre che è stata proprio la bambina ad uccidere il suo amichetto per un futile motivo.



Un po’ alla volta emergerà una terribile verità sulla vera natura di Rhoda, che porterà la donna ad un’estrema decisione. Film con protagonisti bambini cattivi ne sono stati fatti moltissimi, ma questo merita certamente di entrare nella top five. Il film si basa sull’opera teatrale “The Bad Seed”, a sua volta tratto dall’omonimo romanzo di William March.


In un America perbenista, questo film è una vera doccia fredda, in quanto mette in luce delle scomode verità che si è sempre preferito tenere nascoste, cioè che la malvagità può nascondersi ovunque, anche dietro al sorriso di un bambino. Rhoda è consapevole del suo aspetto innocente e lo usa a suo vantaggio arrivando anche a macchiarsi di orribili delitti, tanto è sicura che non potrà mai essere colpevolizzata, perché lei è solo un bambina.




Christine, la madre della piccola, giustamente rimane turbata dalla natura perversa della figlia, ma ciò che veramente spaventa lei e lo spettatore, è la mancanza di empatia e di rimorso di Rhoda; perché, se chiunque può commettere un crimine, la maggior parte delle persone, poi si pentirebbe o quanto meno si sentirebbe gravare la coscienza da un peso non indifferente.
Nel suo tentativo di capire il perché sua figlia sia così, la donna arriverà a scoprire le sue vere origini e quindi a chiedersi se la malvagità nei bambini è ereditaria o frutto dell’ambiente. Il regista, attraverso il personaggio di uno scrittore amico di famiglia, propende per la prima ipotesi, adducendo che ci sono casi di bambini incapaci di provare rimorso o pietà e paragonandoli, appunto, a dei gigli neri.


La messa in scena è propria del teatro, infatti la vicenda si svolge quasi tutta in un unico ambiente e la forza del film viene data dalla bravura degli interpreti, e del regista che non mostra mai i delitti di Rhoda, ma lascia che la storia emerga dai dialoghi dei protagonisti.
Il film, ancora oggi, risulta essere disturbante e spiazzante; l’ideale immagine del bambino innocuo e innocente, viene stravolta e rivoltata, lasciandoci interdetti.



La pellicola ha avuto anche problemi con la censura dell’epoca; infatti il Codice Hays, proibiva che un film potesse finire con il crimine che non viene punito; così mentre nell’opera originale la malvagia Rhoda si salva, e la madre muore, nel film accade il contrario. Da notare che una volta tanto il titolo italiano risulta forse più efficace di quello originale.

lunedì 16 ottobre 2017

Il signore delle mosche (romanzo + film 1963)


Come per “Stand by me”, anche per “Il signore delle mosche”, è difficile tenere separata l’opera letteraria, dal film al quale si ispira perché il regista fa un ottimo lavoro e riesce a mantenere intatti i significati di cui William Golding impernia il romanzo.
La storia è quella di un gruppo di ragazzini, che in fuga dalla guerra, precipitano con il loro aereo nei pressi di un’isola deserta. Da quel momento i piccoli naufraghi tenteranno di sopravvivere in un ambiente ostile fino all’arrivo dei soccorsi, ma se inizialmente le cose sembrano funzionare bene, in seguito il gruppo si spaccherà in due e ben presto le ostilità tra le due fazioni, porterà a scontri sempre più cruenti e solo l’arrivo dei soccorsi, fermerà quello che ormai era un gioco al massacro.



Golding è convinto che l’uomo sia cattivo per natura (sua la frase  “L’uomo produce il male come le api producono il miele”), così la sua opera, e di conseguenza anche il film, è impregnata di questo suo pessimismo e  a rendere la storia ancora più disturbante e spaventosa, è il fatto che i protagonisti siano bambini.
I giovani protagonisti, privi di figure adulte, tentano di costruire una società ideale e migliore rispetto a quella in cui vivono, ma proprio la mancanza di linee guida che insegnino la differenza tra bene e male, tra giusto e sbagliato, farà si che questa società si spacchi presto, facendo regredire i ragazzi ad uno stato selvaggio che li porta a sviluppare i loro istinti animaleschi, in cui prevale la legge della giungla a discapito del senso di colpa, del senso del peccato e dell’educazione.



Come già detto, a rendere ancora più greve la vicenda, è il fatto che a compiere queste efferatezze non siano adulti inevitabilmente guastati dal tempo e dalla società, ma bambini e ragazzi, simboli di innocenza e purezza per definizione. Ralph è il protagonista “buono”, quello dotato di maggior buon senso e intenzionato a costruire una società civile, basata su regole precise, in cui ognuno ha il suo compito e la sua preoccupazione maggiore è quella di mantenere sempre acceso il fuoco che permettere di essere avvistati da possibili soccorritori.
L’antitesi di Ralph è Jack, istintivo e irrazionale, vorrebbe essere lui il vero leader del gruppo e per riuscirci non rinuncia a usare la violenza. Per dimostrare la sua virilità e superiorità organizza un gruppo di cacciatori e affascina gli altri ragazzi con storie e canti di guerra. Per conquistare la leadership punta sulle paure più irrazionali e forti, quelle del buio e di possibili creature mostruose, anteponendole a quelle meno viscerali, cioè a quella di rimanere li per sempre, senza che nessuno li avvisti mai.



C’è poi Bombolo (Piggy nel romanzo), di cui non conosciamo il vero nome e che è uno dei pochi che rimane sempre fedele a Ralph. Il ragazzino, grassottello e asmatico, e rappresenta la razionalità e quel poco che ne resta nei bambini che li lega alla civiltà, ma è allo stesso tempo l'anello debole della catena, quello che nessuno ascolta e potenziale vittima sacrificale. Simon invece è un bambino timido e insicuro, anche lui legato a Ralph, fugge però dal gruppo e sarò il primo a scoprire che la bestia non esiste, cosa che purtroppo non potrà raccontare, perché ucciso prima. La sua epilessia lo porta a frequenti svenimenti e visioni e in uno di questi attacchi si ritroverò a parlare con “Il Signore delle mosche”.  Nell’iconografia della storia, Simon rappresenta la spiritualità, la volontà dell'uomo di fare del bene, ma l'incapacità di metterlo in atto, e la sua morte segna la perdita della verità e dell’innocenza.



Vi è infine Roger, alleato di Jack, che rappresenta il vero lato malvagio della natura umana, cattivo per il piacere di esserlo, inizialmente frenato dalla sua educazione, una volta che il gruppo si è spaccato, lui libera tutta la sua crudeltà, arrivando perfino ad uccidere. “Il Signore delle mosche” però, non è soltanto una metafora sulla natura perversa dell’essere umano, ma anche un chiaro esempio di come nascano i totalitarismi, più o meno violenti.
Quando prevale la paura di sopravvivenza, la società è disposta ad accettare le prepotenze e i metodi soppressivi, di un leader che punta a eliminare questa paura, ritenendolo un male minore o necessario. 


Così, in questo caso, i giovani protagonisti accettano la prepotenza e la violenza di Jack e il suo gruppo, che assicura di sconfiggere il mostro, e con esso la paura ancestrale di esso, piuttosto che sobbarcarsi il sacrificio che potrebbe portarli ad un salvataggio dall’isola. Però una volta ottenuto il potere, Jack sfrutta le paure dei ragazzini per continuare a dominarli e quando infine tutto pare precipitare in un escalation di irrazionale violenza, solo l’intervento esterno di alcuni militari giunti sull’isola, porta la situazione ad un nuovo equilibrio, ma con i protagonisti ormai traviati da quanto successo e consapevoli della perdita della loro innocenza e spensieratezza.
Da un punto di vista tecnico la pellicola è ben diretta, anche se la fotografia non è delle migliori.
Bravi tutti i protagonisti.