giovedì 17 dicembre 2015

Womb (2010)



Rebecca e Tommy si conoscono quando entrambi hanno nove anni, tra loro nasce subito una bella amicizia, che presto si trasforma in qualcosa di più profondo. Purtroppo lei deve partire con i genitori, ma non dimentica il ragazzino che le ha fatto battere forte il cuore, infatti dodici anni più tardi, ormai adulta, torna dal suo amato e tra i due sembra poter riprendere la storia, come se il tempo non fosse mai passato. Ancora una volta però il destino è loro avverso, e Tommy muore in un incidente stradale. Incapace di rassegnarsi alla perdita del ragazzo, Rebecca si rivolge ad un "Dipartimento di replicazione genetica" e si fa impiantare nell'utero, il clone del nuovo Tommy.



La vicenda di "Womb", pone di fronte a più di qualche interrogativo. Innanzitutto quello sulla scelta etica di Rebecca; certo da fuori è facile dire che la donna ha commesso un errore, e che la sua è una decisione "contro natura", ma credo che vissuta, la situazione sarebbe molto diversa. Diciamo che Rebecca si era per un attimo illusa di poter riportare realmente in vita il suo Tommy, ma una volta cresciuto in grembo (Womb appunto), quello non sarebbe più stato semplicemente il suo amato, ma per prima cosa sarebbe stato suo figlio e anche una volta cresciuto tra loro poteva esserci solo un rapporto madre-figlio, ma forse a lei questo sarebbe bastato, e forse proprio per questo aveva scelto un posto isolato per crescerlo, in modo di tenerlo tutto per se, e una volta adulto, amandolo in modo platonico.



Tuttavia non aveva fatto i conti col fatto che Tommy si facesse degli amici prima, e si trovasse una ragazza poi, cosa che chiaramente la faceva soffrire, senza che potesse però esprimere questo suo dolore.Inoltre, in almeno due occasioni, notiamo che Tommy ha degli slanci d'affetto verso usa madre, che hanno qualcosa di più dell'amore filiale; la prima, quando ancora ragazzino lotta con lei sulla spiaggia difronte a casa, una lotta che ha qualcosa di selvaggio e sensuale, fino a quando i loro due visi arriveranno a sfiorarsi e gli sguardi che sembrano esprimere qualcosa di proibito. La seconda, quando già adulto, dopo aver gettato per scherzo la rete da pesca addosso a Rebecca, infila la testa sotto la maglia di lei in un gioco che si rivela presto "sbagliato". E qui arriviamo ad un altra tematica interessante, molto cara al regista, cioè su quanto possano influenzare i geni la crescita di una persona e quanto può farlo l'ambiente in cui questa si forma. Secondo Fliegauf, i geni contano più dell'ambiente, ma a questo punto, viene da chiedersi se i geni hanno memoria; e nello specifico della vicenda narrata, ci si domanda se è possibile che prelevando i geni di una persona morta, questi conservino parte dei ricordi di questa persona, e trasmettendo questi ricordi alla nuova persona. Poi c'è la questione dell'incesto, che in questo contesto ha una valenza quasi edipica da una parte, ma anche una sorta di punizione dall'altra, perché Rebecca sa che una volta consumato il rapporto con il figlio-amante, lo perderà per sempre.



A parlare di una tematica simile, ci aveva già pensato quasi più di quarant'anni prima, Louis Malle, in "Soffio al cuore", che seppur raccontato con maggior leggerezza, quasi con candore direi, la vicenda era a ben pensarci, più scandalosa, perché ingiustificata se non dal fatto del puro desiderio sessuale; mentre in "Womb" ci sono una serie di eventi che portano al determinarsi inevitabile di quel fatto.Infine c'è il tema appena sfiorato nel film, di declassare i cloni come cittadini di serie B, di ritenerli dei diversi...il punto è che se nessuno sapesse che sono dei cloni verrebbero trattati come persone normali, che poi è quello che succede a Tommy bambino fino a quando viene scoperta la verità, che nemmeno lui conosce. E in ogni caso far pagare ai bambini le scelte errate dei genitori è comunque sbagliato di per se.Partendo da uno spunto fantascientifico, poi il regista ci racconta una storia umana, piena di punti interrogativi e questioni morali di non facile soluzione. Lo fa ambientato la vicenda in un paesaggio isolato, gelido in cui vincono i colori freddi: il bianco, l'azzurro, poco verde, bellissima dunque la fotografia, che aiuta a mantenersi concentrati nella vicenda. Bravissimi anche i protagonisti, in particolare Eva Green spesso costretta a dover recitare solo con le espressioni del volto.


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