Quest'anno abbiamo invece deciso di dedicare le nostre recensioni al mondo dei fumetti, ma non avendo trovato nulla di ambientato durante la notte di Halloween, sono comunque rimasto nel mondo dell'horror andando a ripescare un vecchio albo dell'Indagatore dell'incubo.
L'albo di cui andrò a parlare è "Sette anime dannate".
"Sette anime dannate" è uscito la prima volta come speciale n°6 nel luglio 1992 e poi più volte ristampato in vari formati, a cui era allegato un volumetto con un avventura completamente dedicata a Groucho, amico e assistente di Dylan Dog.
Soggetto e sceneggiatura sono del papà di Dylan, Tiziano Sclavi, mentre i disegni sono del grandissimo Corrado Roi e ciò fà di questo, uno degli albi più belli tra tutti quelli di Dylan Dog.
La trama è presto detta: Dylan e altri sei personaggi sono invitati da un misterioso anfitrione a Xanador, un'oscura e isolata magione. Ad accogliere gli ospiti però non c'è nessuno, fatta eccezione per alcune marionette manovrate da sottili fili che paiono perdersi nel nulla. Ben presto i sette sventurati che sono stati invitati lì in quanto rappresentanti dei sette vizi capitali e perciò essere puniti e morire.
La storia si rifà direttamente al romanzo di Agatha Christie, "Dieci piccoli indiani" qui tradotto come nell'originale "Ten little niggers" (Dieci piccoli negretti), ma Tiziano Sclavi è un autore tutt'altro che banale e intreccia tematiche tipicamente gialle ad atmosfere horror-gotiche, con punte di commedia nera che affronta con il cinismo proprio di Sclavi, questioni profonde quali la dualità dell'animo umano e le sue debolezze. Ma se da un lato questa duplicità pare ben delineata, almeno dal punto di vista del misterioso padrone di casa, dall'altro bene e male, odio e amore, sesso e morte sono separate da un filo sottile e spesso le due cose si mescolano e sovrappongono.
Questo pensiero è una costante del "primo" Dylan Dog e infatti il suo autore gli fa dire "...da laico, non ho mai considerato, né questa né gli altri, dei peccati...solo comprensibili debolezze umane".
Oltre ad Agatha Christie, Sclavi si diverte a seminare per la storia varie citazioni letterarie e cinematografiche che vanno dall'avaro Scrooge de "Il canto di Natale" di Dickens all'esplosione dell'uomo obeso, riferimento al signor Cresote de "Monty Python - Il senso della vita", passando per rimandi alla Bibbia e al cinema horror classico.
Inoltre l'autore è riuscito ad anticipare di ben tre anni un film come "Seven" con una tematica molto simile.
Come detto a coadiuvare il buon Tiziano, ai disegni troviamo Corrado Roi che qui firma quello che è forse il suo capolavoro; del resto i suoi tratti paiono perfetti per le ambientazioni gotiche della storia.
Le sue figure slanciate, assieme alle strutture vertiginose e assurde del castello, sono tipiche del cinema espressionista tedesco, così come la costruzione dei corridoi, con i suoi giochi di luce e i suoi angoli bui, conferiscono alla magione il ruolo di personaggio, che con la sua malvagità insita in se stessa, ricorda le numerose case stregate del cinema horror di ogni tempo e in particolare di quello degli anni '50 e '60 come "Gli invasati " o "La casa sulla scogliera".
Tuttavia, Roi se la cava bene anche nei momenti più propriamente splatter, con tavole e disegni espliciti, che non lasciano molto spazio a fantasie.
Insomma "Sette anime dannate" è uno di quegli albi che riesce a coniugare alla perfezione storia, sceneggiatura, personaggi e disegni, uno di quegli albi che rimarranno a lungo nella mente e nel cuore dei lettori, grazie anche ad un protagonista forte e fragile contemporaneamente, forse un po' ipocrita, ma che è convinto delle sue idee e fedele ai suoi principi, tanto da non aver paura di sputare in faccia ad un angelo.
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