domenica 11 aprile 2021

I telefilm dimenticati (6) - Sister Kate

Immagino che di questo telefilm solo in pochi se ne ricorderanno, del resto ne è stata fatta una sola stagione e in Italia, dopo essere trasmessa su Telemontecarlo è passato per qualche emittente locale per poi sparire completamente dai palinsesti televisivi.


La serie racconta di Suor Katherine Lambert che viene trasferita alla Redemption House, una residenza cattolica di Chicago per l'accoglienza di giovani orfani e ragazzi in difficoltà.Lì vivono in sette, tra bambini e adolescenti, che con i loro modi di fare, sono riusciti a far fuggire ben tre preti. Quando arriva, Suor Kate, ha il compito di riportare la disciplina nell'istituto cercando, nel frattempo, di trovare una famiglia per le sette piccole pesti.


A interpretare il ruolo della protagonista principale è Stephanie Beacham (che ha ottenuto una candidatura ai Golden Globe per questa parte), già nota al grande pubblico per il ruolo di Sable Colby in "Dynasty" ne "I Colby".
Tra gli ospiti della casa invece possiamo facilmente riconoscere un giovane Jason Priestley, che poco tempo dopo diverrà celebre interpretando Brandon Walsh in "Beverly Hills 90210", qui nel ruolo di Todd, il classico adolescente americano e Harley Cross, giovane bimbo prodigio conosciuto in film come "The Believers - I credenti del male", "Le strade della paura" e "La mosca 2" che qui interpreta Eugene, che nonostante abbia solo undici anni si sente già un uomo maturo.

Gli alti interpreti sono Frederika, che tutti chiamano Freddy ed è il maschiaccio del gruppo; April, la classica bionda svampita; Hilary, costretta su una sedia rotelle che vive con difficoltà la sua condizione; Violet, una dolce bambina di nove anni e, infine, Neville un bambino di sette anni che finge atteggiamenti da duro e di essere giamaicano, ma in realtà viene da New York e ha solo bisogno di affetto. Negli ultimi due episodi compare un altro volto noto del cinema: Miko Hughes ("Cimitero vivente", "Nightmare - Nuovo incubo", "Codice Mercury"...)

Per certi versi la serie assomiglia a "L'albero delle mele" e anche in questo caso vengono affrontati tematiche delicate come il sesso, la droga, l'alcol, le disabilità, e seppur mantenendo un tono leggero, si è cercato di trasmettere un messaggio positivo.

La serie. prodotta dalla 20 Century Fox Television e trasmessa sulla NBC dal settembre 1989 al luglio 1990, nella fascia oraria 20-21 della domenica, ma fu cancellata dopo diciotto episodi (un diciannovesimo non fu mai trasmesso) per i bassi ascolti, anche se c'è da dire che doveva superare la concorrenza de "La signora in giallo" e dei neonati "Simpson".

Tra le altre curiosità vale la pena di ricordare che la stessa Stephanie Bacham ha lavorato in "Beverly Hills 90210" interpretando la madre di Dylan McKay, che la sigla di testa è cantata da Amy Grant, celebre cantante statunitense di musica religiosa, ma che non è mai stata pubblicata e che in un episodio compare come ospite il duo musicale Milli Vanilli, famosi per lo scandalo nel mondo della musica, quando si scoprì che loro fingevano solo di cantare le loro canzoni, che in realtà erano eseguite da altri e poi trasmesse in playback.

In conclusione, io la ricordo come una serie simpatica, forse non particolarmente innovativa, ma che avrebbe meritato qualche fortuna in più.

(Fonti: wikipedia e tv-generation.it)


giovedì 8 aprile 2021

100.000 volte grazie

 Le dinamiche familiari mi hanno tenuto distante dal blog e così non mi sono accorto dell'importante traguardo che ho raggiunto, nonostante le lunghe assenze, i pochi post, i numerosi errori e la semplicità del blog stesso (nel senso che altri blog sono ben suddivisi per sezioni, con molte pagine, ben articolati, mentre il mio è essenziale), ho raggiunto (e superato) la ragguardevole cifra di centomila visualizzazioni e tutto questo è solo merito vostro, per cui, grazie mille, anzi grazie centomila a tutti voi!
Spero che continuiate a seguirmi, nonostante la mia prolungata assenza, perché nonostante tutto, nonostante gli impegni, appena avrò un momento libero, coi miei tempi, sarò qui a scrivere qualcosa, e carne al fuoco ce n'è molta.