martedì 23 luglio 2019

Il Golem (2018)

Nella Lituania del XVII secolo, una piccola comunità ebraica vive pacificamente, nel rispetto delle tradizioni e delle regole della loro società e del loro credo.
Ad Hanna però, ancora in lutto per la perdita del figlio di sette anni, sottostare ad una culture patriarcale, in cui alle donne è impedito l'accesso al tempio, non sta bene; così, di nascosto dal rabbino segue le funzioni da sotto il pavimento della sinagoga e, grazie all'aiuto del marito Benjamin, figlio del rabbino stesso, entra in possesso dei libri sacri, come la Qabballah.



Quello che l'uomo non sa è che l'infertilità della moglie non ha origini naturali, ma è dovuta a una pozione che Hanna ha avuto dalla guaritrice del villaggio. Scoperto l'inganno la coppia entra in crisi, cosa che viene accentuata da una probabile relazione di Benjamin con la vicina di casa.
Nel frattempo, un'epidemia di peste, fa numerosi morti nella regione, ma risparmiando la piccola comunità. Un giorno, un gruppo di sopravvissuti fa irruzione nel villaggio, accusando la comunità di essere la causa dell'infezione e minacciando una strage se qualcuno non avesse salvato la vita alla figlia adolescente del loro capo.



Mentre la guaritrice si offre i occuparsi lei della giovane e mentre gli anziani provano a risolvere la situazione con la preghiera, Hanna decide di ribellarsi e grazie alle sue conoscenze cabalistiche, dà vita ad un Golem. Tuttavia la creatura non nulla a che vedere con quella gigantesca della tradizione ebraica, ma ha l'aspetto e le fattezze di un bambino di sette anni, per la precisione di Joseph, il figlio perduto di Hanna e Benjamin.
Il piccolo Golem riesce facilmente a liberarsi dei nemici, ma si dimostra morbosamente attaccato alla sua creatrice, con cui sembra avere un profondo rapporto simbiotico e perciò metterà in pericolo l'intera esistenza del villaggio.




Il Golem è una creatura del folklore ebraico, che è già stata portata più volte sul grande schermo; le più celebri sono quelle del 1915, oggi perduta, e del 1920 "Il Golem - Come venne al mondo" entrambe di Paul Wegener, uno dei più celebri protagonisti del cinema espressionista tedesco.
In questa nuova versione, sceneggiata da Ariel Cohen e girata dai fratelli Doron e Yoav Paz però, la magica creatura non è quella colossale dei racconti ebraici, ma viene rivista con le sembianze di un bambino, questo probabilmente per giocare con l'aspetto innocente della creatura.



Altra cosa importante è che il film è visto da un punto di vista femminile, quello di Hanna, che ancora ancora soffre per la perdita del figlio e che vorrebbe la parità tra uomo e donna.
Il film dunque, almeno all'inizio, si concentra più che altro sull'aspetto drammatico della storia, lasciando l'horror sullo sfondo.
Quando poi la vicenda entra nel vivo, la pellicola perde un po' della sua originalità e si avvicina pericolosamente a tutti quei film in cui il ritorno dall'aldilà si rivela più una condanna che una buona cosa, uno su tutti il recente remake di "Pet Semetery".
Inoltre, le atmosfere e la fotografia del film, non possono non riportare alla mente quelle di "The Witch", senza però averne la forza evocativa, ma limitandosi a essere una sorta di revange-movie che non approfondisce le tante tematiche appena affrontate.



Tuttavia, nonostante questi limiti, il film rimane un prodotto discreto, che tiene sempre desto l'interesse dello spettatore e che nei momenti più gore fa il suo sporco lavoro di film horror.
Come detto la fotografia è splendida e molto buone sono le prove attoriali, così come i costumi e la direzione artistica in generale.
Un film sì consigliato, ma senza grandi aspettative.


7 commenti:

  1. Ti ho letto con un occhio solo perché ho il film tra le cose da vedere, ma se lo spalleggi così dovrò darmi una mossa a vederlo ;-) Cheers

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  2. Non è la prima volta che si affronta un tema simile, vedi Birth - io sono Sean, almeno per la questione bambino / perdita (lì era perdita del marito). Non conoscevo quest'opera, ovviamente conosco di fama gli originali, mi hai incuriosito...

    Moz-

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    1. Si la tematica è stata affrontata spesso. Qui in maniera un po' diversa, ma comunque non troppo originale

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  3. Mi hai davvero incuriosito e non poco.
    Ho in DVD l’originale di Wegener che è abbastanza un “mattone” per il sottoscritto.
    Però ha tutto il fascino dei film muti e soprattutto ho ritrovato la scena dei due amanti spesso proposta nei mix televisivi di BLOB su Rai Tre.
    Complimenti per la recensione.
    Se vedrò il film tornerò a commentare.
    Ciao

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    1. A me mancano ancora gli "originali", che spero di recuperare prima o poi. Questo te lo consiglio anche se non è un capolavoro del genere...

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    You've taken part in those questions, isn't it so?

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