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mercoledì 16 ottobre 2019

Un matrimonio in scarpe da tennis

Rieccomi a scrivere qualcosa dopo un lungo silenzio; che volete farci...le ultime settimane sono state piuttosto impegnative perché...beh perché sabato 5 ottobre mi sono sposato.
E così, dopo un fidanzamento di meno di tre anni e dopo esser divenuti genitori di due splendide bimbe, Chiara ed io, abbiamo finalmente coronato anche questo sogno.



In realtà, noi pensavamo al matrimonio già nel 2017, ma con la scoperta della gravidanza abbiamo dovuto rimandare i nostri propositi.
Tuttavia, avendo appunto iniziato a organizzare la preparazione già un paio di anni fa (vestiti e bomboniere sono rimasti chiusi nell'armadio per quasi due anni), abbiamo potuto fare le cose con un po' più di calma, anche se non sono mancati inconvenienti e problematiche di vario tipo che mi hanno talvolta demoralizzato ed esasperato.



Avendo deciso di sposarci a Vigonza, dove vivo io, la maggior parte dell'organizzazione pratica è toccata a me, anche se Chiara mi ha sempre aiutato come poteva, sia da Bologna, sia quando veniva a passare il weekend qui. Inoltre, dato che lei si occupa da sola delle gemelle per la maggior parte della settimana, il minimo che potessi fare era darmi da fare per organizzare un matrimonio che la rendesse felice e perciò le chiedo scusa se ogni tanto mi sono lamentato e sono stato nervoso.



Fin dall'inizio la nostra idea era quella di fare un matrimonio informale, libero e alla fine così è stato: entrambi con delle simil Converse rosse ai piedi, lei con un abito stile anni 50 io con jeans e una giacca in pelle. Il rinfresco, fatto a buffet, sotto alla barchessa nel giardino di una villa comunale, ha permesso agli invitati di non dover sottostare alle rigide tempistiche di un classico ristorante; chi voleva stava seduto, chi voleva stava in piedi, si poteva tranquillamente girare per il grande parco e i bimbi hanno potuto usufruire di scivoli, altalene e altri giochi. Abbiamo cantato, ballato, chiacchierato, ritrovato vecchi amici; insomma è stata proprio una bellissima giornata, grazie anche al tempo che è stato a noi benevole, in cui credo si siano divertiti tutti, che era un altro dei nostri obiettivi.
Di cose da scrivere ce ne sarebbero tante altre, sia dal punto di vista organizzativo, sia per ricordare i vari momenti della festa, ma dato la nebbia che ancora offusca il mio cervello preferisco chiudere con questa frase dii Walt Whitman:

"Eravamo assieme, tutto il resto del tempo l'ho scordato"

venerdì 13 ottobre 2017

Blogger Recognition Award - La stanza di Gordie

Beh, il mio certo non sarà il blog più interessante della rete, ma seguirlo con una certa costanza sta cominciando a dare diverse soddisfazioni, alcune dovute unicamente alla soddisfazione di vedere realizzato un buon lavoro, parlando di ciò che più mi piace, altre grazie ai riconoscimenti di amici e altri blogger e questo è proprio uno di questi casi; infatti dopo i Liebster Award, ecco una menzione da parte dell'amica Marta Ricci di Emme Boulcès, per i Blogger Recognition Award.



Queste le regole per partecipare:


  1. Ringraziare il blogger da cui si è stati nominati e linkare il suo blog
  2. Raccontare la nascita del proprio blog
  3. Dare qualche nuovo consiglio ai nuovi blogger emergenti
  4. Commentare il blog di chi ti ha nominato linkando il tuo articolo di ringraziamento
  5. Nominare a tua volta quindici (15) blogger che ritieni meritevoli
Dunque, bando alle ciance e iniziamo:

RINGRAZIAMENTI:

Grazie a Emme Bouclès per aver pensato anche a me per questo premio che mi riempie di orgoglio, perché il riconoscimento è "piccolo" solo formalmente, ma indica che sto facendo un buon lavoro e che questo è apprezzato e ciò è un premio, per me, enorme.

LA NASCITA DEL MIO BLOG:

Come dicevo nel primo post dell'oramai lonatano 2014, il blog nasce dalle ceneri, finite sotto al tappeto, di un blog precedente, che per svariati motivi avevo abbandonato. Inoltre mi è sempre piaciuto scrivere e sentendo il bisogno di uno spazio più libero di quello dei social network, ho deciso di ripartire da capo e dare sfogo alle mie passioni e idee.

CONSIGLI PER BLOGGER EMERGENTI:

Credo di essere una delle persone meno adatte a dare consigli, tuttavia a chi ha intenzione di avere un blog, posso suggerire di scrivere di ciò che conosce e di ciò che gli piace, di scrivere in maniera semplice, senza per forza cercare un linguaggio ricercato e soprattutto di scrivere col cuore...

15 BLOGGER EMERGENTI:

Beh non tutti sono proprio emergenti, molti scrivono già da diversi anni e hanno una discreta visibilità e non so se riuscirò a nominarne proprio quindici, ma ecco le mie nominations:


Devo dire che non è stato semplice scegliere così tanti blogger, più che altro perché al momento non ne seguo molti, e alcuni di loro hanno, per ora, sospeso le loro pubblicazioni, ma magari se vedono apprezzato il loro impegno riusciamo a far si che tornino a scrivere più assiduamente, no?





giovedì 28 settembre 2017

Very Pop Blog - I miei anni '90 - Storia di un adolescente confuso



Dopo il tag-post di successo sui mitici anni 80, continuo l'iniziativa di MikiMoz e proseguo, questa volta con la decade successiva, quella degli strani e per me, confusi anni 90, in cui però ho maturato molte delle mie attuali passioni.
Prima però, come sempre, rivediamo le regole:


  1. Elencare tutto ciò che per noi sono stati gli anni '90, in base ai vari macro-argomenti forniti (nota: parlare del vissuto dell'epoca, non di ciò che il decennio rappresenta per noi oggi! Chi non era ancora nato può parlare invece per esperienze indirette)
  2. Avvisare Moz dell'eventuale post realizzato, contattandolo in privato o lasciando un commento QUI 
  3. Taggare altri cinque blogger avvisandoli


I MIEI ANNI '90

MUSICA:

Beh in questo periodo nascono praticamente tutte le mie passioni musicali, partendo dai Queen, mio primo grande "amore" musicale (nel 1991 purtroppo moriva Freddie Mercucy), per passare ai Deep Purlpe, Toto, Iron Maiden, Mr. Big ecc...E poi molto cantautorato italiano da De Gregori, PFM, Dalla, Guccini...Tutto questo in parte grazie alla mia curiosità e parte grazie ai miei amici musicisti che mi hanno fatto conoscere gruppi, cantanti e generi musicali di vario genere ed epoca



CINEMA:

Anche in questo caso, ho cominciato a maturare e definire i miei gusti in questo periodo, in più capitava più spesso di andare al cinema con gli amici o da solo, la domenica pomeriggio. Tra i tanti film visti in sala alcuni sono: Jurassic Park, Philadelphia, Forrest Gump, Intervista con il vampiro, Stargate, Seven, Qualcosa è cambiato, Contact, Tre uomini e una gamba, The Truma Show, Eyes Wide Shut, Matrix, America Beauty...



FILM:

Come dicevo qui sopra, negli anni 90 ho definito la mia passione cinefila, per cui cercavo di guardare un po' di tutto, sia per quanto riguarda ciò che passava in tv, sia quando noleggiavo delle VHS, dunque mi è capitato di vedere cose più moderne e cominciare a approfondire la conoscenza del cinema classico: Ricomincio da capo, Mediterraneo, L'ultimo imperatore, Sciuscià, Lo squalo, Il seme della follia...ecc..ecc...ecc...



COMICS:

Soprattutto fumetti della Bonelli, partendo da Dylan Dog, ma anche Magico Vento, Brendon, Napoleone e poi qualche striscia, come Lupo Alberto, Calvin & Hobbes, Mafalda...




GIOCHI:

Ormai ero grandicello, per cui anche le tipologie di giochi erano cambiate rispetto al decennio precedente: ora oltre ai giochi per il pc, c'erano molti giochi di società come Saltinmente, Trivial Pursuit, Tabù, poi qualche avventura come HeroQuest, StarQuest...




VIDEOGAMES:

Molti giochi per pc, altre console non le ho mai avute. Tra i vari giochi: Sensible Soccer, Fifa, Day of the tentacle, Indiana Jones and the fate of Atlantis, The curse of Monkey Island...



TELEVISIONE:

Ancora qualche cartone animato, ma poi molti telefilm da Twin Peaks a X-Files passando per E.R. a quello che è uno dei miei telefilm preferiti di sempre, cioè Quantum Leap - In viaggio nel tempo e poi alcuni programmi come il Festivalbar, Aria Fresca, Urka!...



CIBO:

Ancora tante merendine, qualche volta si variava con l'immancabile Nutella, oppure con lo Spuntì, le patatine Pai o San Carlo, qualche volta i Sofficini, gelati di varie marche e così via...





LIBRI:

Nonostante abbia comunque variato molto (Brizzi, Grisham, Gaardner...), quella decade è stata caratterizzata soprattutto da un nome: Stephen King. Poi naturalmente c'erano i classici consigliati dalla scuola Verga, Svevo, Pirandello...



SHOPPING:

In questo periodo sono arrivati i primi Levi's, qualcosa della Benetton e scarpe della Nike o Adidas, e in quarta superiore ho preso usati dei Rayban ma di solito vestivo poco o raramente di marca



LIFE: 

E' stato un periodo strano, in cui si sono formate e sviluppate molte delle mie passioni, ma emozioni e sentimenti erano in continuo subbuglio. Ero spesso nervoso e irritabile, ma nonostante ciò avevo un bel gruppo di amici Nella prima parte la compagnia era piuttosto numerosa, eravamo anche in trenta persone a muoversi assieme, poi piano piano questa si scompose in diverse compagnie più piccole. Qualche volta ho ceduto alla mia avversione per le discoteche per accompagnare gli amici che invece ne andavano pazzi.
Sempre negli anni 90 sono andato ai miei primi concerti dal vivo
Ero tormentato dal fatto che non riuscivo a trovare una morosa (cosa che ripensandoci ora trovo buffa, in fondo bastava dare tempo al tempo)
Tutto sommato sono stato un bel periodo, mi sono divertito molto, ho conosciuto tanta bella gente e ho studiato poco...(è una delle poche cose che cambierei di quel periodo).

RICORDO DELL'EPOCA:

Una foto, un disegno o un'immagine che vi rimandi a quegli anni
Questa volta ho scelto una foto scattata durante la prima biciclettata sui colli con gli amici...Una fatica enorem, ma che divertimento :)



E ora passo la palla a:

Frammenti e tormenti
Pietro Saba World
Solaris
Emme Bouclès
La Bara Volante

Naturalmente non siete obbligati a partecipare, come siete liberi di farlo anche se non vi ho taggato...Insomma fate un po' voi...







giovedì 29 giugno 2017

Liebster Blog Award 2017




Veramente non me l'aspettavo...Per il secondo anno consecutivo sono stato premiato con l'autorevole Liebster Award piccolo, ma prestigioso riconoscimento assegnato dai colleghi blogger, che condividono la passione di scrivere recensioni, idee o storie. Quest'anno a onorarmi della nomination è stato il buon Kris Kelvin dal suo blog Solaris, che ringrazio di cuore per tanta gentilezza.

Queste in breve le regole del Liebster Award 2017:


  • Ringraziare chi ti ha premiato e rispondere alle undici domande che ti sono state poste
  • Premiare altri undici blogger che abbiano meno di 200 followers e che ritenete meritevoli
  • Comunicare la premiazione nelle bacheche dei "vincitori"
  • Proporre a vostra volta undici domande
Ora, invece, rispondo alle domande di Kris Kelvin

  1. Neflix e lo streaming LEGALE fanno bene o male al cinema?Netflix non ho ancora avuto modo di usarlo, mentre ogni tanto guardo film in streaming...Non so se questi sistemi facciano bene o male, da un punto di vista economico, al cinema, quello che so di  certo è che se non fosse per questi mezzi (compreso il download), molti film non li avrei mai visti. Purtroppo la distribuzione italiana è quello che è, e solo di recente sono cominciate ad arrivare piccole chicche, grazie a case di distribuzione coraggiose.
  2. Mentre state vedendo un film al cinema fate silenzio assoluto oppure fate commenti con il vicino di poltrona?
    Se vado con un amico può capitare che ci siano uno scambio di battute, se si riconosce un attore o qualche citazione particolare, ma di solito preferisco godermi il film zitto, zitto fino alla fine e solo poi discuterne.
  3. (Conseguenza alla domanda precedente): Andate mai al cinema da soli?
    Fino all'anno scorso era praticamente la norma. I miei amici sono quasi tutti sposati o fidanzati, e da qualche anno ci si vede molto meno, dunque prima che anch'io trovassi la morosa, al cinema ci andavo da solo, anche un paio di volte alla settimana.
  4. Doppiaggio o lingua originale?
    Bella domanda...Per pigrizia direi doppiaggio, ma ormai, soprattutto per recuperare certi film "introvabili" non ho problemi a vederli in lingua originale e ammetto che spesso ci guadagnano.
  5. Vi capita mai di giudicare gli altri in base ai loro gusti cinefili?
    Mi piacerebbe dire di no, purtroppo qualche volta l'ho fatto, subito dandomi dello stupido; primo perché non è certo da questo che si può capire il valore di una persona, secondo perché sicuramente anch'io guardo e  mi piacciono film che sono obiettivamente "discutibili",
  6. Avete mai litigato con qualcuno per opinioni diverse su un film?
    Se è successo, è capitato solo "online" e con cosidetti "troll" o persone che vedevano solo la loro ragione e non si mettevano un minimo in discussione.
  7. Nelle vostre recensioni state attenti agli spoiler oppure...non ve ne frega nulla? 
    Per quanto possibile cerco di stare attento, ma a volte, dovendo spiegare perché mi è piaciuto il film di cui sto parlando, mi risulta difficile non raccontare qualche scena che mi ha emozionato, per cui non non mi faccio troppi problemi a raccontarla nei minimi dettagli
  8. Prima di vedere un film leggete mai critiche o recensioni?
    Il meno possibile, giusto quel poco per capire che film sto per andare a vedere e di solito faccio affidamento a pochi ma fidati amici cinefili
  9. Vi piacciono le arene estive?
    Se ben organizzate, un bel programma, uno schermo discreto e un impianto audio che mi costringa all'uso di apparecchi acustici, si...magari se poi inserite in un bel contesto storico-naturale ancora di più...
  10. Avete mai frequentato qualche festival del cinema (Cannes/Venezia/Berlino/Locarno...?)
    Purtroppo no, ma spero prima o poi di riuscire ad andare almeno una volta ad una di queste manifestazioni
  11. Un regista/attore che proprio non sopportavate e vi ha fatto ricredere?
    Se mi avessero fatto questa domanda una quindicina di anni fa avrei risposto quasi sicuramente Leonardo Di Caprio, che dopo alcuni film in cui interpretava ruoli per adolescenti arrapate, mi era diventato particolarmente odioso, ma ben presto ho riscoperto la sua enorme bravura.
    In epoca più recente invece non saprei cosa rispondere...cerco di non farmi più troppi pregiudizi.
Qui rispondo alle domande di Mari:

  1. Quali sono i film e libri di cui hai paura? Non intendo paura da film horror, intendo quelli che non hai ancora affrontato per timore siano troppo grandi.
    Film nessuno, guardo di tutto, libri mi spaventano un po' i grandi classici, soprattutto quelli della letteratura russa, anche se allo stesso tempo mi incuriosiscono.
  2. Preferisci scrivere recensioni positive o negative? Ovviamente tutti preferiamo vedere bei film, ma proprio dal punto di vista della scrittura, cosa ti diverte di più?
    Dipende...in genere mi riesce meglio scrivere recensioni positive, ma se mi imbatto in un film che trovo brutto e stupido, allora mi diverto molto a distruggerlo.
  3. Ho preso una cotta per Adam Driver. Io ho fatto coming out, tocca a voi: attore o attrice bruttarelli, ma che vi piacciono da matti. Qua tutte a dire Fassbender, ma io voglio la verità.
    Boh, forse è più probabile il contrario, cioè attrici che piacciono a molti, ma che per me sono bruttine o insignificanti...Se proprio dovessi fare un nome dire Anne Hataway...
  4. Avete la possibilità di far scrivere la vostra biografia da uno scrittore, non necessariamente il vostro preferito; chi scegliete?
    Sono incerto tra Stephen King, come descrive lui l'infanzia non ho mai trovato nessun altro, oppure Daniel Pennac, permeato di quell'umorismo che tanto mi piace.
  5. La colonna sonora della vostra vita?
    Anche qui non saprei...diciamo Mission Impossible...
  6. Quando scrivete, che sia un post o che sia altro, cosa ascoltate? Riuscite ad avere un sottofondo o vi serve il silenzio?
    Dipende da quello che devo scrivere, a volte mi serve più concentrazione allora lavoro meglio in silenzio, se invece riesco a scrivere in leggerezza allora metto in random la mia cartella musicale, così ascolto un po' di tutto, rock, pop, italiana, sigle dei cartoni animati...
  7. Avete scritto il fumetto della vostra vita, sapete che cambierete le sorti dell'editoria? A chi lo fate disegnare?
    Claudio Castellini, disegnatore di due storie di Dylan Dog, di Nathan Never e poi ha lavorato per la Marvel Comics. Preciso e maniacale, al contrario di me, ma proprio per questo adoro il suo stile.
  8. A quale grande concerto del passato avreste voluto assistere?
    Uh...ce ne sono...Il Live Aid dell'85, i Pink Floyd a Venezia, Live at Wembley dei Queen, De Andrè assieme alla PFM....
  9. Ho detto nelle risposte che odio i cinecomics. Se li ami, vuoi provare a farmi cambiare idea?
    Perché? I gusti sono gusti...A me non piacciono i musical, possono anche provare a convincermi, o a farmene vedere altri, ma difficilmente cambierei idea, è una questione di empatia...
  10. C'è una citazione cinematografica che è diventata parte del tuo linguaggio comune? Quale?
    Non una...molte...da "Non può piovere per sempre", a "...è una boiata pazzesca", oppure "Stupido è chi lo stupido fa"...
  11. Visione di film domenica: divano, letto, poltrona? Pc, telefono, televisione, proiettore? Come vi gestite?
    Se sono dalla mia fidanzata ci accoccoliamo sul divano e guardiamo il film sul televisore, se dovessi essere qui a casa mi metto a letto e guardo il film al pc, possibilmente al buio con solo una lucetta accesa.


Qui di seguito i blog che ho deciso di premiare; alcuni di loro sono fermi da un po' di tempo e spero che questo premio sia un incentivo per ricominciare a scrivere e a raccontare le loro storie:

A CENA DA NICOLA
CAMERIERA E GENTILDONNA
CINEPAURA - ORRORE IN PILLOLE
EMME BOUCLES
FRAMMENTI E TORMENTI
LA BARA VOLANTE DI CASSIDY
LIBRI IN TAVOLA
MARI'S RED ROOM
PIETRO SABA WORLD
SOLARIS
STEPHEN KING ONLY

Ed eccoci dunque arrivati all'ultimo punto del regolamento, le mie undici domande...Naturalmente nessuno è obbligato a rispondere, ma mi farebbe piacere leggervi e conoscere le vostre risposte...

1. Cosa ti ha spinto ad aprire un blog?
2. Se potessi tornare indietro nel tempo, cambieresti qualche fatto storico? Se si, quale e in che modo lo cambieresti?
3. Quale personaggio di fantasia (cinema, letteratura o fumetti) vorresti come migliore amico?
4. Avete qualche ricordo particolarmente emozionante legato ad una giornata (serata) al cinema?

5. Con quale criterio collezionate i vostri dvd/bluray?
6. In quale città o luogo cinematografico, reale o non, vorreste andare in vacanza?
7. Ti svegli e sei l'uomo più ricco del mondo. Come cambia la tua vita?
8. Quale canzone vorresti fosse suonata al tuo funerale?
9. Se dovessi dare a tuo/a figlio/a un nome cinematografico, quale sarebbe?
10. A quale film associate la vostra infanzia?

11. Con quale blogger, che seguite più o meno assiduamente, uscireste a bere una birra?

Bene, ora è il vostro turno, come già detto spero che qualcuno di voi accetti il premio e partecipi a sua volta, sennò va bene lo stesso e amici come sempre...


.

martedì 31 maggio 2016

Liebster Blog Awards 2016: Vorrei ringraziare...



Si va bene, il riconoscimento è piccolo, ma sapere che qualcuno (in questo caso l'amico Cassidy) pensi che lo meriti, mi fa piacere e anche un po' inorgoglire...

Ma ora passiamo ai fatti...

Copio il regolamento direttamente dal blog di Cassidy:

Il Liebster Blog Award è una sorta di riconoscimento che i blogger conferiscono ad altri blogger con un numero di followers inferiore ai 200, è stato istituito nel 2011, per saperne di più basta cercare in internet.  È un’opportunità per farsi conoscere tramite il passaparola.
Una volta ottenuta questa menzione, se accettata, bisogna scrivere un post sul proprio blog usando il logo del Liebster Award e fare le seguenti cose:
1) Ringraziare i blog che ti hanno nominato e assegnato il premio.
2) Scrivere qualche riga (max 300 parole) sul blog che preferite (ovviamente non il vostro). Spiegare perché vi piace il blog, mettere il link.
3) Rispondere alle 11 domande poste dal blog o dai blogger che ti hanno nominato.
4) Scrivere, a piacere, 11 cose di te.
5) Premiare a tua volta 11 blog con meno di 200 follower.
6) Formulare le 11 domande per i blogger che si nomineranno.
7) Informare i blogger del premio assegnato.

1) Grazie ancora Cassidy, visitate il suo blog e scoprirete quanto fantasticamente pazzo è questo ragazzo...Cass, alla prima occasione ti offro una birra o due :)

2) Beh, oltre al già pluricitato Cassidy, che recensisce fumetti, libri, serie tv, ma soprattutto tanto cinema e lo fa in modo originale e divertente, regalandoti un sacco di aneddoti interessanti, vi segnalo anche Cinepillole - Guida antiflop, un altro appassionato cinefilo e l'amica Emme Bouclés, una ragazza che non le manda certo a dire e con un bello stile di scrittura. E "last but not least" Stephen King Only, il blog di Maurizio Ragusa che ci tiene costantemente informati sul mondo del Re del brivido

3) Allora Cassidy non mi ha posto domande (l'ho detto è un tipo un po' fuori dagli schemi :P), per cui risponderò alle stesse domande che sono state poste a lui:
  • Definisciti in una parola: Sognatore
  • Il libro che ti ha cambiato la visione del mondo? Boh...difficile da dire, per non ripetere la stessa risposta di Cassidy, direi "Il signore delle mosche", forse un po' pessimistico, ma nemmeno troppo lontano dalla realtà
  • Quando hai capito di essere cresciuto? Quando ho cominciato a pagare le tasse...No, a parte gli scherzi, non sono ancora convinto di essere proprio cresciuto :)
  • Cosa ami di te stesso? La mia apertura mentale, oltre al capezzolo sinistro che è niente male...
  • La parola o la frase che non avresti mai voluto pronunciare? Ora di preciso non mi viene in mente nulla, ma sicuramente quella con la quale posso aver ferito ed offeso un amico
  • La storia che vorresti raccontare, ma che è ancora uno spiritello vagante? Da adolescente lessi la notizia di un ragazzino che si suicidò (o tentò di suicidarsi ora non ricordo di preciso) perché fece coming out con la sua migliore amica, ma lei invece di sostenerlo lo prese in giro. Da quel momento mi sono sempre chiesto cosa si possa provare a sentirsi "diversi" a quell'età e vorrei provare a scrivere qualcosa in merito
  • Perché scrivi? Perché mi piace, che domande...:P
  • Sei credente? Bella domanda...certamente sono cresciuto con un educazione cattolica...Ora come ora direi che spero che ci sia qualcosa o qualcuno dopo, ma non credo nel Dio che ci viene insegnato a dottrina o all'ora di religione a scuola, anche perché è troppo spesso contraddittorio
  • La parolaccia che ti piace di più pronunciare? Anche se ne dico in quantità industriali, soprattutto per sfogarmi dal nervoso del lavoro, non è che mi piaccia pronunciarle
  • Tre ingredienti del romanzo perfetto? Tensione, avventura, ambiguità (nei personaggi e nella storia)
  • Quanto ti sei rotto le palle nel rispondere a queste domande assurde? Considerando che non me ne erano state poste, direi nemmeno un po'....:D
4) Undici cose su di me:
  • Ho un sacco di passioni, ma non riesco a seguirne nessuna in maniera totalitaria: amo il cinema, leggere, la fotografia, scrivere, la cucina...
  • Lavoro da ormai quindici anni come portiere notturno in albergo e la mia mente sta cominciando a risentirne...(chiamatemi Norman Bates...o Jack Torrance)
  • Sono pigro, una volta non ho lavato, ne portato a lavare la macchina per due anni
  • Ho quasi un migliaio di dvd originali più qualche altro centinaio di film recuperati dalla rete, ma ancora non mi bastano...
  • Ho una pagina su facebook (Cinema Giovane) con un amico in cui parliamo di cinema giovanile
  • Adoro i risotti, sia mangiarli che prepararli. Ne ho fatti in tutte le maniere, da quelli classici (funghi, salsiccia, raddichio...) ad alcuni originali: al caffè, al miele, alla birra, con gli amaretti...e molti altri...
  • Negli ultimi anni, grazie ad alcuni amici, sono riuscito a realizzare il sogno di girare il mondo. Sono stato a Oslo, Parigi, Madrid, per tre anni negli Stati Uniti e poi in Messico e quest'anno è il turno della Scozia
  • Ho parecchi conti in sospeso con Cupido...spero per lui che si dia una regolata...
  • Sono uno che perdona facilmente, anche i torti più dolorosi, ma non dimentico...
  • Amo i film horror, mi piace spaventarmi e avere quella sensazione dello stomaco che si contorce e che tutto possa essere reale, mentre di notte vado al bagno accendendo tutte le luci di casa
  • Mi piacciono i bambini, penso siano la cosa migliore al mondo e se fosse per me ne avrei già una squadra di basket con tanto di riserve :)
5) Nomina e premia undici blog in ordine alfabetico:
Faccio un po' a caso dato che non ne ho ancora molti con le caratteristiche che servono per poter partecipare:


6) Undici domande per i blogger nominati:
  • Perché hai aperto un blog?
  • Quali sono le tue maggiori passioni?
  • Qual è stato il tuo viaggio più bello?
  • Qual è il tuo più grande sogno?
  • Una frase, da un film o un libro, che ti ha particolarmente colpito?
  • Il personaggio di un film, o di un libro che senti a te più affine?
  • Se potessi tornare indietro, cosa cambieresti della tua vita?
  • Il concerto più bello a cui hai assistito?
  • La persona che più ammiri?
  • A cosa non sai dire no?
  • Di cosa hai paura?
Bene ho fatto quanto mi spettava, ora tocca ai nominati...E che la visibilità sia con voi...

martedì 23 febbraio 2016

Il destino dell'albero degli impiccati


Dopo una lunga pausa torno con un mio vecchio racconto...spero vi terrorizzi :)

Questa vicenda è accaduta molti anni fa; anche se sarebbe più corretto dire che ebbe inizio molti anni fa.
All'epoca avevo circa venticinque anni e da allora non ne ho mai scritto, ne parlato con qualcuno. Non so perché, forse per una sorta di pudore, o perché sapevo che nessuno mi avrebbe creduto, o forse perché non ci volevo credere io stesso.
Poi l’altra settimana ho letto quell'articolo sul giornale e ho capito che non erano state solo coincidenze, come mi ero voluto illudere fino a quel momento; era tutto vero e lo era sempre stato.
Ora, ho deciso di scrivere tutta la storia per lasciare una testimonianza di quanto accadde quella notte e sulle conseguenze che ebbe per tutti noi, ma soprattutto con la speranza che portandola alla luce, essa rimanga imprigionata in queste pagine, liberandomi da quel senso di colpa che grava su di me come un grosso macigno, da oltre cinquantanni.

Quell'estate avevamo deciso che avremmo passato le vacanze girando l’Italia in moto, senza tappe precise, ma fermandoci di volta in volta dove il destino ci avrebbe condotto.
Simone, Alessandro, Jonathan con la sua eterna fidanzata Martina, ed io, eravamo in viaggio già da una settima e stavamo per lasciare la Toscana, per addentrarci nella verde Umbria. Avevamo trascorso il pomeriggio in un piccolo paese medioevale passeggiando tra le mura del piccolo borgo e visitando alcuni tipici edifici; dopo aver preso un aperitivo partimmo alla ricerca di un posto dove passare la notte.
Eravamo per strada ormai da due ore, e da più di una non incrociavamo anima viva. Improvvisamente ci trovammo avvolti da un'insolita nebbia estiva, talmente fitta che non riuscivo più a distinguere i miei compagni di viaggio, nonostante mi precedessero solo di qualche metro. Allo stesso tempo i rumori dell’ambiente circostante svanirono rapidamente; niente più cinguettio degli uccelli, ne fruscio del vento tra le fronde degli alberi. L’unico rumore che percepivo era quello dei potenti motori delle nostre moto, ma anche questo mi giungeva molto ovattato, come se la densità della nebbia ne assorbisse una parte. Ricordo che perso in quella coltre bianca, provai una strana sensazione, come se fossi prigioniero di una stanza senza pareti.
Poi, così com'era comparsa, la nebbia svanì, non diradandosi lentamente, ma tutta assieme all'improvviso; tant'è che rischiai di andarmi a schiantare contro la Harley di Alessandro.
I miei amici erano tutti fermi sotto ad un grande cartello stradale e stavano osservando la cittadina che si apriva al di la di esso.

Alzai lo sguardo e lessi sul cartello il nome di quel misterioso paese: ARGO.
Erano appena le otto di sera, eppure solo poche case avevano le luci ancora accese. Pensai che, essendo quello un piccolo borgo isolato, probabilmente la gente andava a letto molto presto.
Nella piazza principale, dominata dalla torre del campanile, un unico locale era ancora aperto. Sulla massiccia porta di legno l’insegna recita così: LA FORCA: ALBERGO-BAR-RISTORANTE.
Entrando mi ritrovai in un ambiente spazioso, ma non molto ampio, alcuni tavoli erano stati disposti nella piccola sala e lungo la parete opposta a quella d’entrata c’era il grande bancone da barista.
Quando la porta si chiuse alle mie spalle, gli unici quattro clienti si voltarono ad osservarmi, distogliendo per un attimo l’attenzione dalla partita a carte nella quale erano impegnati.
“Buonasera!” esordii
“Buonasera” mi rispose l’uomo che stava dietro al bancone “posso esserle utile?”
Spiegai che ero appena arrivato in paese con quattro amici, e che cercavamo dove passare la notte.
Per qualche istante l’uomo non disse nulla limitandosi a fissarmi, come se stesse cercando di studiarmi, poi mi sorrise attraverso la folta barba che gli incorniciava il volto.
“Ma certo” disse “potete scegliere la camera che volete, sono tutte libere, purtroppo non abbiamo molti visitatori.”
Chiamai gli altri e dopo averci registrati, l’uomo ci consegnò le chiavi delle due stanze, una tripla per Simone, Alessandro e me, e una matrimoniale per Jonathan e Martina.
“Sarebbe possibile avere qualcosa da mangiare?” chiesi
“Mi spiace” rispose “purtroppo la cucina è chiusa e la dispensa è vuota, ma se volete poco più a valle c’è un pub aperto fino a tardi.”
“Ah, bene!” lo ringraziai e salii in camera per darmi una rinfrescata.
Ci ritrovammo tutti nel salone mezzora dopo e notai divertito che i quattro clienti che avevo visto entrando, erano ancora seduti allo stesso tavolo a giocare a carte.
Chiesi indicazioni al simpatico proprietario su come raggiungere il pub che ci aveva indicato.
“La strada più semplice è quella che passa attraverso i campi qui dietro, non è molto illuminata, ma arriverete dritti a destinazione.”
Un attimo prima di uscire dal locale sentimmo una voce che diceva:
“Attenti all'albero degli impiccati…”
A parlare era stato uno dei quattro giocatori di carte.
“Cosa?” chiese Jonathan
“Tenetevi alla larga dall'albero degli impiccati” ribadì l’uomo.
“Di cosa sta parlando?” insistette Jonathan “Cos'è questa storia?”
Il proprietario dell’albergo trasse un profondo respiro e poi cominciò a raccontare.
“A metà strada tra qui e il pub c’è una grossa quercia dove, nel medioevo, venivano impiccati i condannati a morte. Per molti anni ladri, truffatori e assassini sono stati appesi per il collo proprio su quell'albero. Poi un giorno, un contadino del paese fu accusato ingiustamente di aver violentato e ucciso sette bambini. Nonostante lui continuò a proclamarsi innocente fino alla fine, nessuno gli credette e così anche lui venne impiccato laggiù, ma prima che il nodo scorsoio gli spezzasse il collo, l’uomo lanciò un anatema, una specie di maledizione.
Pochi giorni dopo la sua morte, sette ragazzini furono trovati impiccati alla stessa quercia. Il paese era in preda al panico, e ricordando le ultime parole del contadino ucciso, fu chiamato un prete esorcista per far benedire l’albero.
Da allora nessuno è stato più impiccato, ne si sono ripetuti casi come quello dei sette bambini, ma chiunque si è avvicinato troppo a quell'albero è stato vittima di strane e inquietanti visioni e molta gente del paese è pronta a giurare di aver visto il fantasma del povero contadino, penzolare dal grande albero che la osservava con gli occhi fuori dalle orbite.”
“Accidenti” commentò Martina “proprio una storia da racconto del terrore.”
“Ma è solo una storia” tentò di tranquillizzarla l’albergatore “una leggenda che ormai si tramanda da generazioni, per spaventare i nostri bambini o incauti visitatori come voi” e poi scoppiò in una grossa risata.
“In ogni caso tenetevi lontano da quella quercia” proseguì l’uomo al tavolo, che non aveva mai staccato gli occhi dalle sue carte.

Nessuno di noi parlò durante il tragitto fino al pub e quando fummo nei pressi dell’albero, tutti e cinque affrettammo il passo.
Tuttavia, una volta arrivati, e dopo aver bevuto un paio di birre a testa, concludemmo che l’albergatore e i quattro clienti si erano solo voluti divertire alle nostre spalle, spaventandoci un po’.
Passammo il resto della serata mangiando, bevendo e scherzando, dimenticandoci presto del lugubre racconto.
Quando uscimmo dal locale eravamo tutti piuttosto brilli, ma anche allegri e sereni, inconsapevoli di quanto stava per accadere.
Non so perché agii in quel modo, so solo che ripensandoci ora la mi pare tutto ancora più assurdo perché non era una cosa da me.
Avvisai i miei compagni che dovevo affrettarmi a tornare in albergo, perché colpito da un inaspettato mal di stomaco, ma appena li ebbi distanziati a sufficienza mi nascosi dietro ad un albero per poi saltare fuori e spaventarli.
Mentre li aspettavo mi sedetti a terra, poggiando la schiena contro il grosso tronco e solo allora mi accorsi che mi ero nascosto proprio dietro all'albero degli impiccati.
Tentai di rialzarmi, ma non riuscii a muovere neppure un muscolo, sentivo su di me una forza invisibile che mi teneva ancorato ai piedi di quella quercia.
Fui sopraffatto dal panico, sentivo il cuore che mi martellava impazzito nel petto e sembrava sul punto di uscirmi dalla gola.
Finalmente udii i miei amici avvicinarsi e cercai di urlare per attirare la loro attenzione, ma non un fiato mi uscì dalla mia bocca.
Vidi, poi, che tutti e quattro si voltarono verso la mia direzione e nei loro occhi lessi terrore allo stato puro, Martina urlò il mio nome indicando il punto in cui ero nascosto.
Alessandro e Simone si avvicinarono di qualche passo alla vecchia quercia.
“Si è proprio lui…” bisbigliò Simone
“Oh mio Dio, allora la storia dell’albergatore è vera…” disse Alessandro “qualcuno lo ha impiccato”
Provai in tutti i modi a liberarmi dalla mia prigionia e di avvisare i miei amici che quello che vedevano penzolare dai rami dell’albero non ero io, ma fu tutto inutile,
ogni mio tentativo di spezzare le invisibili catene che mi tenevano bloccato, risultò vano.
Un’improvvisa luce abbagliante mi costrinse a chiudere gli occhi e quando riuscì a riaprirli, quello che vidi rischiò di farmi impazzire.
Tutto attorno a me era cambiato. Ora era giorno fatto e non c’erano ne alberi, ne campi, mi trovavo nella piazza di una grossa città. La via principale era molto affollata e le lunghe file di luci e decorazioni mi fecero supporre che era periodo di Natale.

Dov'ero finito e soprattutto come ci ero arrivato?

Poi, in mezzo a tutta quella gente, riconobbi il volto di Alessandro, anche se c’era qualcosa di diverso in lui, che al momento non riuscii a decifrare.
Vidi che il mio amico teneva per mano un bambino di circa sei anni e notai che questi gli assomigliava in maniera sorprendente. Mi avvicinai ad Alessandro per salutarlo e per farmi spiegare cosa fosse successo, ma nonostante arrivai sfiorargli il braccio lui sembrò non notarmi, nemmeno dopo che lo chiamai per nome. Provai allora a rivolgermi a qualcun altro per chiedere aiuto, ma anche per tutti gli altri ero soltanto un fantasma.
Stavo sognando, ero ancora seduto sotto alla grande quercia, mi ero addormentato e stavo sognando. 
Eppure io mi sentivo sveglio e quello non era uno dei soliti sogni che ognuno fa ogni notte, c’era qualcosa di terribilmente reale.
Tornai a concentrarmi su ciò che stava accadendo attorno a me quando sentii Alessandro urlare.
Il bambino che era con lui, si era lasciato inavvertitamente sfuggire la palla che  aveva sotto braccio, e corse in mezzo alla strada per recuperarla. Proprio in quell'istante un’auto che sbucò dall'incrocio, si stava dirigendo addosso al bambino. Alessandro, con un rapido scatto, riuscì a spingerlo dall'altra parte della strada, ma non poté evitare l’auto che lo travolse in pieno. Il colpo lo fece volare per una decina di metri e poi sbatté la nuca contro lo spigolo del marciapiedi. Non si rialzò più.
Il bambino si gettò sul corpo esanime dell’uomo.
“Papà …!” urlò con la voce rotta dal pianto.
Urlai anch'io, in preda alla disperazione, avevo appena visto morire uno dei miei migliori amici e non avevo potuto far nulla per evitarlo.
La testa cominciò a girarmi vorticosamente, non riuscivo più a dare un senso alle cose che stavano accadendo.
Chiusi gli occhi, esausto, sperando che quando li avessi aperti mi sarei ritrovato nel letto dell’albergo, scoprendo di aver avuto soltanto un incubo intenso.
Invece, riaprendo gli occhi, lo scenario era cambiato ancora. Mi trovavo ora nel salottino di una piccola, ma accogliente casa; il caminetto era acceso e il riverbero delle fiamme allungava le ombre degli oggetti, donando alla stanza un che di mefistofelico. Due figure scure, giacevano addormentate sul divano, unite in un intimo abbraccio, mentre dallo stereo i Cure cantavano il loro amore disperando, riempiendo l’aria di note struggenti:

"Don't look don't look
the shadows breathe
Whispering me away from you
"Don't wake at night to watch her sleep…”

Erano Jonathan e Martina, certo invecchiati, avranno avuto entrambi sui quarant’anni, ma erano indubbiamente loro.
Un piccolo scoppiettio attirò la mia attenzione e vidi un piccolo tizzone schizzare sulla tenda vicina, che immediatamente prese fuoco. Tentai inutilmente di svegliare i miei due amici, ma senza nessun risultato. Ancora una volta non potevo essere ne visto, ne sentito.

 “But every night I burn
But every night I call your name
Every night I burn
Every night I fall again…”

In breve tempo l’intera stanza fu avvolta dalle fiamme, ma ne Jonathan ne Martina se ne resero conto. Probabilmente morirono soffocati dal fumo, molto prima che il fuoco raggiungesse il divano.
Io continuavo a sentirmi impotente, un po’ come doveva essere capitato a Ebenezer Scrooge, quando ricevette le visite degli spiriti del Natale passato, presente e futuro.

La visione di quell'orrore cominciò lentamente a svanire, intrecciandosi con una nuova, mentre i Cure continuavano a cantare la loro storia

“Still every night I burn
Every night I scream your name
Every night I burn
Every night the dream's the same
Every night I burn
Waiting for my only friend
Every night I burn
Waiting for the world to end”

Ora ero seduto al tavolo di una mensa, attorno a me c’era soltanto povera gente, vestita di abiti lerci e puzzolenti, intenta a strafogarsi di cibo, che probabilmente non vedevano da diversi giorni.
Un pezzo di carne in più nel piatto di uno di loro, fu l’inizio della disputa tra due clochard e uno di essi estrasse un coltello a serramanico con fare minaccioso.
Un vecchio si mise in mezzo per cercare di sedare la rissa, ma l’uomo che con il coltello in mano non ci badò e affondò ugualmente l’arma, recidendo di netto la carotide al pover’ uomo. Ci fu un fuggi fuggi generale, solo un paio di inservienti della mensa riuscirono a bloccare il colpevole e a chiamare i soccorsi, anche se probabilmente era troppo tardi.
Mi avvicinai tremando all'uomo agonizzante, sapendo già cosa avrei visto.
A terra, in un lago di sangue con il respiro sempre più corto c’era Simone. Doveva avere almeno settantanni, lunghe rughe gli solcavano la fronte, la folta barba era sporca del cibo che non aveva nemmeno finito di mangiare. Avevo fatto fatica a riconoscerlo, tanto era cambiato, ma ora che stava morendo il suo viso era tornato quello di quando eravamo ragazzi.
Cominciai a piangere, piansi per Alessandro e suo figlio rimasto orfano; piansi per Jonathan e Martina e piansi per Simone, morto solo e dimenticato da tutti.
Tutte quelle visioni di morte, sulle quali non avevo potere mi sfinirono definitivamente e questa volta caddi addormentato in un sonno senza sogni.
Quando mi svegliai ero di nuovo sotto all'albero degli impiccati, ma dei miei amici non c’era traccia.
Riuscì a mettermi in piedi senza nessuna fatica e lentamente tornai all'albergo.
Quando entrai i miei amici erano seduti ad uno dei tavolini, con la testa tra le mani, immersi in un inquietante silenzio.
Il primo ad accorgersi della mia presenza fu Alessandro, che si lasciò sfuggire un urlo strozzato. Poi anche gli altri si voltarono verso di me e mi guardarono tanto stupiti, quanto spaventati.

Alle prime luci dell’alba eravamo ancora seduti a quel tavolino, diventato per noi, ormai così noto. Per tutta la notte mi raccontarono di quello che era accaduto da quando li avevo lasciati per fargli lo scherzo, di come avessero avuto una strana sensazione passando accanto alla vecchia quercia e che erano sicurissimi di avermi visto penzolare con una corda al collo. Mi dissero che erano tornati subito all'albergo e che mentre il proprietario stava per chiamare i soccorsi, io avevo fatto il mio ingresso, come se nulla fosse.
Io invece non raccontai nulla della mia esperienza, non volevo turbarli più di quanto non lo fossero già.
Inoltre mi stavo convincendo che probabilmente mi ero addormentato qualche minuto e avevo sognato tutto.
Il giorno seguente partimmo e decidemmo di tornare subito a casa. Quella fu l’ultima vacanza che facemmo tutti assieme, in breve tempo ognuno prese la sua strada e ci perdemmo di vista.

Io continuai a credere che tutto quello che era accaduto fosse stato solo un brutto incubo, continuai a crederlo anche quando venni a sapere che Alessandro era morto investito da un’auto per salvare il figlio. Volli illudermi anche quando anche quando al telegiornale parlarono di un incendio in cui morì una giovane coppia di sposi. Poi la settimana scorsa, leggendo il giornale, appresi di un clochard accoltellato a morte in un ricovero per senza tetto, mentre cercava di sedare una rissa.
Ora non potevo più mentire a me stesso, per troppo tempo lo avevo fatto. I fatti di quella notte erano stati reali, in qualche modo ero riuscito a vedere il futuro e non potei fare a meno di sentirmi in colpa per aver taciuto.
Forse se avessi raccontato tutto avrei potuto salvare i miei amici, o forse era destino che morissero a quel modo e qualunque cosa avessi fatto non avrei potuto cambiarlo.
Ora sono qui, seduto a questa scrivania, che sto finendo di scrivere questa storia e mi chiedo quale sia il destino mi aspetta. Ma la risposta la so già.
Il mio destino è legato ad una corda ed ad un albero in uno sperduto paese del centro Italia. 


giovedì 3 dicembre 2015

Quattro spritz all'aperol e una coca

(Questo è il primo racconto fatto per il primo corso di scrittura creativa...E' stato "solo" un gioco fatto partendo da un incipit comune, ma già si capisce il mio stile e il fatto che mi piacciano i finali che lasciano aperti punti interrogativi...)

Sam non sapeva se fosse un buon segno o l'inizio di una catastrofe, aveva sempre pensato che quello fosse uno dei segni dell'Apocalisse e per questo, vedere Owen arrivare puntuale, era una cosa che lo preoccupava. Da quando lo conosceva, cioè da circa vent'anni, Owen non era mai arrivato in orario ad un appuntamento, infatti la sua idea di puntualità era di arrivare almeno venti minuti dopo gli altri; non lo faceva di proposito, era semplicemente fatto così.
Una sera, lui ed Owen, erano rimasti d'accordo di trovarsi a casa sua alle dieci, per poi andare a sentire una band locale in un pub poco distante, ma Owen si presentò soltanto alle undici e un quarto. Sam aveva passato gli ultimi quindici minuti a mangiare nervosamente caramelle, in uno stato d'animo altalenante tra la rabbia e la preoccupazione che potesse essergli accaduto qualcosa. Owen si giustificò dicendo che un improvviso mal di pancia lo aveva costretto ad una "ritirata" strategica.
"Avresti almeno potuto avvisarmi, non sapevo cosa pensare" si lamentò Sam
Owen fece spallucce, lui trasse un profondo sospiro e la storia finì lì.
Inizialmente questi continui ritardi gli davano piuttosto fastidio e lo rendevano nervoso; poi ci fece l'abitudine, così come gli altri amici della compagnia, e ora ci scherzavano sopra.
Una volta Michael disse che Owen sarebbe arrivato tardi ad un appuntamento con Jessica Alba che lo aspetta a gambe aperte. Un'altra volta qualcuno, forse Chris, disse che sarebbe arrivato in ritardo anche al proprio funerale.
Quella sera Owen aveva dato appuntamento a tutti alle sette al "Feeling".

Sam parcheggiò nell'antistante spiazzo ghiaioso e quando scese dall'auto vide che ad attenderlo c'erano già Michael, Dave e Chris, mancava naturalmente solo Owen, ma non fece in tempo a finire il pensiero che un'auto lo affiancò e ne scese proprio il suo amico. Sam rimase sbalordito per un attimo, poi pensò che probabilmente era in ritardo anche lui, ma quando controllò l'orologio, vide che segnava le sei e cinquantacinque.
Pensò che dovesse essere accaduto qualcosa di veramente straordinario perché Owen fosse in perfetto orario, ma il suo volto non lasciava trasparire nulla, era quello di sempre.
Assieme raggiunsero gli altri, che nel frattempo si erano seduti ad un tavolino del bar.
"Owen ti senti bene?" chiese Dave "Hai visto che..."
Owen lo interruppe con un gesto della mano e gli sorrise.
"Ordiniamo?" chiese
Gli altri annuirono. Lui alzò un braccio per attirare l'attenzione della cameriera.
"Quattro spritz all'aperol e una coca"
Quando lei si allontanò Owen tornò a guardare i suoi amici che lo fissavano perplessi. Si accese una sigaretta, aspirò profondamente e soffiò il fumo verso l'alto.
Il campanile vicino suonò le sette.


giovedì 27 agosto 2015

Oh, Mexico, I guess I'll have to go...

Siamo arrivati di notte, ma già così si vedeva che la città era diversa da tutte quelle che avevamo visitato negli anni passati. Messico City è una delle città più grandi e caotiche al mondo, ma anche una di quelle in cui si nota maggiormente la differenza tra chi sta bene, e chi sta meno bene, tra la periferia e il centro. Tuttavia, l'eccitazione di trovarci in un Paese esotico, e la piacevole soundtrack fornitaci dal tassista, composta esclusivamente da brani anglofoni (Red Hot Chili Peppers -ok qui ci stava pure bene- e U2 tra gli altri) non ci avevano permesso di apprendere a pieno la realtà in cui ci trovavamo.
Il giorno dopo, alla luce del sole, una volta recuperata la nostra auto, forme e colori hanno preso sostanza e abbiamo iniziato a vivere la nostra vacanza,
Il traffico della città è qualcosa di indescrivibile; io fortunatamente non ho dovuto guidare, perché tra improbabili incroci, e auto che sfrecciavano indifferentemente a destra e sinistra, suonando il clacson dopo un microsecondo che era scattato il verde, probabilmente avrei fatto qualche danno.
La nostra prima tappa è stata Teotihuacan, dove si trova uno dei maggiori siti archeologici del Centro-America, ma arrivarci non è stato così semplice, dato che dando retta a due navigatori diversi abbiamo sbagliato strada, trovandoci così in un paesino caratteristico, ma in cui i turisti ci passano appunto per sbaglio. Inoltre abbiamo fatto conoscenza delle topas, i corrispettivi messicani dei nostri rallentatori del traffico, con la differenza che lì li trovi ad ogni pisciata di cane (scusate il francesismo), spesso sono dello stesso colore dell'asfalto e altrettanto spesso non sono segnalati. Questa sorte di attentati all'incolumità delle persone e delle auto, ci hanno accompagnato per tutta la vacanza.
Siamo comunque giunti a destinazione, e lo spettacolo è stato magnifico. L'arrampicata sulle Piramidi del Sole e della Luna non è stata per me semplice, a causa della mia indolenza durante l'anno, ma alla fine sono sempre giunto in cima pienamente soddisfatto. La visita ci ha portato via l'intera mattinata e poi il pomeriggio siamo rientrati in città con visita al Museo Antropologico.

La Piramide della Luna vista da La Piramide del Sole

Il giorno dopo siamo partiti in direzione di Oaxaca, con un breve tappa a Puebla e il mio viso e le mie braccia stavano già assumendo un colore rosso vivo per via della solata del giorno precedente.
Avendo scelto di fare un percorso abbastanza diverso da quelli classici, in questa prima parte del viaggio, cioè per tutta la prima settimana circa, abbiamo avuto modo di avventurarci anche in zone rurali, in cui oltre alle già citate topas e alle moltissime curve, a rallentarci ci pensavano uomini, donne e soprattutto bambini che si piazzavano in mezzo alla strada tra le due carreggiate per provare a venderci qualche prodotto tipico o comunque a racimolare pochi pesos.
I due giorni seguenti sono proseguiti con le visite ai siti di Monte Alban e Yagul inframmezzati da quella a Mitla. Qui ci siamo fermati ad una piccola ditta che produce metzcal e ne abbiamo assaggiato qualche bicchierino prima di decidere di comprare tre bottiglie da portare a casa. Non contenti, sulla strada del ritorno abbiamo trovato una delle filiali della Corona e anche qui abbiamo preso una bottiglia a testa che però abbiamo consumato subito...
La festa alcolica però non è durata a lungo dato che, un paio di giorni dopo, forse a causa di qualcosa che avevamo mangiato, siamo stati tutti e tre colpiti da un virus intestinale che ci ha tenuto compagnia per quasi tutto il resto della vacanza, costringendoci a bere soltanto acqua.
Le temperature a San Cristobal ci hanno in parte sorpreso, se non altro per la differenza tra il giorno e la sera (o la mattina presto) in cui devi coprirti con una felpa o una giacchettina. Nei giorni a seguire avremo avuto modo di rimpiangere quella frescura dato l'innalzarsi della temperatura e dell'umidità.
Prima però ci sono state la navigazione del Canyon Sumidero con sguardo sulla fauna locale (alligatori, scimmie e vari tipi di uccelli), il Mirador (vista del Canyon stesso dall'alto) e la città di Chamula con la sua particolare chiesa senza panche e il pavimento ricoperto di aghi di pino, dove siamo stati "assaliti" da numerosi bambini in cerca di qualche soldo.

Pellicano al Canyon Sumidero

La tappa seguente è stata forse la più bella di tutta la vacanza, con una visita guidata al sito di Toninà, a mio avviso più armonioso rispetto al più appariscente  sito di Teotihuacan e alle splendide aree naturalistiche di Agua Azul e Mazul-ha.
Nonostante la loro bellezza, questi luoghi sono rimasti fuori dai circuiti del turismo di massa, e in particolare da quello europeo e italiano, per cui siamo sempre riusciti a fare delle visite tranquille, godendoci le meraviglie costruite dall'uomo e lo spettacolo della natura.

Agua Azul

Da li in poi però le cose sarebbero notevolmente cambiate, avvicinandoci infatti allo stato dello Yucatan il flusso di turisti è notevolmente aumentato, già a partire dalla bellissima Palenque.
Ed è stato nel piccolo albergo di Xpujil che abbiamo incrociato una chiassosa famiglia snob, probabilmente di Milano, che poi abbiamo avuto modo di ritrovare almeno altre due volte durante il nostro percorso, senza che accennassero mai ad un saluto.
Un'altra tappa che mi è molto piaciuta è stata quella successiva di Calakmul, città archeologica immersa nella giungla, dove oltre alle splendide piramidi e costruzioni di vario genere, abbiamo potuto vedere vari animali nel loro ambiente naturale come scimmie, tapiri, coati e quant'altro...
La volta successiva è stato il viaggio per Chetumal, con visite a Chicannà e Kohunlich e quindi Uxmal, con le sue imponenti costruzioni.
Una volta salutata Merida, ci siamo messi in moto verso Valladolid con tappa obbligata alla celebre Chichen-Itza, uno dei centri archeologici più grandi e ben conservati dello Yucata e dell'intero Messico, nonché uno dei più visitati, in quanto vicino alle spiagge e ai villaggi turistici.
Ma di quella giornata ricorderò per sempre la visita e il bagno ai cenote...Se non lo sapete, i cenote sono delle specie di grotte con presenze di acqua dolce (talvolta mista a salata), dove è possibile farsi una nuotata.

Cenote nei pressi di Chichen Itza

Il giorno dopo, in direzione Playa del Carmen, abbiamo visitato Tulum, un centro archeologico (l'ultimo del nostro viaggio) a ridosso dell'oceano.
Gli ultimi due giorni sono stati dedicati al relax, alle spiagge, al cocco e allo shopping..
Ma oltre a quello fin qui descritto, di questo viaggio voglio ricordare ogni singolo momento: dai miei fantastici compagni di viaggio, alla gentilezza e cortesia dimostrataci della gente del posto; dai lunghi e interminabili spostamenti in auto, alle difficoltà a prelevare i pesos (almeno una volta ognuno di noi ha dovuto affidarsi agli altri per i prelievi di denaro); le risate, il buon cibo, i bagni rilassanti in piscina, il benzinaio che ci ha fregato duecento pesos...Un viaggio stupendo, che mi ha permesso di vedere, oltre a bellissimi posti, anche una realtà diversa da quella che avevo visto nei viaggi precedenti, e che vedo ogni giorno...

I tre amigos

Adios Mexico!!!