sabato 9 settembre 2017

XX - Donne da morire (2017)




Come al mio buon amico Cassidy, anche a me piacciono i film antologici, ancor di più se sono horror e questo "XX - Donne da morire" non fa eccezione e seppure non raggiunga i livelli di opere come "Creepshow","Body Bags" o "L'occhio del gatto", alla fine ne viene fuori una pellicola dignitosa che in qualche momento ha dei picchi decisamente interessanti. A questo va aggiunto che questa è un'antologia completamente al femminile e, anche se non ce n'era bisogno, dimostra che anche le donne sanno dirigere film "cattivi".

Il film si divide dunque in quattro storie, ognuna delle quali ha per protagonista una donna (e in tre questa è una madre disturbata). Quattro storie diverse, non sempre riuscite, ma che alla fine portano a casa la pagnotta, riuscendo anche a disturbare.
Le storie sono collegate l'una all'altra da una sorta di presentazione con bambole ed oggetti in stop motion, che sembrano rifarsi al cinema di Jan Svankmajer, che già da sole sono piuttosto inquietanti.
Ma ora vediamo di esaminare singolarmente ogni storia:


THE BOX


Una madre sta rientrando a casa in metropolitana assieme ai due figli, quando il più piccolo, incuriosito dal pacco che un signore, seduto accanto a lui, tiene sulle ginocchia, gli chiede di vedere cosa contiene. L'uomo mostra il contenuto del pacco al bambino che ne rimane profondamente turbato, tanto da decidere di smettere di mangiare. Nonostante i gustosi (???) pasti, il ragazzino si lascerà deperire un po' alla volta e anzi, "contagiando" anche la sorella e il padre, che lo seguiranno nel suo destino. Solo la madre ne rimane esclusa, che inizialmente sottovaluta la gravità della situazione ed egoisticamente continuerà a mangiare mentre la sua famiglia si lascia morire di fame.
Forse per questo sogna di sacrificarsi a loro, permettendo che si nutrano delle sue carni, in una delle scene più forti dell'intera antologia.
Il finale è aperto e proprio per questo mi è piaciuto particolarmente; non da spiegazioni, non si sa cosa abbia visto il bambino nel pacco e se in altre occasioni ciò avrebbe potuto farmi storcere il naso, in questo caso è la scelta giusta.


THE BIRTHDAY CAKE


Questo più che un racconto horror è una commedia nera, profondamente malata e disturbante.
In questo segmento, si racconta di una madre che sta organizzando la festa di compleanno della figlioletta e che quando questa entra nello studio del marito per portarvi alcuni oggetti, trova l'uomo morto per cause misteriose, ma non volendo rovinare la festa alla bambina, cercherà più volte di nascondere il cadavere, ma venendo sempre disturbata da qualche imprevisto.
Immagino che qui la fonte di ispirazione sia Hitchcock e in particolare "La congiura degli innocenti", tanto che un'inquadratura in particolare, sembra presa quasi identica (forse come omaggio) all'opera del regista inglese


DON'T FALL


A differenza delle altre storie, in questa non si racconta di madri sbarellate, ma di un gruppo di amici, che in escursione tra le alture desertiche, disturba il sonno di un qualche antica entità che prenderà il possesso di una dei ragazzi, che poi si trasformerà in un orribile mostro assetato di sangue.
Come dicevo questo segmento si differenzia dagli altri, sia per la tematica, sia perché si rivela essere quello più "propriamente" horror, mettendo in scena un'orrenda creatura e una buona dose di emoglobina, anche se a livello narrativo la storia è la più debole del quartetto.


HER ONLY LIVING SON



In quest'ultimo episodio, troviamo ancora una madre che nasconde un segreto, assieme al figlio che sta per compiere diciotto anni. Il ragazzo si comporta in maniera sempre più strana, così come molti degli abitanti della cittadina dove i due sono andati a vivere, per fuggire al padre dell'adolescente, tanto da perdonargli anche i suoi atteggiamenti più violenti. Evidente è dove la regista è andata ad attingere per scrivere e dirigere questo episodio, forse solo come ispirazione, forse come ideale seguito. Peccato per il finale, che risulta non del tutto riuscito


Concludendo si può affermare che "XX" è un'opera senza infamia e senza lode, che permette di passare poco meno di ottanta minuti divertendosi e con qualche piccolo brivido, ma sapendo che si sta vedendo un film facilmente dimenticabile.


2 commenti:

  1. Non è certo l'antologico che cambierà la storia di questo sottogenere ma qualche soddisfazione la regala, grazie per la citazione! ;-) Cheers

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    1. Sempre lieto di citare chi ha più conoscenze di me in materia...:)
      See you soon

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