Partiamo però col raccontare la storia: Mark e Anna sono una coppia in crisi e quando lui rientra da un lungo viaggio di lavoro, trova lei che lo vuole lasciare, senza però addurre valide motivazioni.
Mark, sempre più ossessionato, farà seguire Anna da due detective, che però scompariranno nel nulla. Deciso a scoprire la verità l'uomo decide di investigare per conto proprio, scoprendo che la moglie lo tradisce con un essere mostruoso, partorito da lei stessa.
Catalogare il film come horror e forse riduttivo, eppure è proprio questo il genere che meglio calza alla pellicola di Zulawski, perché è un vero viaggio nell'incubo, uno caduta nel malessere e nella psiche disturbata dei protagonisti.
Ambientato in una Berlino grigia e decadente, "Possession" si rivela essere un film misogino e pessimista, in cui non c'è speranza di salvezza e in cui anche Dio ha abbandonato l'umanità ("Dio è una malattia" afferma Mark in un dialogo con Heinrich), un film profondamente nichilista, nel senso proprio del termine.
Zulawski mette dunque in scena un film delirante e provocatorio, grazie all'uso vorticoso della macchina da presa, di dialoghi confusi e farneticanti (e che talvolta i protagonisti fanno rivolti direttamente in macchina, sfondando così la quarta parete e rivolgendosi esplicitamente allo spettatore), di scene estreme (non mancano alcuni momenti veramente disgustosi), all'uso della violenza, sia fisica che psicologica e alla presenza di personaggi assurdi e grotteschi. Un cinema che mischia quello "mentale" di Lynch a quello fisico dei primi lavori di Cronenberg, senza dimenticarsi del Polanski di "Rosemary's baby".
Il film risulta così, come già detto, essere inclassificabile e di difficile lettura arrivando, nel tempo, ad assumere lo status di cult e film maledetto, massacrato in molte sue distribuzioni (negli Stati Uniti è stato tagliato di venti minuti e in Italia addirittura di quaranta, dovendo così rimontarlo per dare un senso alla pellicola).
Ottime le prove dei due protagonisti; un giovane Sam Neill e soprattutto una magnifica Isabelle Adjani, qui in una delle sue prove migliori, che ha richiesto anni di preparazione (la scena della metropolitana è una delle cose più folli e disturbanti che viste sul grande schermo).
"Possession" non è un film per tutti, ma è un film che tutti gli amanti del cinema dovrebbero vedere.