domenica 28 ottobre 2018

Pelle alla conquista del mondo (1987)

Alcuni impegni mi tengono lontano dal blog, per cui, ecco rispolverata un'altra vecchia recensione:

Lasse è un uomo anziano ed è costretto a emigrare dalla natia Svezia, fino in Danimarca a cercare lavoro e fortuna.
Assieme a lui c'è il figlio undicenne Pelle, avuto in tarda età. Il viaggio è lungo e all'arrivo le cose si dimostrano subito difficili. Fin dall'inizio è molto chiaro il carattere di Lasse, uomo buono e generoso, che ama teneramente il figlio, ma debole di carattere, che parla tanto, ma agisce poco
"Non bisogna accettare la prima offerta" ripete al figlio, riferendosi al lavoro, ma alla fine si vede costretto ad accettare la prima (e unica) offerta che riceve.



Pelle invece all'apparenza timido e dall'aria sempre impaurita, con il passare del tempo si rivela essere di carattere indomito.
All'inizio però sono costretti a subire molte umiliazioni, soprattutto da parte dell'aiuto fattore.
Tuttavia, la speranza di una vita migliore, da la forza ad entrambi di sopportare fatica e mortificazioni.
Veniamo così a conoscenza del microcosmo della fattoria dove padre e figlio lavorano, tutto visto attraverso gli occhi curiosi del piccolo Pelle.



C'è Erik, un altro lavoratore svedese (mal visto dal fattore che lo crede solo un sovversivo), che fa amicizia con Pelle e che gli fa nascere la voglia di andarsene in America (o in Cina), c'è la giovane fantesca che innamoratasi (ricambiata) dal figlio di un benestante locale, annega il figlio nato da quel rapporto per non compromettere il ragazzo, c'è il padrone incallito donnaiolo, che arriva addirittura ad insidiare la giovane nipote che era venuta a passare un periodo di vacanza dagli zii, e dunque una notte subisce la vendetta della moglie, che più non sopportava le sue continue scappatelle.



Con il passare delle stagioni, Pelle oltre a lavorare, inizia a frequentare la scuola, dove subisce altre prese in giro e umiliazioni, da parte dei compagni, mentre Lasse è alla ricerca di una moglie per dare una vita migliore al flui e al figlio (e magari per avere una tazza di caffè a letto).
Quando finalmente sembra averla trovata, un imprevisto fa precipitare le cose, e l'uomo comincia a bere.
A quel punto Pelle decide che è venuto il momento di abbandonare quella sconfortante vita, anche se gli era stata promessa una promozione sul lavoro, e di partire per il Nuovo Mondo. Tuttavia Lasse si sente troppo vecchio e stanco per affrontare un nuovo viaggio, così padre e figlio si devono separare. Pelle, ormai maturo e cresciuto, prende il coraggio a due mani, saluta il padre e parte alla scoperta della sua nuova vita.
 


August dirige una piccola epopea che ci racconta la povertà di inizio secolo (1900) vista attraverso gli occhi di un ragazzino. La storia si base sul primo di quattro volumi dell'omonimo romanzo scritto da M.A. Nexo ed ha avuto già una trasposizione cinematografica, l'anno prima.
Certo nel film non tutto funziona sempre a meglio, a volte sembra eccessivamente prolisso, e secondo alcuni critici è troppo accademico. Invece a me è piaciuto quel taglio da romanzo di formazione, mi sono piaciuti gli sguardi naturalistici del regista (molto bella la fotografia) e il disegno dei personaggi.



Il film mi pare strizzare l'occhio, in parte a romanzi quali Oliver Twist, ma da un certo punto di vista, anche alla letteratura verista di Verga.
Nonostante non abbia la fluidità di altri film nordici del periodo, "Pelle alla conquista del mondo" è un film che non può lasciare indifferenti, e che riesce anche ad affascinare, grazie soprattutto al suo coraggioso protagonista.
Bravissimi i due interpreti principali: Max Von Sydow nel ruolo del padre e Pelle Hvenegaard, in quello di Pelle, così chiamato dalla madre, proprio perché appassionata del romanzo.

2 commenti:

  1. Vinse un lontano oscar per il film straniero (credo di averlo visto per quello) ma sinceramente non mi ha entusiasmato... in effetti è piuttosto accademico, come un po' tutti i film di August

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