giovedì 4 ottobre 2018

Garage Demy (1991)

Garage Demy ricostruisce la biografia dell’infanzia e dell’adolescenza di Jacques Demy, celebre regista francese, noto soprattutto per i suoi musical e marito dell’autrice di questo film, Agnes Varda.Il film è costruito in maniera particolare, e alle immagini di Demy bambino e adolescente, si alternano altre di repertorio, del regista anziano oltre a spezzoni di suoi film, che si rifanno a precisi momenti della sua vita.



L’infanzia di Jacques, che tutti chiamano Jacquot (da cui il titolo originale “Jacquot de Nantes”), è un infanzia felice e spensierata; vive con il padre, gestore di un officina-garage, la madre parrucchiera occasionale e un fratello più piccolo. Fin da bambino si appassiona agli spettacoli del teatro dei burattini, che poi rappresenta a casa per la sua famiglia, passione che poi rivolge anche alla settima arte, prima disegnando un rudimentale cartone animato su una pellicola trovata in una discarica, poi filmando personaggi di cartone da lui stesso mossi, fotogramma per fotogramma, con una telecamera comprata vendendo i suoi giocattoli.



Inizialmente il padre è contrario a questa sua passione, poiché non crede che il figlio abbia il talento per sfondare in un mondo difficile e competitivo come quello del cinema, e preferirebbe che Jacques lavorasse con lui nell’officina. Tuttavia, dopo che il ragazzo ha mostrato una sua pellicola ad un importante regista, e che questi si è dimostrato entusiasta del lavoro del giovane, anche il genitore cambia idea, e lascia che il figlio si iscriva alla scuola sperimentale di cinema di Parigi, realizzando così il sogno del ragazzo.



A differenza di altri biopic, in cui di solito si ha un ricostruzione abbastanza fedele, ma piuttosto fredda, del protagonista; in questo caso siamo difronte ad un vero atto d’amore di una persona verso un’altra. Agnes Varda ci mostra la vita di suo marito, come ci stesse mostrando l’album di famiglia. Non a caso ogni tanto ci viene mostrato il vecchio Demy, morto prima che il film fosse ultimato, mentre sta scrivendo, o mentre racconta la fiaba ad un nipotino; quasi a chiudere un cerchio che non è solo il cerchio della vita, ma anche il completamento di una persona. Infatti lo Jacques  bambino e quello adulto sono molto simili, entrambi con la passione per la pittura, e per la narrazione altruistica di fiabe, e storie. Inoltre è facile notare come la regista abbia concentrato lo sguardo quasi esclusivamente sul protagonista, lasciando sullo sfondo lo stesso contesto storico nel quale il tutto si svolge.



Altro particolare interessante è la continua variazione tra colore e bianco e nero, senza un precisa logica, che oltre a conferire maggiormente il senso di intimità famigliare, ancor di più rende saldo il legame tra le varie età del protagonista, tra il Demy bambino e il Demy anziano, tra il passato e il presente; infatti la stessa autrice avrà a dire: "Filmavo le forze vive del bambino che era stato e vedevo l'adulto che perdeva le sue forze" . Un film particolare, che racconta l’amore di una persona per il cinema e l’amore di una donna per questa persona

2 commenti:

  1. Wao, non l'ho mai visto: mi interessa molto, anche per le particolarità stilistiche che citi^^

    Moz-

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    1. Non è un film che passino spesso in tv...anzi...Io l'ho recuperato on line e scoperto grazie alla mia curiosità cinefila...Spero che tu riesca a trovarlo

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